Codice Civile art. 1838 - Deposito di titoli in amministrazione.

Caterina Costabile

Deposito di titoli in amministrazione.

[I]. La banca che assume il deposito di titoli in amministrazione deve custodire i titoli, esigerne gli interessi o i dividendi, verificare i sorteggi per l'attribuzione di premi o per il rimborso di capitale, curare le riscossioni per conto del depositante, e in generale provvedere alla tutela dei diritti inerenti ai titoli. Le somme riscosse devono essere accreditate al depositante.

[II]. Se per i titoli depositati si deve provvedere al versamento di decimi [2344] o si deve esercitare un diritto di opzione [2441], la banca deve chiedere in tempo utile istruzioni al depositante e deve eseguirle, qualora abbia ricevuto i fondi all'uopo occorrenti. In mancanza di istruzioni, i diritti di opzione devono essere venduti per conto del depositante a mezzo di un agente di cambio.

[III]. Alla banca spetta un compenso nella misura stabilita dalla convenzione o dagli usi, nonché il rimborso delle spese necessarie da essa fatte.

[IV]. È nullo il patto col quale si esonera la banca dall'osservare, nella amministrazione dei titoli, l'ordinaria diligenza [1176 2, 1229].

Inquadramento

Nei depositi in amministrazione, oltre agli obblighi di custodia, la banca assume l'obbligo di provvedere al tempestivo esercizio dei diritti e al compimento degli atti che a tal fine sono necessari (esazione degli interessi e dei dividendi, verifica dei sorteggi, esercizio dei diritti di opzione, deposito dei titoli in occasione di assemblee, versamento dei decimi, sostituzione dei titoli, ecc.). Quando sia necessario provvedere al pagamento di somme, l'obbligazione della banca si esaurisce, salvo patto contrario, nella richiesta delle somme necessarie al depositante: ma, se le somme sono richieste per l'esercizio del diritto di opzione la banca deve curare, in caso di mancata risposta del depositante, la vendita del diritto di opzione.

Nell'amministrazione dei titoli la banca deve osservare la ordinaria diligenza ed è nullo ogni patto di esonero da responsabilità.

Per il servizio prestato la banca ha diritto a un compenso in aggiunta al rimborso delle spese sostenute.

Natura giuridica

Il deposito di titoli a custodia o in amministrazione si presenta come un sottotipo del contratto di deposito bancario, diverso dal contratto di deposito di danaro. Le due fattispecie si differenziano sia per struttura che per disciplina e riguardano profili diversi dell'attività delle banche: i depositi di denaro costituiscono operazioni passive per la banca inerenti all'attività di raccolta, mentre il deposito di titoli in amministrazione si presenta come un servizio bancario accessorio (Campobasso, 1).

La complessità del contratto, che deriva dalla previsione di obblighi di amministrazione accanto agli obblighi di custodia, ha dato adito a perplessità in ordine alla qualificazione giuridica del contratto, attribuendosi talora prevalente rilievo agli obblighi di custodia e considerandosi come meramente accessori gli obblighi di amministrazione e altra volta invece attribuendosi prevalente importanza agli obblighi di amministrazione e considerandosi gli obblighi di custodia come meramente strumentali e, infine, ponendosi entrambi gli obblighi su uno stesso piano e configurandosi l'operazione come una operazione complessa, risultante dal collegamento di un mandato con un deposito (Fiorentino, in Comm. S. B., 1972, 68).

L'opinione maggioritaria ritiene che il deposito di titoli in amministrazione unisca in un'unica figura negoziale complessa elementi tipici del deposito (le prestazioni di consegna, di custodia e restituzione dei medesimi beni consegnati) e del mandato (attività di gestione dei titoli depositati), con la conseguenza che la disciplina applicabile va ricavata dalle norme sul deposito o dalle norme sul mandato, a seconda dell'aspetto che viene in considerazione (Ferri, 290).

La giurisprudenza ha rimarcato che il contratto di deposito titoli a custodia e in amministrazione non presuppone necessariamente la proprietà, ma solo la disponibilità dei titoli stessi, con la conseguenza che la contitolarità del contratto non comporta necessariamente la dimostrazione della comproprietà dei titoli da parte dei contitolari, comproprietà che deve essere desunta da ulteriori elementi (Cass. I, n. 12552/2000).

Diligenza e responsabilità della banca depositaria e divieto di esonero

La banca nello svolgimento sia dell'attività di custodia che di quella di gestione è tenuta ad osservare la diligenza richiesta dalla particolare natura dell'attività professionale espletata ex art. 1176, comma 2.

La S.C. ha ritenuto che deve escludersi che l’intermediario nella compravendita di valori mobiliari, quando abbia stipulato con il cliente solo un contratto di deposito titoli in custodia ed amministrazione, abbia un obbligo di informazione, proprio del contratto di gestione del portafoglio, relativo all'aggravamento del rischio dell’investimento già effettuato (Cass. I, n. 16318/2017).

L'ultimo comma dell'art. 1838 stabilisce la nullità del patto con cui la banca si esonera dall'osservare l'ordinaria diligenza nell'amministrazione dei titoli.

Tra gli interpreti si ritiene che il divieto sia giustificato da principi di equità e morale secondo cui alla banca non è consentito di liberarsi da obbligazioni relative ad un contratto che la stessa ha pubblicizzato e invogliato l'altra parte a concludere (Fiorentino, in Comm. S.B., 1972, 71). Il divieto di esonero riguarda solo la prestazione di “amministrazione dei titoli”, nulla invece viene detto in ordine alla prestazione di “custodia” sebbene trattasi di prestazione essenziale nell'ottica del contratto.

Per tale ragione la dottrina, evidenziando che la prestazione di custodia costituisce presupposto di quella di amministrazione, estende il divieto di esonero anche alla custodia dei titoli (Molle, in Tr. C. M.,1981, 647).

Pignoramento dei titoli in deposito

La giurisprudenza, muovendo dalla considerazione che nel deposito in amministrazione la banca depositaria non acquisisce la titolarità dei diritti inerenti ai titoli depositati, ma solo la legittimazione ad esercitarli per conto del titolare, ha ritenuto che il pignoramento si può eseguire presso il terzo, essendo il titolo una cosa del debitore posseduta dal terzo stesso (Cass. III, n. 4653/2007).

Bibliografia

Campobasso, Deposito, III, Deposito bancario, in Enc. giur., X, Roma, 1988; Ferri, voce Deposito Bancario, in Enc. dir., XII, Milano, 1964; Guglielmucci, Deposito bancario, in Dig. comm., IV, Torino, 1989; Maggiolo, Libretto di deposito, in Noviss. Dig. it., IX, Torino, 1963; Santoro, voce Libretto di deposito a risparmio, in Enc. dir., XXIV, Milano, 1974; Sotgia, Contratti bancari, in Commentario al codice civile a cura di D'Amelio e Finzi, Firenze, 1949.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario