Codice Civile art. 1854 - Conto corrente intestato a più persone.

Caterina Costabile

Conto corrente intestato a più persone.

[I]. Nel caso in cui il conto sia intestato a più persone, con facoltà per le medesime di compiere operazioni anche separatamente, gli intestatari sono considerati creditori o debitori in solido dei saldi del conto [1292 ss.].

Inquadramento

Particolari princìpi vigono nell'ipotesi in cui il conto sia intestato a più persone.

Rispetto a questa ipotesi può essere convenuto che queste persone compiano «congiuntamente» le operazioni sul conto o invece che tali operazioni possano essere compiute «separatamente» da ciascuna di esse; in mancanza di espressa previsione della facoltà dei singoli intestatari di agire separatamente, la intestazione del conto a più persone importa che queste debbano operare congiuntamente (Salnitro, 25).

I cointestatari sono in ogni caso considerati «creditori e debitori in solido del saldo del conto», il che significa che non soltanto ciascuno è tenuto nei confronti della banca per l'intero, ma può anche pretendere il pagamento dell'intero o dare ordini relativamente all'intero (Ferri, 673).

La cointestazione di un conto corrente, attribuendo agli intestatari la qualità di creditori o debitori solidali dei saldi del conto sia nei confronti dei terzi, che nei rapporti interni, fa presumere la contitolarità dell'oggetto del contratto (art. 1298 c.c., comma 2), ma tale presunzione dà luogo soltanto all'inversione dell'onere probatorio, e può essere superata attraverso presunzioni semplici - purché gravi, precise e concordanti - dalla parte che deduca una situazione giuridica diversa da quella risultante dalla cointestazione stessa (Cass. II, n. 11375/2019).

La S.C. ha chiarito che il saldo finale negativo di un conto corrente grava in capo a tutti gli intestatari del conto medesimo, anche nel caso in cui tale risultato sia stato determinato da operazioni poste in essere da uno solo degli intestatari contrattualmente abilitati ad operare disgiuntamente (Cass. I, n. 9063/2017).

Facoltà di compiere le operazioni separatamente

La disposizione in esame stabilisce che, nel caso di conto corrente intestato a più persone, gli intestatari sono considerati creditori o debitori in solido dei saldi del conto e ciò anche nell'ipotesi in cui, alle persone alle quali il conto è intestato, sia riconosciuta la facoltà di compiere operazioni separatamente (Cass. I, n. 13663/2004).

La giurisprudenza ha sottolineato che tale facoltà non può tuttavia essere presunta per il sol fatto che il conto risulti intestato a più persone, anche perché il titolo per fondare una solidarietà attiva deve essere inequivocamente convenzionale (Cass. I, n. 8961/2000).

Di conseguenza, in mancanza, le singole operazioni individuali non risultano efficaci se non attuate con il consenso, che non può essere presunto, di tutti i cointestatari; inoltre, l'esigenza formale che caratterizza i contratti bancari, ai sensi dell'art. 117 d.lgs. n. 385/1993, preclude il rinvenimento della menzionata clausola dal mero comportamento, processuale o extraprocessuale, delle parti (Cass. I, n. 16671/2012).

Rapporti interni

Nel conto corrente bancario intestato a due (o più) persone, i rapporti interni tra correntisti sono regolati non dall'art. 1854, riguardante i rapporti con la banca, bensì dal comma 2 dell'art. 1298, in base al quale, in mancanza di prova contraria, le parti di ciascuno si presumono uguali (Cass. II, n. 27069/2022; Cass. I, n. 77/2018).

Pertanto ciascun cointestatario, anche se avente facoltà di compiere operazioni disgiuntamente, nei rapporti interni non può disporre in proprio favore, senza il consenso espresso o tacito dell'altro, della somma depositata in misura eccedente la quota parte di sua spettanza, e ciò in relazione sia al saldo finale del conto, sia all'intero svolgimento del rapporto (Cass. lav., n. 18777/2015; Cass. I, n. 26991/2013).

Tale presunzione dà luogo soltanto all'inversione dell'onere probatorio, e può essere superata attraverso presunzioni semplici — purché gravi, precise e concordanti — dalla parte che deduca una situazione giuridica diversa da quella risultante dalla cointestazione stessa (Cass. II, n. 4838/2021 Cass. I, n. 28839/2008). Ne consegue che, ove il saldo attivo discenda dal versamento di somme di pertinenza di uno solo dei correntisti, deve escludersi che l'altro possa, nei rapporti interni, avanzare diritti su di esso (Cass. II, n. 23403/2022; Cass. II, n. 29324/2021).

La S.C. ha chiarito che la presunzione di contitolarità di un conto corrente non impedisce ai cointestatari di regolare i propri rapporti di debito-credito avvalendosi dello stesso conto: ragione per cui il pagamento di un debito di un contitolare attraverso il conto corrente cointestato non costituisce prova della riconducibilità ad entrambi dell'avvenuto pagamento, in presenza di altri elementi idonei a ricondurre ad uno solo dei cointestatari l'adempimento stesso (Cass. III, n. 9816/2018).

Pignoramento e sequestro

Nelle ipotesi di pignoramento o sequestro dei crediti verso la banca promosso dal creditore di uno dei due cointestatari, in difetto di elementi di prova contraria, trova applicazione il secondo comma dell'art. 1298 in forza del quale il pignoramento ed il sequestro sono ritenuti legittimi sino alla concorrenza della metà (Cass. III, n. 10028/1998).

Morte e incapacità sopravvenuta dell'intestatario

L'art. 9 delle “Condizioni generali relative al rapporto banca-cliente”, contenute nell'Allegato A della circolare dell'Associazione Bancaria Italiana (Abi) del 25 febbraio 2005 prevede che, in caso di morte o di sopravvenuta incapacità di agire di uno dei cointestatari del conto, ciascuno degli altri conserva il diritto di disporre separatamente del suo rapporto. Analoga facoltà spetta agli eventuali eredi del cointestatario, che devono però avvalersene congiuntamente, ed al legale rappresentante dell'incapace.

Tale potere di disposizione separata viene però meno se uno dei contitolari o degli eventuali eredi del cointestatario ovvero il rappresentante legale dell'incapace facciano opposizione comunicandola alla banca anche solo con lettera raccomandata (in arg. v. Porzio, in Tr. Res., 1986, 903).

Bibliografia

Cavalli, Conto corrente, II, Conto corrente bancario, in Enc. giur., VIII, Roma, 1988; Cavalli, Considerazioni sulla revocatoria delle rimesse in conto corrente bancario dopo la riforma dell'art. 67 legge fallimentare, in Banca borsa tit. cred. 2006, I, 1; Cavalli e Callegari, Lezioni sui contratti bancari, Bologna, 2008; Ferri, voce Conto corrente di corrispondenza, in Enc. dir., IX, Milano, 1961; Molle, Conto corrente bancario, in Nss. D.I. IV, Torino 1959, 414; Morelli, Materiali per una configurazione del conto corrente bancario come contratto legalmente tipico, in Giust. civ. 4, 1998, 139; Salnitro, Conto corrente bancario, in Dig. Comm., Torino, 1989.

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