Codice Civile art. 1855 - Operazione a tempo indeterminato.

Caterina Costabile

Operazione a tempo indeterminato.

[I]. Se l'operazione regolata in conto corrente è a tempo indeterminato, ciascuna delle parti può recedere dal contratto, dandone preavviso nel termine stabilito dagli usi o, in mancanza, entro quindici giorni.

Inquadramento

Il conto corrente di corrispondenza, come ogni rapporto a tempo indeterminato, si scioglie per il recesso di una delle parti.

La dichiarazione di recesso, che può essere fatta in ogni momento, non ha efficacia immediata ma a termine.

In mancanza di un termine contrattuale o di un termine d'uso, il termine è di quindici giorni dalla ricezione della comunicazione. Sino alla scadenza di questo termine il contratto conserva la sua efficacia e la banca è tenuta a dare esecuzione agli ordini del cliente sempre che ne esistano i presupposti (Porzio, in Tr. Res., 1986, 900; Salnitro, 25).

Disciplina del recesso

Il recesso opera come dichiarazione recettizia (Fiorentino, in Comm. S. B., 1972, 148) e, pertanto, diviene efficace unicamente con la comunicazione all'altro contraente: ne discende che, in mancanza di prova dell'effettiva ricezione, il recesso non avrà effetto.

Salvo diverse pattuizioni contrattuali, la dichiarazione di recesso non necessita di specifiche formalità.

Dibattuta è la possibilità di rinunciare al termine di preavviso o di acconsentire ad una eccessiva riduzione dello stesso.

La giurisprudenza (Cass. I, n. 13051/2008) sicuramente la esclude nella ipotesi in cui il correntista sia un consumatore ritenendo la relativa clausola contrattuale vessatoria ai sensi nell'art. 33, comma 2, lett. m, d.lg. n. 206/2005 (in cui è stato trasfuso il previgente art. 1469-bis).

Occorre inoltre rimarcare che l'art. 120-bis d.lgs. n. 385/1993 prevede la facoltà per il cliente di recedere in ogni momento da un contratto a tempo indeterminato senza penalità e senza spese, rimettendo al Cicr l'individuazione dei casi in cui la banca o l'intermediario finanziario possono chiedere al cliente un rimborso delle spese sostenute in relazione a servizi aggiuntivi da questo richiesti in occasione del recesso.

Altre cause di scioglimento del rapporto

In assenza di una previsione normativa, dottrina e giurisprudenza hanno individuato ulteriori cause di estinzione del contratto.

È controverso se la morte determini o meno lo scioglimento del vincolo, poiché secondo una impostazione dottrinale si verificherebbe solo il subentro degli eredi tenuti ad operare congiuntamente (Ferri, 674).

La giurisprudenza reputa che la morte del correntista lo scioglimento del rapporto di conto corrente, con relativo impedimento ed ogni ulteriore operazione (Cass. I, 5264/2000).

Pacifico è invece che il fallimento del correntista determini «ipso iure» lo scioglimento del contratto di conto corrente bancario e la cristallizzazione, alla corrispondente data, dei rapporti di debito/credito tra le parti (Cass. I, n. 19325/2013).

Effetti dello scioglimento

Gli effetti dello scioglimento del rapporto contrattuale sono disciplinati dalle clausole generali in uso presso gli istituti di credito che distinguono l'ipotesi di recesso della banca da quella di recesso del cliente (art. 13, «Condizioni generali relative al rapporto banca-cliente», Sez. I, contenute nell'Allegato A alla lettera circolare dell'Associazione Bancaria Italiana (Abi) del 25 febbraio 2005).

Nella prima ipotesi la banca è esonerata dall'eseguire incarichi di pagamento impartiti dal correntista dopo che il recesso è divenuto efficace, ivi compreso il pagamento degli assegni tratti in data posteriore a quella in cui il recesso è divenuto operante.

In caso di esercizio del recesso da parte del cliente, invece, dal momento del ricevimento della relativa comunicazione la banca non ha l'obbligo di effettuare alcuna operazione né quello di pagare gli assegni anche se tratti in data precedente, anche se la clausola accorda al correntista la facoltà di segnalare alla banca se e quali assegni egli intenda veder onorati nonostante la dichiarazione di recesso (Cavalli e Callegari, 104).

Bibliografia

Cavalli, Conto corrente, II, Conto corrente bancario, in Enc. giur., VIII, Roma, 1988; Cavalli, Considerazioni sulla revocatoria delle rimesse in conto corrente bancario dopo la riforma dell'art. 67 legge fallimentare, in Banca borsa tit. cred. 2006, I, 1; Cavalli e Callegari, Lezioni sui contratti bancari, Bologna, 2008; Ferri, voce Conto corrente di corrispondenza, in Enc. dir., IX, Milano, 1961; Molle, Conto corrente bancario, in Nss. D.I. IV, Torino 1959, 414; Morelli, Materiali per una configurazione del conto corrente bancario come contratto legalmente tipico, in Giust. civ. 4, 1998, 139; Salnitro, Conto corrente bancario, in Dig. Comm., Torino, 1989.

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