Codice Civile art. 1879 - Divieto di riscatto e onerosità sopravvenuta.Divieto di riscatto e onerosità sopravvenuta. [I]. Il debitore della rendita, salvo patto contrario, non può liberarsi dal pagamento della rendita stessa offrendo il rimborso del capitale, anche se rinunzia alla ripetizione delle annualità pagate [1865]. [II]. Egli è tenuto a pagare la rendita per tutto il tempo per il quale è stata costituita, per quanto gravosa sia divenuta la sua prestazione [1469]. InquadramentoLa norma stabilisce, salvo patto contrario, l'irredimibilità della rendita e l'irrilevanza dell'onerosità sopravvenuta. Il comma 2 dell'art. 1879 potrebbe, in prima approssimazione, apparire pleonastico in ragione della natura aleatoria del vitalizio oneroso, ma, a ben riflettere, esso risulta applicabile anche al vitalizio gratuito (Valsecchi, in Tr. C. M. 1961, 235) che ontologicamente non integra un contratto aleatorio. L'irrilevanza della sopravvenuta gravosità della rendita si pone, altresì, come un'ulteriore conferma dell'esigenza avvertita dal legislatore alla “conservazione” del rapporto (Dattilo, 882). Peraltro, il principio in parola è temperato dalla possibilità di inserire nel contratto la clausola di adeguamento periodico della variazione della rendita con la variazione del potere di acquisto della moneta. Le previsioni dell'art. 1879 vengono riconnesse dalla dottrina al carattere assistenziale della rendita vitalizia (Dattilo, 881). L'irredimibilità della rendita vitaliziaContrariamente a quanto espressamente previsto in tema di rendita perpetua (art. 1865), l'articolo in commento sancisce l'irredimibilità della rendita vitalizia (Torrente, in Comm. S.B. 1955, 148). La dottrina è divisa circa l'operatività del patto contrario al divieto di riscatto: mentre alcuni autori ritengono che essa operi mediante rimborso di una somma, corrispondente alla capitalizzazione della rendita in un dato momento e calcolata sulla base della vita contemplata probabile (Valsecchi, ult. cit.), altri ravvisano invece nel patto uno speciale potere di risoluzione del contratto, con ripristino della situazione iniziale solo da un lato del rapporto. Il rimborso del capitale, allora, altro non sarebbe che la «restituzione del corrispettivo ricevuto». È stata difatti evidenziata l'incompatibilità della vicenda del riscatto con la rendita vitalizia, per l'impossibilità di ragguagliare la rendita ad una somma capitale, potendosi determinare, in ipotesi, il “valore capitale” delle prestazioni, soltanto “statisticamente” e quindi in astratto, senza alcuna utilità per il caso concreto (Lerner, 1028; Marini, in Tr. Res. 1985, 47). Pertanto, l'ostacolo testuale posto dall'art. 1879 che fa riferimento alla possibilità di un patto contrario, non dovrebbe indurre ad ipotizzare un vero e proprio diritto di riscatto in senso tecnico, bensì uno speciale potere risolutorio a favore di una sola parte mediante la restituzione del corrispettivo ricevuto (Dattilo, ult. cit.). L'esclusione del rimedio della risoluzione per impossibilità sopravvenutaNonostante l'art. 1879 consideri solo l'esclusione della sopravvenuta onerosità dal lato del debitore, la dottrina estende tale disposizione al creditore sulla base del principio della bilateralità dell'alea, come nell'ipotesi in cui, a suo carico, la prestazione risulti sproporzionata rispetto a quella ricevuta per brevità della vita contemplata (Torrente, in Comm. S.B. 1955, 149). Stante la natura dispositiva della norma, viene ritenuta ammissibile la clausola in deroga al divieto e diretta a prendere in considerazione proprio quegli eventi straordinari ed imprevedibili previsti come causa di risoluzione nei contratti commutativi. L'operatività di tale clausola viene considerata al di fuori dell'alea tipica del contratto (Torrente, in Comm. S.B. 1955, 151). BibliografiaCalò, Contratto di mantenimento e proprietà temporanea, in Foro it. 1989, I, 1, 1165; Dattilo, voce Rendita (dir. priv)., in Enc. dir., XXXIX, Milano, 1988; Gardella Tedeschi, Vitalizio, in Dig. civ., Torino, 1999; Lerner, voce Vitalizio, in Nss. D.I., Torino, XX, 1975. |