Codice Civile art. 1907 - Assicurazione parziale.

Caterina Costabile

Assicurazione parziale.

[I]. Se l'assicurazione copre solo una parte del valore che la cosa assicurata aveva nel tempo del sinistro, l'assicuratore risponde dei danni in proporzione della parte suddetta, a meno che non sia diversamente convenuto.

Inquadramento

La disposizione in esame disciplina l'assicurazione parziale o sottoassicurazione ovvero l'ipotesi in cui l'assicurazione viene contratta per un importo inferiore al valore della cosa (Fanelli, 1988, 8).

In caso di assicurazione parziale si applica la cosiddetta regola proporzionale, secondo la quale l'assicuratore è obbligato a risarcire il danno nella proporzione in cui la somma assicurata sta al valore complessivo della cosa o dell'interesse (Buttaro, 505; Donati, 258; Salandra, in Comm. S.B. 1966, 313).

In altre parole, poiché in questi contratti l'assicurato rimane in parte assicuratore di se stesso, il danno risarcibile dovrà essere ripartito fra assicuratore ed assicurato, in proporzione delle rispettive quote, e l'assicuratore dovrà risarcire solo la parte corrispondente alla quota di rischio da lui assunta. Sicché, mentre in caso di perimento totale della cosa dovrà essere pagato l'intero ammontare dell'indennità (il quale è però, già per ipotesi, inferiore al valore assicurabile), in caso di sinistro parziale si dovrà da un lato determinare la proporzione tra valore assicurabile e valore assicurato e dall'altro quella fra valore dell'interesse e ammontare del danno, dalla somma di questi elementi risulterà l'ammontare dell'indennità che deve essere pagata dall'assicuratore.

La giurisprudenza ha ritenuto non incompatibile con l'assicurazione parziale la stipula di una polizza stimata ex art. 1908 (Cass. III, n. 25405/2013).

Derogabilità della regola proporzionale: la copertura a primo rischio

Per accordo espresso delle parti, l'assicurazione parziale può non essere soggetta alla regola proporzionale.

La prima ipotesi di deroga si ha con l'inserimento nel contratto della copertura a primo rischio, che può essere ti tipo assoluto o relativo (Buttaro, ult. cit.; Salandra, in Comm. S.B. 1966, 314).

Si ha primo rischio assoluto quando l'assicuratore si obbliga a pagare all'assicurato l'intera indennità prevista, nei limiti del massimale, al verificarsi del primo sinistro senza che venga dichiarato il valore degli interessi assicurati.

Si ha primo rischio relativo, invece, quando è presente detta dichiarazione e l'assicuratore si riserva di verificare se il valore dei beni è superiore a quello dichiarato al momento del sinistro. Se tale verifica ha esito positivo viene applicata la regola proporzionale.

La giurisprudenza si è interrogata in ordine ai limiti di ammissibilità di siffatta tipologia di clausole.

Secondo un certo orientamento tale condizione sarebbe validamente apponibile purché risulti, tra limite di copertura e massimale di polizza, una differenza quantitativa tale da rendere la clausola compatibile con la funzione economico giuridica del contratto. È stata, pertanto, ritenuta nulla ai sensi dell'art. 1419 la clausola di una polizza di assicurazione a primo rischio contro i rischi del trasporto (di preziosi) che subordina l'efficacia della copertura a che le cose trasportate non superino un determinato importo, allorché tale limite coincida con il massimale (Cass. III, n. 44/1991). 

La dichiarazione di nullità della clausola in siffatta ipotesi non importa il diritto dell'assicurato all'indennizzo dell'intero danno subito, ma l'operatività della regola proporzionale derogata dalle parti con la convenzione dichiarata nulla.

Altre ipotesi di clausole derogatorie

Ulteriori ipotesi di deroghe al principio di proporzionalità sono costituite dalle clausole a secondo o a terzo rischio che vengono attivate con l'esaurirsi della garanzia precedente.

Vi è poi la cd. assicurazione flottante mediante la quale l'assicurato assume l'onere di denunciare il valore dei beni assicurati con una certa cadenza periodica: in caso di sinistro l'assicuratore corrisponderà un indennizzo che tiene conto del valore denunciato nell'ultima dichiarazione dell'assicurato.

Detta tipologia, più che rappresentare una deroga in senso stretto al principio di proporzionalità, comporta una maggiore dinamicità nella sua applicazione.

Bibliografia

Angeloni, voce Assicurazione della responsabilità civile, in Enc. dir., III, Milano, 1958; Antonucci, L'assicurazione tra impresa e contratto, Bari, 1994; Buttaro, voce Assicurazione contro i danni, in Enc. dir., III, Milano, 1958; De Strobel e Ogliari, L'assicurazione di responsabilità civile e il nuovo codice delle assicurazioni private, VI, Milano, 2008; Donati, Trattato del diritto delle assicurazioni private, Milano, III, 1956; Donati e Volpe Putzolu, Manuale di Diritto delle Assicurazioni, Milano, 2002; Fanelli, Assicurazione contro i danni, in Enc. giur., III, Roma, 1988; Fanelli, Le Assicurazioni, Milano, 1973; La Torre, Le Assicurazioni, Milano, 2007; Rossetti, Il Diritto delle Assicurazioni, II, Le assicurazioni contro i danni, Padova, 2012.

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