Codice Civile art. 1911 - Coassicurazione.

Caterina Costabile

Coassicurazione.

[I]. Qualora la medesima assicurazione o l'assicurazione di rischi relativi alle stesse cose sia ripartita tra più assicuratori per quote determinate, ciascun assicuratore è tenuto al pagamento dell'indennità assicurata soltanto in proporzione della rispettiva quota, anche se unico è il contratto sottoscritto da tutti gli assicuratori [1910].

Inquadramento

Ricorre la coassicurazione quando contro lo stesso rischio, sullo stesso interesse e per lo stesso tempo sono concluse più assicurazioni presso diversi assicuratori con la predeterminazione della quota d'accordo tra i vari assicuratori.

Essa muove di solito dall'iniziativa dell'assicuratore e ha soprattutto ragione di essere quando si tratta di rischi nuovi, o particolarmente gravosi o di interessi di fortissimo valore (Buttaro, 507).

La coassicurazione può attuarsi in diversi modi: con unico contratto o con più separati contratti; con somma assicurata totale divisa pro quota o per singole somme fisse; direttamente con tutti i diversi assicuratori o con uno che agisce in nome di tutti.

In coerenza col frazionamento del rischio concordato dagli assicuratori si pone la regola dettata dall'art. 1911 secondo cui ciascun assicuratore è tenuto al pagamento dell'indennità assicurativa soltanto in proporzione alla rispettiva quota (Bottiglieri, in Comm. S. 2010, 168; La Torre, 191).

La giurisprudenza ha chiarito che l'assunzione dell'obbligo di pagare l'indennità solo «pro quota» si riferisce al solo rapporto interno tra assicurato e coassicuratore e non trova applicazione nell'ipotesi in cui ad agire nei confronti del coassicuratore sia il danneggiato, con azione diretta ex art. 144 d.lg. 7 settembre 2005, n. 209, rilevando in tal caso il regime di maggior tutela del danneggiato e non la previsione dell'art. 1911 (Cass. III, n. 16781/2014).

Nel caso di coassicurazione, ciascun assicuratore è contrattualmente obbligato nei limiti della quota di sua pertinenza, sussistendo plurime obbligazioni parziarie anche nel caso in cui il contratto sia formalmente unico. Pertanto, ove la domanda sia proposta nei confronti di un solo assicuratore, proprio per l'esistenza di separati rapporti assicurativi, deve escludersi la necessità di integrare il contraddittorio nei confronti degli altri, come pure la possibilità per questi ultimi di avvalersi del giudicato intervenuto nei confronti dell'assicuratore convenuto in giudizio (Cass. III, n. 21848/2019).

Distinzione da figure affini

La coassicurazione si distingue dagli altri strumenti di ripartizione dei rischi: dall'assicurazione presso diversi assicuratori (art. 1910) perché in questa manca il previo accordo tra gli assicuratori; dalla riassicurazione (art. 1928) perché in questa un solo assicuratore conclude il contratto con il contraente e poi si assicura a sua volta contro il rischio assunto.

Forma e prova della coassicurazione

La coassicurazione, che deve essere provata per iscritto ex art. 1988, può attuarsi con più separati contratti stipulati dai diversi assicuratori o con un unico contratto.

In tale ultima ipotesi, gli assicuratori possono intervenire direttamente e personalmente alla stipula, ovvero affidare ad uno di essi il potere di concluderlo in nome e per conto degli altri, attraverso l'attribuzione di un potere rappresentativo disciplinato dagli art. 1387 ss. (Cass. III, n. 5678/2005).

Si è altresì ritenuto che il contratto si può perfezionare, con la sottoscrizione delle coassicuratrici, anche dopo che sia intervenuto il sinistro e con efficacia ex tunc (Cass. I, n. 1901/1985).

Falsus procurator

Nel caso di coassicurazione, l'assicuratore che abbia sottoscritto la polizza in nome e per conto di altro coassicuratore, in assenza di una valida procura o di successiva ratifica, può essere chiamato a rispondere dall'assicurato a titolo di responsabilità contrattuale solo nei limiti della quota di sua pertinenza, salva restando la responsabilità extracontrattuale quale falsus procurator ex art. 1398 in ordine al danno che l'assicurato abbia subito per aver confidato nella validità dell'intero contratto (Cass. III, n. 1830/1999).

Poiché il contratto di assicurazione deve essere provato per iscritto, la ratifica di tale contratto deve risultare anch'essa da atti scritti: pertanto, con riferimento ad un contratto di coassicurazione stipulato da un coassicuratore che abbia dichiarato di agire in nome e per conto di altri coassicuratori, senza essere munito di procura, la ratifica, pur potendosi desumere da facta concludentia, deve essere dimostrata attraverso atti scritti provenienti dai coassicuratori falsamente rappresentati (Cass. III, n. 4005/2000).

La coassicurazione con clausola di “guida” o di “delega”

È noto che i coassicuratori al fine di semplificare i complessi rapporti che scaturiscono da tale contratto, attribuiscono frequentemente ad uno di essi (c.d. delegatario) il potere di concludere il contratto e/o di compiere ogni atto relativo alla sua fase esecutiva, come ad esempio riscuotere i premi e ricevere le comunicazioni dell'assicurato inerenti al rischio ed agli eventuali sinistri (Cass. I, n. 8400/1993). Una tale attribuzione di poteri rappresentativi è prevista in quella che appunto viene definita clausola di delega (o di guida), avente la funzione di agevolare la gestione del rapporto tra i vari coassicuratori e tra questi e l'assicurato, senza determinare il sorgere di un vincolo di solidarietà passiva in favore dell'assicurato restando ciascuno dei coassicuratori obbligato solo pro quota (Cass. I, n. 9891/1994).

Siffatta clausola pone due tipi di problemi: stabilire se l'interruzione della prescrizione del diritto all'indennizzo compiuta nei confronti della delegataria abbia effetto nei confronti delle altre coassicuratrici, e se l'impresa delegata possa validamente essere convenuta in giudizio in nome e per conto delle altre coassicuratrici (Rossetti, 64 ss.).

La soluzione del primo problema è legata ad una quaestio facti poiché è necessario stabilire nel caso concreto se, attraverso la clausola di delega, sia stata attribuita all'impresa delegata anche il potere di rappresentanza sostanziale degli altri coassicuratori: la costituzione in mora è, infatti, idonea ad interrompere la prescrizione sia quando è comunicata al debitore sia quando è comunicata al suo rappresentante.

È stato all'uopo evidenziato che quando la clausola di delega conferisce al coassicuratore delegato il potere di curare lo svolgimento del rapporto assicurativo, la sua esecuzione ed il pagamento dell'indennità, deve ritenersi implicitamente conferito al coassicuratore delegato il potere di rappresentanza sostanziale (Cass. III, n. 13661/2013).

In particolare, il conferimento ad uno dei coassicuratori, in aggiunta ai compiti di gestione della polizza conferiti con la «clausola di delega», anche della rappresentanza dell'altro assicuratore in ordine a tutte le «comunicazioni contrattuali», è idonea a comprendere, in assenza di deroghe o limitazioni, l'abilitazione alla ricezione dell'atto scritto con cui l'assicurato dà notizia del verificarsi dell'evento coperto dalla garanzia e reclama il pagamento dell'indennità, con la conseguenza che il medesimo interrompe la prescrizione nei confronti di tutti i coassicuratori, pure con riferimento alla quota dell'indennizzo a carico del coassicuratore «delegante» (Cass. III, n. 20934/2016).

In ordine alla seconda problematica, la dottrina esclude che con la clausola di delega si conferisca al mandatario la rappresentanza processuale degli altri assicuratori (Buttaro, ult. cit.).

Anche la giurisprudenza reputa che la clausola di delega conferisce soltanto il potere di gestire stragiudizialmente la polizza per quanto attiene alle dichiarazioni inerenti al contratto, alle sue modalità esecutive ed agli eventi patologici di esso onde permettere lo svolgimento unitario del rapporto assicurativo, ma non si estende salvo espressa volontà in tal senso, al potere di rappresentanza processuale delle deleganti, né tale potere può ravvisarsi nella legittimazione a ricevere le comunicazioni inerenti al contratto, poiché in esse non può essere ricompresa la notifica di atti giudiziari (Cass. III, n. 9194/2003).

Sulla scorta delle summenzionate premesse, la giurisprudenza maggioritaria reputa che la citazione del delegato in giudizio non interrompe la prescrizione del diritto all'indennizzo nei confronti dei coassicuratori deleganti, salvo che questi abbiano conferito al delegato la rappresentanza con procura rilasciata a norma dell'art. 77 c.p.c. (Cass. III, n. 20934/2016).

A detto orientamento se ne contrappone uno minoritario secondo cui detta citazione assume il valore di costituzione in mora dei coassicuratori in forza della rappresentanza sostanziale da questi ultimi al suddetto assicuratore conferita (Cass. III, n. 22386/2004).

I giudici di legittimità hanno statuito che, qualora sia inserita nel contratto la cd. clausola di delega o di guida relativa alla gestione diretta delle controversie comprendente anche la rappresentanza processuale degli altri coassicuratori, l'assicuratore delegato può essere convenuto in giudizio anche per il pagamento delle quote di indennità di pertinenza dei deleganti, ed in tale veste è legittimato a resistere alla pretesa, in rappresentanza di questi ultimi, ma solo a condizione che la domanda nei suoi confronti sia proposta espressamente, o comunque inequivocamente, richiamando la sua qualità di delegato, in modo che risulti chiaramente che per la parte eccedente la quota di rischio a suo carico l'indennizzo gli è stato richiesto nella qualità di rappresentante degli altri coassicuratori, e che in tale qualità deve essere pronunciata, quindi, la sua eventuale condanna per la predetta parte (Cass. III, n. 9961/2017).

E' stato altresì chiarito che la clausola di delega non fa venir meno, anche quando preveda che la denuncia di sinistro sia fatta al solo delegato, la caratteristica saliente della coassicurazione consistente nell'assunzione "pro quota" dell'obbligo di pagare l'indennità: pertanto, nell'ipotesi in cui l'impresa delegata operi l'integrale pagamento del sinistro, non si realizzano le due ipotesi di cui all'art. 1203 n. 3 c.c. e dunque non ricorrono le condizioni per il riconoscimento in favore della delegata del privilegio di cui all'art. 78 d.lgs. n. 175/1995 riservato solo agli aventi diritto all'indennizzo (Cass. III, n. 3958/2018).

La coassicurazione comunitaria

La coassicurazione comunitaria risulta attualmente disciplinata dagli artt. 161 e 162 d.lgs. n. 209/2005 (La Torre, 310).

Gli elementi qualificativi della fattispecie sono i seguenti: 1) almeno uno dei coassicuratori deve essere stabilito in uno Stato membro diverso da quello del coassicuratore delegatario; 2) i rischi da coprire devono rientrare tra i grandi rischi di cui all'art. 1, comma 1, lett. r) d.lgs. n. 209/2005; 3) deve essere redatto un contratto unico, sottoscritto da tutti i coassicuratori per una stessa data e con premio globale; 4) i coassicuratori debbono dare delega ad uno di loro affinché curi la gestione del contratto per conto e nell'interesse di tutti; 5) il coassicuratore delegatario è abilitato ad esercitare tutte le attribuzioni a lui demandate con la delega e a lui spettanti secondo gli usi relativi alla pratica della coassicurazione; tra le sue attribuzioni deve sempre essere compresa quella di determinare le condizioni di assicurazione ed il tasso di premio da applicare al contratto.

Bibliografia

Angeloni, voce Assicurazione della responsabilità civile, in Enc. dir., III, Milano, 1958; Antonucci, L'assicurazione tra impresa e contratto, Bari, 1994; Buttaro, voce Assicurazione contro i danni, in Enc. dir., III, Milano, 1958; De Strobel e Ogliari, L'assicurazione di responsabilità civile e il nuovo codice delle assicurazioni private, VI, Milano, 2008; Donati, Trattato del diritto delle assicurazioni private, Milano, III, 1956; Donati e Volpe Putzolu, Manuale di Diritto delle Assicurazioni, Milano, 2002; Fanelli, Assicurazione contro i danni, in Enc. giur., III, Roma, 1988; Fanelli, Le Assicurazioni, Milano, 1973; La Torre, Le Assicurazioni, Milano, 2007; Rossetti, Il Diritto delle Assicurazioni, II, Le assicurazioni contro i danni, Padova, 2012.

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