Codice Civile art. 1914 - Obbligo di salvataggio.

Caterina Costabile

Obbligo di salvataggio.

[I]. L'assicurato deve fare quanto gli è possibile per evitare o diminuire il danno [1227 2, 1915].

[II]. Le spese fatte a questo scopo dall'assicurato sono a carico dell'assicuratore, in proporzione del valore assicurato rispetto a quello che la cosa aveva nel tempo del sinistro, anche se il loro ammontare, unitamente a quello del danno, supera la somma assicurata, e anche se non si è raggiunto lo scopo, salvo che l'assicuratore provi che le spese sono state fatte inconsideratamente [1932; 187 trans.].

[III]. L'assicuratore risponde dei danni materiali direttamente derivati alle cose assicurate dai mezzi adoperati dall'assicurato per evitare o diminuire i danni del sinistro, salvo che egli provi che tali mezzi sono stati adoperati inconsideratamente [1900 3].

[IV]. L'intervento dell'assicuratore per il salvataggio delle cose assicurate e per la loro conservazione non pregiudica i suoi diritti [1913 1].

[V]. L'assicuratore che interviene al salvataggio deve, se richiesto dall'assicurato, anticiparne le spese o concorrere in proporzione del valore assicurato.

Inquadramento

La disposizione in esame impone all'assicurato l'obbligo di salvataggio ovvero di fare quanto gli è possibile per evitare o diminuire il danno. L'assicurato ha però diritto al rimborso delle spese fatte a questo scopo (comma 2), anche se il loro ammontare, unitamente a quello del danno, supera la somma assicurata.

L'art. 1914 subordina ad una sola condizione il diritto al rimborso delle spese sopportate: che le stesse non siano state fatte inconsideratamente, e cioè che l'assicurato si sia comportato con la diligenza del buon padre di famiglia (in giurisprudenza Cass. III, n. 1749/2005), mentre è del tutto irrilevante la circostanza che sia stato o meno conseguito qualche risultato utile (in dottrina Buttaro, 511).

L'assicuratore è inoltre obbligato a risarcire i danni subiti dalla cosa assicurata in seguito ed a causa delle operazioni di salvataggio.

L'assicuratore può peraltro intervenire direttamente nelle operazioni di salvataggio e assumere la direzione delle stesse, in tal caso l'assicurato può limitarsi ad eseguire le istruzioni ricevute dall'assicuratore senza che possa essergli mosso alcun addebito per questo suo comportamento o per le conseguenze degli atti da lui compiuti.

L'intervento dell'assicuratore non pregiudica il diritto dell'assicurato al rimborso delle spese sopportate e fa invece sorgere a carico dell'assicuratore l'obbligo di anticipare la somma all'uopo occorrente qualora l'assicurato ne faccia richiesta.

Ambito applicazione

In dottrina è controverso se l'art. 1914 si applichi a tutti i tipi di assicurazione contro i danni, ivi compresa l'assicurazione contro gli infortuni e quella della responsabilità civile.

L'opinione prevalente è quella negativa posto che la disposizione in esame si attaglia solo ai danni diretti (cioè quelli che vengono in rilievo nelle assicurazioni a cose) e che deve ritenersi insuscettibile di interpretazione estensiva o analogica (v. in arg. Rossetti, 50).

La giurisprudenza in una recente pronuncia si è allineata alla dottrina maggioritaria ritenendo che l'art. 1914 non trovi applicazione alle assicurazioni contro gli infortuni (Cass. I, n. 4788/1979).

La S.C. ha ritiene, altresì, che l'obbligo di salvataggio si applica anche al contratto di assicurazione della responsabilità civile, ed in tal caso impone all'assicurato di evitare di resistere al giudizio promosso contro di lui dal terzo danneggiato, quando da tale resistenza non possa ricavare alcun beneficio (Cass. III, n. 5479/2015).

Contenuto dell'obbligo

Il contenuto dell'obbligo di salvataggio può essere duplice (Cass. I, n. 238/1984): prima del sinistro esso ha ad oggetto l'adozione di sforzi idonei per prevenirlo, tale obbligo costituisce un corollario del principio indennitario; dopo il sinistro ha ad oggetto l'adozione di sforzi idonei a limitare il danno, tale obbligo costituisce applicazione del principio generale di cui all'art. 1227.

In pratica, mentre il dovere di evitare il danno si concretizza in un contegno commissivo od omissivo che si colloca utilmente nella fattispecie potenzialmente causativa del danno, valendo ad evitarlo, quello di diminuire il danno si riferisce ad un azione od omissione che, inserendosi nella serie causale quando il pregiudizio già si è determinato, ne impedisce la crescita ulteriore (Cass. III, n. 14992/2016).

La giurisprudenza ha all'uopo ritenuto che vanno considerati di salvataggio gli interventi che, inserendosi nel processo casuale, risultano idonei ad impedire la produzione (fin tutto o in parte) o il completamento del danno (Cass. III, n. 15458/2008).

L'obbligo di salvataggio che incombe sull'assicurato va adempiuto in entrambi i casi con la diligenza del buon padre di famiglia e permane anche nel corso del giudizio intentato contro l'assicuratore per conseguire l'indennizzo (Cass. III, n. 2909/2002).

Bibliografia

Angeloni, voce Assicurazione della responsabilità civile, in Enc. dir., III, Milano, 1958; Antonucci, L'assicurazione tra impresa e contratto, Bari, 1994; Buttaro, voce Assicurazione contro i danni, in Enc. dir., III, Milano, 1958; De Strobel e Ogliari, L'assicurazione di responsabilità civile e il nuovo codice delle assicurazioni private, VI, Milano, 2008; Donati, Trattato del diritto delle assicurazioni private, Milano, III, 1956; Donati e Volpe Putzolu, Manuale di Diritto delle Assicurazioni, Milano, 2002; Fanelli, Assicurazione contro i danni, in Enc. giur., III, Roma, 1988; Fanelli, Le Assicurazioni, Milano, 1973; La Torre, Le Assicurazioni, Milano, 2007; Rossetti, Il Diritto delle Assicurazioni, II, Le assicurazioni contro i danni, Padova, 2012.

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