Codice Civile art. 1915 - Inadempimento dell'obbligo di avviso o di salvataggio.Inadempimento dell'obbligo di avviso o di salvataggio. [I]. L'assicurato che dolosamente non adempie l'obbligo dell'avviso o del salvataggio perde il diritto all'indennità [1914]. [II]. Se l'assicurato omette colposamente di adempiere tale obbligo, l'assicuratore ha diritto di ridurre l'indennità in ragione del pregiudizio sofferto [1932; 187 trans.]. InquadramentoLa disposizione in esame disciplina l'inadempimento degli obblighi di avviso (art. 1913) e di salvataggio (art. 1914) posti a carico dell'assicurato prevedendo due distinte ipotesi a seconda che vi sia stato o meno dolo da parte dell'assicurato. Nella prima ipotesi (che ricorre ogni qualvolta l'assicurato ha in tal modo voluto impedire o rendere più gravose le indagini sulle cause del sinistro o sulla entità del danno o ha comunque volutamente cercato di trarre un vantaggio dal verificarsi del sinistro) egli decade dal diritto al pagamento dell'indennità. Nella seconda ipotesi invece vi sarà solo una riduzione dell'ammontare dell'indennità in proporzione del pregiudizio subito dall'assicuratore. Affinché l'assicurato possa ritenersi inadempiente all'obbligo, imposto dall'art. 1913, di dare avviso del sinistro all'assicuratore, occorre accertare se l'inosservanza abbia carattere doloso o colposo, atteso che, mentre nel primo caso l'assicurato perde il diritto all'indennità, ai sensi dell'art. 1915, comma 1, nel secondo l'assicuratore ha diritto di ridurre l'indennità in ragione del pregiudizio sofferto, ai sensi dell'art. 1915, comma 2; in entrambe le fattispecie l'onere probatorio grava sull'assicuratore, il quale è tenuto a dimostrare, nella prima, l'intento fraudolento dell'assicurato e, nella seconda, che l'assicurato volontariamente non abbia adempiuto all'obbligo ed il pregiudizio sofferto (Cass. III , n. 24210/2019). Le prescrizioni dell'art. 1915 sono derogabili solo in senso più favorevole all'assicurato ex art. 1932. Per tale ragione, ad avviso della giurisprudenza, la clausola inserita nel contratto di assicurazione, con la quale si impongono all'assicurato particolari modalità od oneri per l'assolvimento dell'obbligo di avviso di cui all'art. 1915, non può avere l'effetto di ridurre l'ambito della copertura assicurativa: anche in caso di sua violazione l'assicuratore può, pertanto, rifiutare o ridurre il pagamento dell'indennizzo soltanto ove deduca e dimostri che un tempestivo avviso gli avrebbe consentito di limitare il danno indennizzabile (Cass. III, n. 29209/2008). L'inadempimento degli obblighi di avviso e di salvataggioL'obbligo di avviso (art. 1913) deve ritenersi non adempiuto quando: a) sia stato del tutto omesso; b) sia stato adempiuto oltre il terzo giorno dal sinistro; c) sia stato indirizzato l'avviso a persona diversa dall'assicuratore o da un agente munito di potere rappresentativo; d) abbia un contenuto generico, non intelligibile, o comunque inidoneo a consentire all'assicuratore di individuare con esattezza le circostanze di tempo e di luogo del sinistro. L'obbligo di salvataggio (art. 1914) deve ritenersi inadempiuto quando: 1) sia stato del tutto omesso; 2) l'assicurato si sia tardivamente attivato dopo il sinistro per limitare i danni; 3) l'assicurato si sia attivato senza osservare la diligenza del buon padre di famiglia. Omissione dolosaNel caso di omissione dolosa dell'obbligo di avviso o di quello di salvataggio l'assicurato perde il diritto all'indennità. La giurisprudenza non ritiene necessario a tal fine lo specifico e fraudolento intento di arrecare danno all'assicuratore, ma è sufficiente la consapevolezza dell'obbligo previsto dalla norma e la cosciente volontà di non osservarlo (Cass. III, n. 21533/2021; Cass. III; n. 17088/2014). L'onere della prova del dolo è a carico dell'assicuratore, dovendosi in mancanza presumere un inadempimento di tipo colposo (Cass. III, n. 1196/1989). Omissione colposaNel caso di omissione colposa dell'obbligo di avviso o di quello di salvataggio l'indennizzo è ridotto in misura pari al danno patito dall'assicuratore in conseguenza del ritardato avviso: trattasi di una applicazione particolare del principio generale di cui all'art. 1227, comma 2. I pregiudizi che l'assicuratore può patire in conseguenza del ritardato avviso di sinistro possono essere i più disparati: tra quelli più ricorrenti vi sono la possibilità, nella assicurazione della r.c., di concludere una vantaggiosa transazione col terzo danneggiato, la perdita della possibilità di accertare con esattezza le cause del sinistro e, di conseguenza, la perdita della possibilità di promuovere l'azione di surrogazione ex art. 1916 nei confronti del terzo responsabile del danno (Rossetti, 49). Il pregiudizio che l'assicuratore subisce in conseguenza dell'omissione dell'obbligo di salvataggio è costituito da quella quota di danno che la corretta e tempestiva condotta dell'assicurato avrebbe potuto evitare. Il danno derivato dall'inadempimento dell'obbligo di avviso va allegato e dimostrato dall'assicuratore. Nel caso di inadempimento colposo degli obblighi di avviso o salvataggio l'assicuratore non ha l'onere di provare la colpa dell'assicurato, la quale in materia contrattuale si presume secondo la regola generale di cui all'art. 1218. Onere della provaLa previsione dell'art. 1915 distingue due ipotesi: l'una dolosa, l'altra colposa, di inadempimento dell'obbligo di avviso o di salvataggio e fa conseguire alla prima la perdita dell'indennizzo e alla seconda la riduzione della indennità, in ragione del pregiudizio sofferto dall'assicuratore. Per la prima ipotesi l'onere probatorio (dell'assicuratore) si esaurisce nella dimostrazione della natura dolosa dell'inadempimento, con la precisazione che per ritenere integrato il dolo non è richiesto lo specifico e fraudolento intento di arrecare danno all'assicuratore, ma è sufficiente la consapevolezza dell'obbligo previsto dalla norma e la cosciente volontà di non osservarlo. Per l'ipotesi di inadempimento colposo (da presumersi in difetto della dimostrazione del carattere doloso), l'onere probatorio dell'assicuratore deve concernere, invece, la entità del pregiudizio sofferto per effetto del mancato avviso ed è funzionale alla riduzione della indennità da corrispondere all'assicurato. In applicazione di tali principi la S.C. ha ritenuto che ha senso parlare di onere probatorio sulla entità dei danni evitabili con il tempestivo avviso o sulla inevitabilità degli stessi nel solo caso di inadempimento colposo, atteso che, in ipotesi di inadempimento doloso l'indennizzo non è comunque dovuto, a prescindere dagli effetti ― di preclusione o riduzione del danno ― che sarebbero potuti derivare dall'inadempimento dell'obbligo di avviso (Cass. III, n. 3264/2016). Assicurazione fideiussoriaLa S.C. ha recentemente chiarito che in materia di assicurazione fideiussoria, qualora la comunicazione del fatto o dell'inadempimento del contraente garantito avvenga, da parte del terzo beneficiario, oltre il termine contrattualmente stabilito per tale adempimento, la decadenza del diritto del terzo e l'esclusione del beneficio assicurativo si verificano automaticamente solo se queste conseguenze siano espressamente previste dal contratto di assicurazione (Cass. II, n. 2688/2019). BibliografiaAngeloni, voce Assicurazione della responsabilità civile, in Enc. dir., III, Milano, 1958; Antonucci, L'assicurazione tra impresa e contratto, Bari, 1994; Buttaro, voce Assicurazione contro i danni, in Enc. dir., III, Milano, 1958; De Strobel e Ogliari, L'assicurazione di responsabilità civile e il nuovo codice delle assicurazioni private, VI, Milano, 2008; Donati, Trattato del diritto delle assicurazioni private, Milano, III, 1956; Donati e Volpe Putzolu, Manuale di Diritto delle Assicurazioni, Milano, 2002; Fanelli, Assicurazione contro i danni, in Enc. giur., III, Roma, 1988; Fanelli, Le Assicurazioni, Milano, 1973; La Torre, Le Assicurazioni, Milano, 2007; Rossetti, Il Diritto delle Assicurazioni, II, Le assicurazioni contro i danni, Padova, 2012. |