Codice Civile art. 1934 - Competizioni sportive.

Caterina Costabile

Competizioni sportive.

[I]. Sono eccettuati dalla norma del primo comma dell'articolo precedente, anche rispetto alle persone che non vi prendono parte, i giuochi che addestrano al maneggio delle armi, le corse di ogni specie e ogni altra competizione sportiva.

[II]. Tuttavia il giudice può rigettare o ridurre la domanda, qualora ritenga la posta eccessiva.

Inquadramento

La disposizione in esame disciplina i giochi che addestrano al maneggio delle armi, le corse di ogni specie e ogni altra competizione sportiva sottraendoli all'applicazione della regola della soluti retentio stabilita dal comma 1 dell'art. 1933.

Il comma 2 dell'art. 1934 prevede, tuttavia, che il giudice, qualora ritenga che la posta in gioco o la scommessa sia eccessiva, possa rigettare o ridurre la domanda.

La norma ha finito per avere, nel corso del tempo, un'importanza secondaria rispetto alla disciplina dell'art. 1935 che regola le lotterie e più in generale le scommesse organizzate alle quali fanno attualmente capo i giochi e le scommesse sportive di maggiore diffusione.

La ratio della piena tutela della scommessa sportiva

La dottrina ritiene che l'art. 1934 implichi il riconoscimento dell'interesse generale che apporta l'attività sportiva e la conseguente esigenza di assicurare il reperimento dei mezzi finanziari per il suo impulso, anche attraverso il gettito delle scommesse sportive (Valsecchi, in Tr. C. M., XXXVIII, 1986, 73).

Il comma 2 dell'art. 1934, ai sensi del quale il giudice può rigettare o ridurre la domanda qualora ritenga che la posta in gioco o la scommessa sia eccessiva, trova applicazione unicamente in riferimento ai giochi e alle scommesse semplici e non anche a quelle organizzate come i concorsi pronostici (Buttaro, in Comm. S. B., 1959, 6).

Le scommesse sportive autorizzate

Elemento comune dei concorsi pronostici su base sportiva è che gli stessi vengono effettuati con il sistema del totalizzatore, ovvero si sommano tra loro gli importi delle scommesse dei singoli partecipanti in un fondo comune e, verificato l'evento, si divide tra i vincitori (ovvero coloro che avranno esattamente previsto l'evento stesso) il monte premi così formato, previa detrazione delle spese di organizzazione, dell'utile dell'ente gestore e degli oneri fiscali (Riccio, in Tr. Bes., XIV, 2005, 222).

La materia risulta disciplinata dal d.m. 19 giugno 2003, n. 179. L'oggetto dei concorsi consiste nell'esprimere il pronostico su eventi sportivi, attraverso l'utilizzo di schedine di gioco o attraverso la digitazione sul terminale dei pronostici di gioco o, ancora, per via telematica o telefonica (artt. 2 e 3 d.m. 19 giugno 2003, n. 179).

La partecipazione al concorso, qualora venga effettuata presso i punti vendita, è attestata dalla ricevuta di partecipazione emessa dal terminale di gioco (art. 4, comma 1, d.m. 19 giugno 2003, n. 179).

I vincitori decadono dal diritto alla riscossione dei premi presso i punti vendita e gli sportelli, allorché la verifica della ricevuta non venga effettuata nel termine di 90 giorni dalla data di pubblicazione del bollettino ufficiale di concorsi (art. 17 d.m. 19 giugno 2003, n. 179).

Tra i principali concorsi pronostici sportivi vanno ricordato il Totocalcio, relativo ai risultati delle gare di calcio, ed il Totip, relativo ai risultati delle corse di cavalli.

La giurisprudenza ha chiarito che la ricevuta rilasciata dall'agenzia ippica, al pari della bolletta del lotto e del biglietto della lotteria, non è riconducibile tra i titoli di credito ex art. 1992, perché non dotata dei requisiti di letteralità e di autonomia che connotano i predetti titoli. Essa valendo solo ad attestare la giocata del possessore, cui pagare la vincita, costituisce titolo di legittimazione in senso ampio, ai sensi dell'art. 2002, cioè documento atto ad individuare l'avente diritto alla prestazione, con la conseguenza che la relativa efficacia probatoria resta neutralizzata dall'accertamento in concreto della nullità del rapporto fondamentale in base al quale è stato emesso (Cass. III, n. 11924/1993).

Responsabilità dell'ente gestore delle scommesse sportive

La giurisprudenza ha ritenuto, in tema di concorso Totocalcio, che mentre la partecipazione al concorso pronostici effettuata direttamente presso l'ufficio del Coni comporta l'immediata conclusione del contratto nel momento in cui la scheda viene accettata dall'ufficio, non altrettanto avviene se la partecipazione viene effettuata presso un ricevitore autorizzato, il quale non rappresenta il Coni né gli altri concorrenti, ma è un incaricato dello stesso giocatore, che non può concludere un contratto con sé stesso. Il contratto in tale ipotesi si conclude, a norma dell'art. 1326, nel momento in cui l'ente proponente riceve i due tagliandi — spoglio e matrice — della scheda di partecipazione, venendo così a conoscenza dell'accettazione dell'altra parte.

Pertanto per qualsiasi evenienza dolosa o colposa imputabile al ricevitore, non si può configurare una responsabilità del Coni, né contrattuale, essendo mancata la conclusione del contratto, né aquiliana ex art. 2049, essendo il gestore un mandatario a titolo oneroso dello scommettitore, senza che sussista tra ente gestore e ricevitori autorizzati un rapporto di preposizione ai sensi della norma su indicata (Cass. III, n. 21692/2005).

Di conseguenza, il Coni non può essere chiamato a rispondere, non potendosi ravvisare nello stesso una posizione di garanzia, dell'eventuale inadempimento della ricevitoria, in ipotesi di mancato pagamento delle somme vinte dallo scommettitore (Cass. III, n. 6219/2016).

Bibliografia

Moscati, Gioco e scommessa, in Dig. civ., Torino, 1993; Perrone, Contratti di swap con finalità speculative ed eccezione di gioco, in Banca borsa tit. cred. 1995, II, 80; Valsecchi, voce Giuochi e scommesse, in Enc. dir., XIX, Milano, 1970.

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