Codice Civile art. 1935 - Lotterie autorizzate.Lotterie autorizzate. [I]. Le lotterie danno luogo ad azione in giudizio, qualora siano state legalmente autorizzate. InquadramentoL'art. 1935 accorda una piena tutela giudiziaria a favore dei giocatori delle lotterie quando queste siano legalmente autorizzate. Ad avviso della dottrina al termine “lotteria” va assegnata una portata più ampia di quella che assume nel linguaggio corrente identificandosi e comprendendo ogni specie di scommessa organizzata per la quale sia necessaria l'autorizzazione governativa (Riccio, in Tr. Bes., XIV, 2005, 203; Valsecchi, in Tr. C. M., XXXVIII, 1986, 121). Le lotterieLa lotteria tradizionale è quella in cui una pluralità di persone partecipa all'estrazione a sorte di determinati premi: il loro ammontare può essere già prestabilito o determinato attraverso un totalizzatore, mediante l'acquisto dei biglietti (Riccio, in Tr. Bes., XIV, 2005, 205). Il Ministero delle finanze, Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, provvede alla gestione ed organizzazione delle lotterie nazionali (art. 4, d.l. n. 138/2002, conv., con l. n. 178/2002). La partecipazione alla lotteria avviene attraverso l'acquisto di un biglietto al portatore, contrassegnato con una serie (una o più lettere dell'alfabeto) e con un numero progressivo. Le operazioni di estrazione, effettuate pubblicamente, sono ispirate a regole di trasparenza e garanzia (art. 14 e ss. d.P.R. n. 1677/1948). I possessori dei biglietti vincenti hanno diritto ai premi, ove formulino domanda di riscossione della rivincita (art. 20 e ss. d.P.R. n. 1677/1948). Si differenziano dalle lotterie tradizionali quelle ad estrazione istantanea (art. 6 l. n. 62/1990; d.m. 12 febbraio 1991), che si si caratterizzano in quanto i partecipanti possono conoscere immediatamente la vittoria del premio provvedendo a scoprire un tratto del biglietto (cd. gratta e vinci) in cui è celata una combinazione casuale di vincita. Il pagamento è istantaneo per le vincite fino ad un determinato importo, mentre per quelle superiori il pagamento va richiesto all'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (art. 5 d.m. 12 febbraio 1991). La giurisprudenza ritiene che anche la lotteria istantanea — la cui specificità consiste nel fatto che la vincita non è subordinata, come nelle lotterie tradizionali, all'evento futuro e incerto dell'estrazione del numero del biglietto vincente — vada ricondotta nel contratto di lotteria di cui all'art. 1935. A fronte della prestazione del giocatore, in particolare, l'amministrazione si impegna a mettere a disposizione un determinato montepremi suddiviso in un numero prefissato di vincite, che non vengono distribuite a posteriori — dopo la vendita dei biglietti — ma sono predeterminate a monte, prima dell'immissione dei biglietti stessi nel circuito di vendita, attraverso l'inserimento causale, nei lotti diffusi sul mercato, di tagliandi vincenti, restando celata la possibilità per gli acquirenti e per gli altri soggetti, di scoprire anzitempo la natura vincente o meno del biglietto (Cass. III, n. 28065/2008). Costituisce orientamento consolidato della S.C. che il biglietto di una lotteria autorizzata non è riconducibile tra i titoli di credito, ex art. 1992, in quanto non è dotato dei requisiti di letteralità e autonomia che connotano tali titoli: poiché lo stesso serve ad attestare la giocata del possessore, cui pagare la vincita, costituisce invece titolo di legittimazione in senso lato, ex art. 2002, atto ad individuare l'avente diritto alla prestazione e quindi idoneo a liberare il debitore che paga in buona fede al possessore e a legittimare il possessore della ricevuta a richiedere il pagamento della vincita (Cass. III, n. 5503/2008; Cass. III, n. 5062/2007; Cass. III, n. 15478/2006). La giurisprudenza ha altresì rimarcato che l'art. 1935 stabilisce che le lotterie autorizzate danno luogo ad azione in giudizio, riferendosi, però, soltanto ai rapporti tra il giocatore (o i giocatori, nel caso di giocata ad intestazione plurima) e l'ente che gestisce il gioco autorizzato. Conseguentemente, la disciplina posta dalla richiamata norma non può estendersi ai molteplici e variegati accordi meramente privati tra i giocatori, che — a differenza dal gioco autorizzato — restano al di fuori di ogni regolamentazione. Pertanto, proprio per la evidenziata natura di detti rapporti, non può neppure operare per le scommesse private che ruotano intorno al gioco autorizzato l'istituto del collegamento negoziale, in guisa da attrarre, per siffatto tramite, le prime nell'ambito di disciplina del secondo, posto che la normativa applicabile al contratto collegato, sebbene suscettibile di essere influenzata dal contratto principale, deve comunque essere individuata con riguardo alla natura dello stesso contratto collegato ed agli interessi che esso intende perseguire (Cass. III, n. 20622/2011). Tra le lotterie nazionali più note vanno ricordati il Lotto, l'Enalotto ed il Superenalotto. Rientra nella categoria delle lotterie anche il Bingo, che ricalca il gioco tradizionale della tombola. Limitazione di responsabilità dell'ente gestore e dei ricevitori autorizzati La giurisprudenza ritiene che, in materia di concorsi a pronostici, le clausole contrattuali, unilateralmente predisposte e contenute nel regolamento disciplinante il concorso sono accettate dallo scommettitore con la giocata e regolano il contratto complesso e unitario in tal modo concluso, con la conseguenza che la clausola limitativa della responsabilità dell'ente gestore e dei ricevitori autorizzati per la mancata trasmissione della matrice di giocata ai soli casi di dolo o colpa grave non altera i normali criteri di ripartizione dell'onere della prova di cui agli artt. 1218 e 2697, con la conseguenza che il debitore ricevitore, il quale voglia andare esente da responsabilità, ha l'onere di provare che l'inadempimento o inesatto adempimento, sia dipeso da causa estranea al suo potere di controllo, ovvero che la sua attività o inattività concreti colpa lieve. Spetterà, invece, al creditore scommettitore la prova dell'inesecuzione della prestazione nonché del danno di cui chieda il risarcimento (Cass. III, n. 13434/2013). BibliografiaMoscati, Gioco e scommessa, in Dig. civ., Torino, 1993; Perrone, Contratti di swap con finalità speculative ed eccezione di gioco, in Banca borsa tit. cred. 1995, II, 80; Valsecchi, voce Giuochi e scommesse, in Enc. dir., XIX, Milano, 1970. |