Codice Civile art. 1961 - Obblighi del creditore anticretico.

Caterina Costabile

Obblighi del creditore anticretico.

[I]. Il creditore, se non è stato convenuto diversamente, è obbligato a pagare i tributi e i pesi annui dell'immobile ricevuto in anticresi.

[II]. Egli ha l'obbligo di conservare, amministrare e coltivare il fondo da buon padre di famiglia [1176 1]. Le spese relative devono essere prelevate dai frutti.

[III]. Il creditore, se vuole liberarsi da tali obblighi, può, in ogni tempo, restituire l'immobile al debitore, purché non abbia rinunziato a tale facoltà [1070].

Inquadramento

Le obbligazioni principali del creditore anticretico sono: quella di rispettare la destinazione economica della cosa, ossia servirsene per l'uso al quale è stata destinata o che deriva dalla natura della cosa ed, inoltre, quella di conservare la cosa e di amministrarla da buon padre di famiglia (Nicita, 324).

Il creditore anticretico ha l'obbligo, salvo diversa statuizione, di pagare i tributi e i pesi annui dell'immobile ricevuto in anticresi, nonché di provvedere alle spese inerenti alla manutenzione dell'immobile.

Può liberarsi in ogni tempo dai propri obblighi mediante restituzione dell'immobile (comma 3).

Obblighi del creditore anticretico

Il creditore anticretico è tenuto (Persico, 535; Tedeschi, 1957, 664): alla gestione dell'immobile col rispetto della destinazione economica; alla percezione dei frutti; al pagamento dei tributi e pesi annui; ad anticipare le spese di gestione; al rendiconto della gestione; alla restituzione dell'immobile alla cessazione del rapporto.

Per tutte le spese incontrate nell'adempimento degli obblighi di cui è gravato, il creditore anticretico ha diritto al rimborso mediante prelievo dei frutti (Fragali, in Comm. S. B., 1974, 145).

In ordine agli eventuali miglioramenti apportati, la dottrina prevalente propende per l'applicazione analogica dell'art. 1592 in materia di locazione (Tedeschi, 1952, 108). Una diversa e minoritaria impostazione distingue, invece, tra miglioramenti autorizzati che andranno integralmente rimborsati e miglioramenti non autorizzati che daranno luogo a rimborso della minor somma tra l'importo della spesa e l'aumento di valore conseguito dalla cosa per effetto dei miglioramenti (Persico, 538).

Conseguenze dell'inadempimento

La dottrina è divisa in ordine alle conseguenze dell'inadempimento degli obblighi gravanti sul creditore anticretico.

Alcuni autori ritengono possibile il ricorso al rimedio della risoluzione del contratto per inadempimento ex art. 1453 (Bozzi, in Comm. S. B., XIII, 1985, 293; Persico, 539; Zuddas, 4). Altri ne escludono l'applicabilità in presenza di un contratto, come quello di anticresi, che seppur oneroso non può definirsi a prestazioni corrispettive mancando il nesso sinallagmatico tra le obbligazioni gravanti sulle parti contrattuali (Tedeschi, 1952, 101). Tale posizione dottrinale ritiene preferibile, in conformità alla ratio dell'istituto, il ricorso al sequestro del bene ex art. 2793 anche per analogia con la disciplina del pegno (Tucci, 344).

Diritti del creditore anticretico

Il diritto di godimento sulla cosa spettante al creditore anticretico si esercita con gli stessi poteri dell'usufruttuario, potendo il creditore anticretico trarre dalla cosa ogni utilità che questa può dare, fermi i limiti stabiliti dagli artt. 981-1000, in quanto non incompatibili con la speciale natura dell'anticresi (Persico, 540).

I frutti della cosa vengono acquistati dal creditore anticretico con la separazione, a decorrere dalla conclusione del contratto di anticresi (art. 821).

Al creditore anticretico non spetta il diritto di ritenzione in quanto incompatibile con il titolo (detenzione) che qualifica il rapporto del medesimo creditore con la cosa detenuta e perché previsto da norme eccezionali insuscettibili di applicazione analogica (Cicero, in Comm. S., 2010, 18).

L'ultimo comma dell'art. 1961 riconosce al creditore la facoltà di liberarsi in ogni tempo dai propri obblighi, rinunciando al suo diritto e restituendo l'immobile al debitore: l'esercizio di questo potere gli è precluso solo nel caso in cui egli vi abbia espressamente rinunziato.

Una parte della dottrina considera questa facoltà riconosciuta al creditore una forma particolare di rinuncia (Tucci, 346) concretantesi in un negozio giuridico unilaterale, recettizio e non reale, poiché, la riconsegna dell'immobile, non è necessaria al perfezionamento del negozio (Tedeschi, 1957, 665). Altri autori, invece, considerano la facoltà del creditore di restituire in ogni tempo l'immobile, espressione del diritto di recesso del creditore e non rinuncia (Fragali, 1974, 151).

Bibliografia

Nicita, L'anticresi, in Moretti-Nicita-Visalli, Sequestro convenzionale, fideiussione, mandato di credito, anticresi, transazione, cessione dei beni ai creditori, in Giur. sist. Bigiavi, Torino, 1980; Persico, voce Anticresi, in Enc. dir., II, Milano, 1958; Tedeschi, L'Anticresi, in Tratt. Vassalli, Torino, 1952; Tucci, Anticresi, in Dig. civ., I, Torino, 1987; Tedeschi, Anticresi, in Nss. D.I., I, Torino, 1957; Zuddas, Anticresi, in Enc. giur., II, Roma, 1988.

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