Codice Civile art. 1964 - Compensazione dei frutti con gli interessi.Compensazione dei frutti con gli interessi. [I]. Salva la disposizione dell'articolo 1448, è valido il patto col quale le parti convengono che i frutti si compensino con gli interessi in tutto o in parte. In tal caso il debitore può in ogni tempo estinguere il suo debito e rientrare nel possesso dell'immobile [192 trans.]. InquadramentoLa disposizione in esame disciplina la cd. anticresi compensativa in cui è prevista l'imputazione dei frutti ai soli interessi e non anche al capitale (Cass. II, n. 1866/1983). Il debitore è, in questa forma di anticresi, tutelato contro una eccessiva sperequazione tra il valore dei frutti e l'ammontare degli interessi (nella misura legale), sia dal rimedio generale previsto dall'art. 1448 e dalle disposizioni penali in tema di interessi usurari (art. 644 c.p.) sia mediante la possibilità di rientrare in ogni tempo in possesso della cosa estinguendo il proprio debito (Fragali, in Comm. S. B., 1974, 216; Tedeschi, 1957, 663). L'art. 1964 è senza dubbio norma imperativa e in quanto tale inderogabile. Essa può garantire anche una tutela parziale, nel senso che la totalità dei frutti si compensa con una parte degli interessi, mentre non è ritenuto ammissibile il contrario (Tedeschi, 1952, 125). Natura giuridicaL'ipotesi di anticresi, prevista dall'art. 1964, si caratterizza col fatto che tra le parti viene a priori stabilita l'estinzione del debito, per quanto riguarda gli interessi, o di una parte di questo, con la percezione dei frutti indipendentemente dal loro valore; e, anzi, addirittura della loro presenza, considerandosi, il semplice godimento della cosa da parte del creditore anticretico, come corrispettivo per gli interessi dovuti. Questo tipo di anticresi non vale tuttavia ad estinguere il debito capitale e, pertanto, anche la sua funzione di garanzia ne risulta attenuata, limitandosi tale tipo di anticresi ad assicurare il pagamento degli interessi per un certo periodo di tempo (Persico, 542). Estinzione anticipata del debitoNell'ipotesi di anticresi compensativa, il legislatore ha previsto il diritto per il debitore di estinguere anticipatamente il proprio debito (di capitale e di interessi) in qualsiasi momento, a prescindere dalla durata determinata nel contratto e dalla fissazione, nell'ambito del rapporto garantito, di un termine indicato a favore del creditore. Tale diritto è estensibile anche al costituente non debitore (Fragali, 1974, 108). Secondo parte della dottrina tale disposizione riflette la diffidenza del legislatore verso il patto di compensazione (Tedeschi, 1957, 663). L'eventuale rinuncia al diritto di estinguere anticipatamente il debito, espressamente riconosciuto al debitore anticretico, per effetto della disposizione di cui all'art. 1964, deve considerarsi nulla. È stato altresì evidenziato che anche l'anticresi compensativa può essere limitata convenzionalmente ad un arco di tempo non coincidente con la scadenza del debito garantito. In questa ipotesi, fatto salvo il diritto del debitore, o del terzo titolare del bene, di estinguere in ogni tempo il suo debito e di rientrare nella disponibilità dell'immobile, l'anticresi si estingue alla scadenza stabilita, anche se il debito non è ancora scaduto o se alla scadenza non è stato ancora soddisfatto (Tucci, 340). BibliografiaNicita, L'anticresi, in Moretti-Nicita-Visalli, Sequestro convenzionale, fideiussione, mandato di credito, anticresi, transazione, cessione dei beni ai creditori, in Giur. sist. Bigiavi, Torino, 1980; Persico, voce Anticresi, in Enc. dir., II, Milano, 1958; Tedeschi, L'Anticresi, in Tratt. Vassalli, Torino, 1952; Tucci, Anticresi, in Dig. civ., I, Torino, 1987; Tedeschi, Anticresi, in Nss. D.I., I, Torino, 1957; Zuddas, Anticresi, in Enc. giur., II, Roma, 1988. |