Codice Civile art. 1965 - Nozione.

Caterina Costabile

Nozione.

[I]. La transazione è il contratto [1350 n. 12, 2643 n. 13] col quale le parti, facendosi reciproche concessioni, pongono fine a una lite già incominciata o prevengono una lite che può sorgere tra loro [764, 1304].

[II]. Con le reciproche concessioni si possono creare, modificare o estinguere anche rapporti diversi da quello che ha formato oggetto della pretesa e della contestazione delle parti [1976].

Inquadramento

La transazione è il contratto con il quale le parti pongono fine ad una lite già insorta ovvero impediscono che possa sorgere facendosi reciproche concessioni.

Con la cd. transazione conservativa le parti si limitano a regolare il rapporto preesistente mediante reciproche concessioni, senza crearne uno nuovo (Cass. II, n. 11632/2010).

Invece, la cd. transazione novativa (art. 1976) determina l'estinzione del precedente rapporto cui si sostituisce integralmente, di modo che si verifichi una situazione di oggettiva incompatibilità tra il rapporto preesistente e quello dell'accordo transattivo, con la conseguente insorgenza dall'atto di un'obbligazione oggettivamente diversa dalla precedente (Cass. III, n. 15444/2011). 

La deduzione di una transazione novativa - salva l'ipotesi di sua conclusione in corso di causa - costituisce eccezione in senso stretto (Cass. II, n. 30905/2023).

Si ha transazione "generale", quando le parti in lite chiudono definitivamente ogni contestazione su tutti i loro pregressi rapporti, quando l'accordo investe, cioè, ogni contrapposta pretesa rispetto ai rapporti in essere tra le parti (Cass. VI, n. 9206/2020); mentre la transazione "speciale" attiene a un determinato affare necessariamente individuato come tale, cui associare l'effetto estintivo o preclusivo (Cass. I, n. 21557/2021).​

L'impostazione prevalente qualifica la transazione come un contratto a titolo oneroso, bilaterale, a prestazioni corrispettive (D'Onofrio, in Comm. S. B., 1974, 223).

Natura giuridica

La dottrina ha osservato che la nozione fornita dall'art. 1965 non individua un tipo contrattuale in base al contenuto di una o entrambe le prestazioni, ma descrive una funzione assolvibile da qualsiasi prestazione di cui le parti possano disporre: porre fine ad una lite già incominciata o prevenire una lite che può sorgere (Del Prato, 813).

Tuttavia, ciò non significa che la transazione sia dotata di causa generica come tale idonea ad innestarsi nell'ambito della funzione di altri contratti.

Dalla nozione che il codice fornisce emerge, difatti, un contratto dalle caratteristiche peculiari, e ciò essenzialmente per due ragioni: i sacrifici di ordine patrimoniale affrontati dalle parti possono essere a contenuto estremamente variabile (Cass. III, n. 6861/2003) e sono funzionalmente rivolti a porre fine o prevenire una lite.

Per tali ragioni la dottrina tradizionale individua la causa della transazione nella composizione o prevenzione di una lite futura tra le parti.

Presupposti: la nozione di lite, l'incertezza e le reciproche concessioni

Presupposto della transazione è la preesistenza di una lite da qualificarsi come conflitto di interessi nella formulazione di una pretesa cui segua una contestazione sulla esistenza o sulla misura del diritto posto a fondamento della pretesa (Del Prato, 816).

La giurisprudenza richiede, inoltre, l'esistenza di uno stato di incertezza soggettiva, affermando che affinché un negozio possa essere considerato transattivo è necessario, da un lato, che esso abbia ad oggetto una res dubia, e cioè cada sopra un rapporto giuridico avente, almeno nell'opinione delle parti, carattere d'incertezza, e, dall'altro lato, che, nell'intento di far cessare la situazione di dubbio venutasi a creare tra loro, i contraenti si facciano delle concessioni reciproche, nel senso che l'uno sacrifichi qualcuna delle sue pretese in favore dell'altro, indipendentemente da qualsiasi rapporto di equivalenza fra datum e retentum (Cass. III, n. 7999/2010).

Altro elemento essenziale della transazione è dato dalle reciproche concessioni da intendersi come parziale abdicazione alle posizioni assunte dalle parti in lite(Cass. III, n. 25600/2022).

Anche la dottrina è concorde sul punto (Santoro Passarelli, 68), evidenziando che le concessioni reciproche possono avere il contenuto più vario e non debbono necessariamente esaurirsi nell'àmbito del rapporto controverso, essendo consentito dalla legge (art. 1965, comma 2) che esse incidano su beni e diritti estranei alla controversia.

Le reciproche concessioni cui si riferisce la norma in esame debbono, difatti, intendersi in relazione alle posizioni assunte dalle parti non solo nella lite in atto, ma anche in vista di una controversia che possa insorgere tra loro e che esse intendono prevenire: tali posizioni vanno intese in relazione alle reciproche pretese e contestazioni e non già in relazione ai diritti effettivamente ad essi spettanti, secondo la considerazione obiettiva della legge.

Le reciproche concessioni possono, inoltre, riguardare anche liti future non ancora instaurate ed eventuali danni non ancora manifestatisi, purché questi ultimi siano ragionevolmente prevedibili  (Cass. I, n. 26528/2019).

La S.C. ha, inoltre, chiarito che qualora rispetto ad un medesimo rapporto siano sorte o possano sorgere tra le parti più liti, in relazione a numerose questioni tra loro controverse, l'avere dichiarato, nello stipulare una transazione, di non aver più nulla a pretendere in dipendenza del rapporto, non implica necessariamente che la transazione investa tutte le controversie potenziali o attuali, dal momento che a norma dell'art. 1364 le espressioni usate nel contratto per quanto generali, riguardano soltanto gli oggetti sui quali le parti si sono proposte di statuire. Ne consegue che, se il negozio transattivo concerne soltanto alcuna delle stesse, esso non si estende, malgrado l'ampiezza dell'espressione adoperata, a quelle rimaste estranee all'accordo, il cui oggetto va determinato attraverso una valutazione di tutti gli elementi di fatto, con apprezzamento che sfugge al controllo di legittimità qualora sorretto da congrua motivazione (Cass. I, n. 12367/2018).

La distinzione dal negozio di accertamento

In dottrina la differenziazione della transazione dal negozio di accertamento è stata operata non soltanto sul piano degli effetti, ma anche e soprattutto sul piano funzionale (Galletto, 1384).

Sotto quest'ultimo profilo, in particolare, è stato rilevato che attraverso la transazione le parti non si pongono l'obiettivo di dare certezza ai loro rapporti attraverso un accertamento, che intendono anzi evitare operando un contemperamento delle reciproche pretese che prescinde dalla effettiva portata della realtà giuridica in cui sorge la controversia (Falzea, 205).

Per quanto concerne il piano degli effetti, inoltre, è stato osservato che la transazione può indifferentemente regolare i rapporti tra le parti in senso convergente con la realtà giuridica anteriore (assumendo efficacia dichiarativa) oppure in senso divergente (assumendo in tal caso efficacia costitutiva)

La giurisprudenza, dal suo canto, evidenzia che presupposto del negozio d'accertamento è l'incertezza della situazione giuridica che esso intende eliminare, senza però alterarne il contenuto, giacché, ove la eliminazione dell'incertezza si concretasse in un accertamento difforme dall'effettivo contenuto e dall'effettiva portata del negozio accertato, la nuova situazione che ne deriva importerebbe la costituzione di un nuovo negozio giuridico del tutto autonomo, da inquadrarsi nello schema della transazione, e non già di un negozio di accertamento. Più precisamente, secondo la S.C., il negozio di accertamento ha la funzione di fissare il contenuto di un rapporto giuridico preesistente con effetto preclusivo di ogni ulteriore contestazione al riguardo, mentre la transazione postula una reciprocità delle concessioni tra le parti per effetto delle quali le parti stesse modificano la disciplina del rapporto preesistente (Cass. lav., n. 5999/1987).

La differenza tra negozio di accertamento e transazione risulta, inoltre, dalla constatazione che mentre la transazione è composizione contrattuale di una controversia attuale o prevista, e il suo contenuto si traduce in un regolamento di interessi, idoneo a modificare ed a sostituirne altro ai precedenti, con lo scopo di eliminare, mediante una reciprocità di concessioni, una lite che sia insorta tra le parti oppure di prevenirla ove vi sia pericolo di insorgenza, il negozio di accertamento, pur consistendo in un regolamento di interessi, è caratterizzato dallo scopo di imprimere certezza giuridica ad un precedente rapporto o negozio e, perciò, di questo rapporto o negozio si limita a precisare il contenuto, l'esistenza e gli effetti (Cass. I, n. 18737/2004).

Distinzione rispetto alla confessione

La giurisprudenza ha chiarito che il riconoscimento di un fatto a sé sfavorevole e favorevole all'altra parte non ha natura confessoria, per mancanza di «animus confitendi», ove costituisca l'oggetto di una delle reciproche concessioni di un contratto di transazione, poiché non integra una dichiarazione di scienza che sia fine a se stessa, ma s'inserisce nel contenuto del contratto transattivo ed è strumentale rispetto al raggiungimento dello scopo di questo, il che fa venir meno, nella rappresentazione interna che l'autore si forma della propria dichiarazione, la basilare caratteristica che alle confessioni conferisce forza probante (Cass. III, n. 12691/2015).

La transazione complessa o mista

La transazione complessa o mista, prevista dal comma 2 dell'art. 1965, consiste nel caso, estremamente frequente, in cui le prestazioni che costituiscono il contenuto delle concessioni esorbitano dal rapporto controverso (Cass. II, n. 8330/1990).

La S.C. ha all'uopo rimarcato che la transazione può avere funzione traslativa soltanto con riguardo a rapporti diversi da quello che ha formato oggetto della pretesa e della contestazione delle parti, dovendosi ritenere inconcepibile il trasferimento tra le parti in lite, mediante transazione, di un diritto la cui appartenenza sia incerta perché oggetto di contestazione (Cass. III, n. 14432/2016).

La dottrina considera la figura in questione un contratto misto con tipo prevalente (Santoro Passarelli, 1986, 204): la conseguenza di tale qualificazione è l'applicazione delle prescrizioni formali dettate per il contratto la cui causa è prevalente in forza del criterio di assorbimento del contratto avente funzione primaria all'interno della struttura complessa della transazione (Del Prato, voce Transazione, 1992, 818).

Costituisce inoltre approdo pacifico in dottrina che ove nella transazione a causa mista concorra una causa traslativa trovino applicazione le garanzie previste per la disciplina della vendita, nonché le norme in tema di usucapione abbreviata su titolo trascritto, in tema di retratto successorio e di azione revocatoria (Colangeli, 127).

L'attitudine alla costituzione di un nuovo rapporto idoneo ad assorbire il precedente ha fatto ritenere ad alcuni autori che la transazione complessa produca costantemente un effetto «novativo» (D'Onofrio, in Comm. S.B., 1974, 283).

È stato tuttavia di contro evidenziato che i termini occorrenti perché l'innovatività della transazione si spinga al punto di toglier di mezzo la fonte della preesistente situazione non appaiono in ogni caso connaturati alla costituzione, modificazione od estinzione di «rapporti diversi da quello che ha formato oggetto della pretesa e della contestazione delle parti», sicché il nesso fra transazione «novativa» e transazione mista è solo di «eventuale interferenza» (Santoro Passarelli, 83).

Bibliografia

Carresi, Transazione (dir. vig.), in Nss. D.I., XIX, Torino, 1973; Colangeli, La Transazione, Milano, 2012; Del Prato, voce Transazione (dir. priv.), in Enc. dir., XLIV, Milano, 1992; Carresi, La transazione, Milano, 1992; Falzea, Accertamento (Teoria generale), in Enc. dir., I, Milano, 1958; Galletto, La transazione: complessità dell'istituto ed attualità della funzione; in Riv. trim. dir. proc. 2013, 4, 1379; Moscarini - Corbo, voce Transazione, in Enc. giur., Roma, 1994; Santoro Passarelli, La Transazione, Napoli, 1986.

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