Codice Civile art. 1983 - Controllo del debitore.Controllo del debitore. [I]. Il debitore ha diritto di controllare la gestione e di averne il rendiconto alla fine della liquidazione, o alla fine di ogni anno se la gestione dura più di un anno [263-266 c.p.c.; 109, 178 att. c.p.c.]. [II]. Se è stato nominato un liquidatore, questi deve rendere il conto anche al debitore [193 trans.]. InquadramentoLa disposizione in esame attribuisce al debitore un potere di controllo sulla gestione dei beni ceduti da parte dei creditori cessionari o da parte del liquidatore da questi nominato. Il potere di controllo è rilevante ai fini della eventuale responsabilità dei creditori cessionari per inadempimento (Salvi, in Comm. S.B. 1974, 378). Contenuto ed esercizio del potere di controlloIl potere di controllo attribuito al debitore cedente non gli attribuisce la facoltà di compiere atti di gestione diretta, sostituendosi ai cessionari, ma è ristretto alla possibilità di chiedere informazioni sulla gestione, di consultare le scritture, di assistere a determinate operazioni e di prendere parte alle assemblee dei creditori (Ghidini, 189; Vassalli, in Tr. Res. 1985, 420). Nomina del liquidatoreLa giurisprudenza reputa che il liquidatore nominato ai sensi dai creditori cessionari vada considerato come un sostituto del mandatario ai sensi dell'art. 1717 (Cass. I, n. 5403/1978). Detta ricostruzione risulta recepita anche dalla dottrina (De Martini, 322; Vassalli, in Tr. Res. 1985, 422). Per tale ragione alla fattispecie si applica integralmente l'art. 1717, comma 3, in forza del quale è il mandatario a rispondere delle istruzioni che ha impartito al sostituto (Salvi, in Comm. S.B. 1974, 379). Il rendiconto: modalità e contenutoSi ritiene che il rendiconto debba essere accompagnato dai documenti giustificativi delle singole operazioni della gestione (Vassalli, ult. cit.). La giurisprudenza ha ritenuto che l'obbligo del rendiconto annuale della gestione della cessio bonorum non implica necessariamente l'applicabilità delle norme dettate in tema di rendimento dei conti dagli art. 263 e ss. c.p.c., per il caso di lite giudiziaria, atteso che, specie in presenza di accordi espressi o taciti fra le parti, può essere soddisfatto con modalità più semplici, purché ugualmente idonee a rendere edotto il debitore cedente circa lo svolgimento delle operazioni di liquidazione (Cass. I, n. 1062/1980). Nel procedimento di concordato preventivo con cessione dei beni, il commissario giudiziale ed il liquidatore non sono tenuti a presentare il rendiconto di cui all'art. 116 r.d. 16 marzo 1942, n. 267, di conseguenza il compenso a loro spettante va liquidato dopo l'esecuzione del concordato ovvero al momento in cui il concordato venga per qualsiasi causa a cessare (Cass. I, n. 6187/1981). BibliografiaBessone, Cessione ai creditori e disciplina dell'atto di disposizione del debitore sui beni ceduti, in Foro pad., 1967, III, 63; Betti, Natura giuridica della cessione dei beni ai creditori, in Riv. dir. comm., 1935, II, 304; Candian, Sulla cessione dei beni ai creditori, in Dir. fall., 1943, I, 16; Castana, La cessione dei beni ai creditori nelle diverse fattispecie, Milano, 1957; De Martini, La cessione dei beni ai creditori, in Riv. dir. comm., 1942, I, 320; Di Pace, Natura giuridica della cessione dei beni ai creditori, in Foro it., 1938, I, 777; Foà, Cessione dei beni ai creditori, in Riv. dir. comm., 1934, 40; Ghidini, La cessione dei beni ai creditori, Milano, 1956; Miccio, voce Cessione dei beni ai creditori, in Enc. dir., VI, Milano, 1960; Nicita, Il dolo nell'annullamento della cessio bonorum per dissimulazione dei beni, in Giust. civ., 1988, II, 360. |