Codice Civile art. 2001 - Rinvio a disposizioni speciali.

Caterina Costabile

Rinvio a disposizioni speciali.

[I]. Le norme di questo titolo si applicano in quanto non sia diversamente disposto da altre norme di questo codice o di leggi speciali.

[II]. I titoli del debito pubblico, i biglietti di banca e gli altri titoli equivalenti sono regolati da leggi speciali (1).

(1) V. r.d. 28 aprile 1910, n. 204; r.d. 19 febbraio 1911, n. 298; l. 6 agosto 1966, n. 651; d.P.R. 30 dicembre 2003, n. 398.

Inquadramento

Ai sensi dell'art. 2001 la disciplina generale dei titoli di credito contenuta negli articoli precedenti trova applicazione, salvo che non sia specificamente disposto da altre disposizioni del codice o da leggi speciali.

Tra le leggi speciali particolare rilievo assumono il r.d. 14 dicembre 1933, n. 1669 in materia di cambiale, nonché il r.d. 21 dicembre 1933, n. 1736 in materia di assegno.

Vanno, inoltre, menzionati il r.d. 28 aprile 1910, n. 204 sul biglietto di banca, che è un buono emesso da una banca a ciò autorizzata con cui questa si obbliga a pagare una somma determinata a vista e al portatore, ed il r.d. 19 febbraio 1911, n. 298, la l. 6 agosto 1966, n. 651 ed il d.P.R. 30 dicembre 2003, n. 398 sui titoli del debito pubblico.

La cambiale

La cambiale è un titolo di credito all'ordine che assolve una funzione latamente creditizia assistita da garanzie di celerità nell'ipotesi di inadempienza costituendo essa titolo esecutivo (Asquini, 221 ss.; Tedeschi, 1987, 388 ss.).Rimuovi

Chi non ha al momento disponibilità liquide può, al fine di rinviare nel tempo il pagamento, emettere una cambiale ad una data scadenza; il creditore potrà o far circolare la cambiale ovvero detenerla per poi presentarla all'incasso una volta venuto a scadenza il termine.

Il r.d. 14 dicembre 1933, n. 1669 prevede due tipi di cambiale: la cambiale vera e propria (o vaglia cambiario o pagherò cambiario) e la cambiale tratta (o tratta tout court).

Il pagherò è una promessa del debitore (emittente) al creditore (primo prenditore) avente ad oggetto il pagamento di una certa somma ad una certa scadenza.

La cambiale tratta (se accettata) determina invece una vicenda trilaterale coinvolgente il debitore traente, il creditore primo prenditore ed il terzo trattario: qualora il debitore abbia a sua volta un proprio debitore può, difatti, ordinare a costui di pagare il debito al terzo creditore.

La struttura è quella della delegazione e l'obbligazione principale in capo al trattario nasce solo a seguito di sua accettazione (Cass. I, n. 10253/1994), che si esprime mediante sottoscrizione del titolo presentato dal portatore (art. 26 r.d. n. 1669/1933).

Come tutti i titoli all'ordine la cambiale circola mediante girata, con la precisazione che ogni girante risponde solidalmente nei confronti di tutti i successivi giratari per l'eventuale mancata accettazione della cambiale tratta o per l'inadempimento dell'emittente nel caso di pagherò (art. 19 r.d. n. 1669/1933).

Il pagamento della cambiale può essere garantito con avallo per tutta o una parte della somma (art. 35 r.d. n. 1669/1933) mediante la formula “per avallo” sottoscritta dall'avallante sulla cambiale o sul foglio di allungamento (art. 36 r.d. n. 1669/1933).

Una volta scaduto il termine, il possessore della cambiale dovrà richiedere il pagamento all'emittente (in caso di pagherò) o al trattario (in caso di tratta) o all'avallante (art. 43 r.d. n. 1669/1933).

Se costoro non adempiono il possessore della cambiale può agire in regresso contro i precedenti giranti, contro il traente o l'avallante (art. 49 r.d. n. 1669/1933).

L'azione di regresso può essere iniziata solo se la mancata accettazione in caso di tratta o l'inadempimento dell'emittente in caso di pagherò sono stati previamente accettati mediante protesto (Cass. I., n. 21838/2014), atto formale redatto da notaio o da pubblico ufficiale che deve risultare dal titolo (art. 51 r.d. n. 1669/1933).

L'azione cambiaria diretta si prescrive in tre anni dalla scadenza del titolo, mentre quella di regresso in un anno dalla levata del protesto o dalla scadenza se il possessore è stato esonerato dall'onere di levarlo (art. 94 r.d. n. 1669/1933).

L'assegno

L'assegno è un mezzo di pagamento disciplinato dal r.d. 21 dicembre 1933, n. 1736 (Micheli-De Marchi, 299).

Anche l'assegno conosce le due diverse forme dell'ordine dato ad un proprio debitore di pagare (assegno bancario) e della promessa di pagamento (assegno circolare).

Con l'assegno bancario il traente (cliente della banca) impartisce al trattario (banca) l'ordine di pagare una certa somma a un terzo ovvero a se stesso.

La banca trattaria non può accettare ed anzi ogni menzione di accettazione apposta sull'assegno bancario si ha per non scritta (art. 4 r.d. n. 1736/1933), con la conseguenza che la banca può rifiutare il pagamento al terzo non solo quando ritenga falsa la firma di traenza, ovvero se manca uno dei requisiti propri dell'assegno (art. 1 r.d. n. 1736/1933), ma anche quando per qualsiasi motivo ritenga non opportuno procedere al pagamento.

Ai fini della emissione di assegni bancari è necessario che tra la banca trattaria ed il cliente sia intervenuta la convenzione di assegno in seguito alla quale la banca rilascia al cliente un carnet di assegni.

La circolazione dell'assegno avviene mediante girata e può essere impedita mediante l'apposizione della clausola di non trasferibilità (art. 43 r.d. n. 1736/1933), che rende il titolo pagabile al solo prenditore o accreditabile sul suo conto corrente. L'art 49, comma 5, del d.lgs. 21 novembre 2007, n. 231 e successive modificazioni ha stabilito che assegni bancari e postali emessi per importi pari o superiori a 1.000 euro debbano recare obbligatoriamente tale clausola, unitamente all'indicazione del beneficiario e ciò al fine di prevenire il riciclaggio di denaro.

L'assegno deve essere presentato all'incasso entro tempi molto brevi (art. 32 r.d. n. 1736/1933) pena, in caso di rifiuto di pagamento da parte della banca trattaria, la perdita dell'azione di regresso verso il traente, i giranti e gli altri obbligati (art. 45 r.d. n. 1736/1933), che si prescrive comunque in sei mesi dal giorno di scadenza della presentazione del titolo (art. 75 r.d. n. 1736/1933).

L'assegno bancario può essere immediatamente portato all'incasso anche se postdatato (Cass. III, n. 26161/2014).

L'assegno circolare è un titolo di credito all'ordine emesso da un istituto di credito a ciò autorizzato (art. 82 r.d. n. 1736/1933), avendo costituito un deposito cauzionale presso la Banca D'Italia, per somme che siano disponibili al momento dell'emissione a nome del prenditore o perché previamente versate in contanti da costui o perché depositate in conto corrente (Micheli- De Marchi, 352).

Esso è pagabile a vista in favore di qualsivoglia legittimo possessore, sempre che non siano state previste limitazioni in ordine alla circolazione (ad. esempio assegno non trasferibile).

L'assegno deve essere presentato all'incasso entro trenta giorni dall'emissione, decadendosi altrimenti dall'azione di regresso che si prescrive in tre anni (art. 84 r.d. n. 1736/1933).

Bibliografia

Asquini, Titoli di credito, Padova, 1966; Cian, voce Dematerializzazione, in Enc. dir. - Annali, 2, Milano, 2008; Galgano, Sulla circolazione dei titoli di credito, in Contr. impr., 1987, 382; AA.VV., I titoli di credito, a cura di Laurini, Milano, 2009; Lener, La dematerializzazione dei titoli azionari e il sistema monte titoli S.P.A., Milano, 1989; Martorano, voce Titoli di credito, in Enc. dir., XLIV, Milano, 1992; Martorano, voce Titoli rappresentativi della merce, in Enc. dir., XLIV, Milano, 1992; Micheli-De Marchi, voce Titoli di credito, in Enc. dir., III, Milano, 1958; Micheli-De Marchi, voce Assegno circolare, in Enc. dir., XLIV, Milano, 1958; Oppo, Titoli di credito in generale, in Enc. giur., Roma, 1994; Tedeschi, Titoli di credito, in Dig. comm., Torino, 1998; Id., voce Cambiale, in Dig. comm., II, Torino, 1987.

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