Codice Civile art. 2147 - Obblighi del mezzadro.Obblighi del mezzadro. [I]. Il mezzadro è obbligato a prestare, secondo [le direttive del concedente e] (1) le necessità della coltivazione, il lavoro proprio e quello della famiglia colonica. [II]. È a carico del mezzadro, salvo diverse disposizioni [delle norme corporative] (2), della convenzione o degli usi, la spesa della mano d'opera eventualmente necessaria per la normale coltivazione del podere. (1) Comma implicitamente abrogato dall'art. 6 l. 15 settembre 1964, n. 756, secondo cui «il mezzadro collabora con il concedente nella direzione dell'impresa. A tal fine le parti concordano tutte le decisioni di rilevante interesse, secondo le esigenze della buona tecnica agraria». (2) Le disposizioni richiamanti le norme corporative devono ritenersi abrogate in seguito alla soppressione dell'ordinamento corporativo. InquadramentoNel rapporto di mezzadria e in quello di colonia parziaria l'autonomia del mezzadro e del colono è tale che la loro responsabilità per omessa o negligente coltivazione non può essere esclusa, tranne il caso in cui sia l'effetto di erronea direttiva da parte del concedente ovvero di consenso dello stesso ad errati e deficienti sistemi di coltivazione (Cass. n. 5296/1987). Nel rapporto di Colonia parziaria, sia nel vigore del codice civile, sia nel vigore delle leggi successive, l'autonomia del colono e tale che la funzione direttiva del concedente non può implicare alcun esonero di responsabilità per l'omessa o negligente coltivazione, all'infuori dell'ipotesi di un'erronea direttiva da parte del concedente stesso ovvero di un comprovato consenso ad errati e deficienti sistemi di coltivazione (Cass. n. 5039/1977). L'istituto del rendimento di conti, sebbene operi per previsione espressa solo in relazione a determinati specifici rapporti giuridici, caratterizzati in genere da una situazione di amministrazione di beni altrui, può essere utilmente invocato, pur in mancanza di richiami espliciti, tutte le volte che esso si presenti necessario per l'accertamento in ordine all'adempimento o al modo di adempimento di un obbligazione gestoria in genere, nella quale posizioni di debito risultino commiste a posizioni di credito, in una relazione più o meno complessa di dare e avere, che comporta la esposizione e giustificazione dei relativi dati concreti e del conseguente risultato contabile da parte dell'obbligato. Esso è perciò perfettamente compatibile con la mezzadria, in quanto il mezzadro, pur non essendo un amministratore di beni altrui, bensì solo un associato del concedente, assume in realtà, per la configurazione concreta del rapporto che lo lega al concedente, la posizione di gestore di beni altrui (il podere) e di beni comuni (le scorte), legittimando, in tal modo, la richiesta di rendiconto da parte del concedente (Cass. n. 2933/1976). L'art. 2147, comma 2, consente al mezzadro l'assunzione della mano d'opera salariata, ma non gli conferisce il diritto di sostituire il lavoro proprio e dei familiari con quello di estranei, sebbene soltanto d'integrarne l'efficienza, ferma la normale capacita lavorativa della famiglia colonica nella proporzione richiesta (Cass. n. 487/1962). BibliografiaCarrara, I contratti agrari, Torino, 1954, 825; Cattaneo, in Contratti agrari associativi, Manuale di diritto agrario italiano (a cura di Irti), Torino, 1978, 331; Giuffrida, Imprenditore agricolo, in Enc. dir., XX, Milano, 1970, 557. |