Codice Civile art. 2167 - Obblighi del colono.

Roberto Amatore
aggiornato da Francesco Agnino

Obblighi del colono.

[I]. Il colono deve prestare il lavoro proprio secondo [le direttive del concedente e] (1) le necessità della coltivazione [2147] (2).

[II]. Egli deve custodire il fondo e mantenerlo in normale stato di produttività; deve altresì custodire e conservare le altre cose affidategli dal concedente con la diligenza del buon padre di famiglia [1176 1, 1618, 2148, 2174].

(1) Vedi l'art. 6 l. 15 settembre 1964, n. 756, secondo cui «il mezzadro collabora con il concedente nella direzione dell'impresa. A tal fine le parti concordano tutte le decisioni di rilevante interesse, secondo le esigenze della buona tecnica agraria».

(2) V. art. 12 l. 15 settembre 1964, n. 756.

Inquadramento

Nel rapporto di mezzadria e in quello di Colonia parziaria l'autonomia del mezzadro e del colono è tale che la loro responsabilità per omessa o negligente coltivazione non può essere esclusa, tranne il caso in cui sia l'effetto di erronea direttiva da parte del concedente ovvero di consenso dello stesso ad errati e deficienti sistemi di coltivazione (Cass. n. 5296/1987). Nel rapporto di Colonia parziaria — sia nel vigore del codice civile che in quello delle successive leggi — l'autonomia del colono è tale che la funzione direttiva spettante al concedente non elide l'Obbligo di idonea coltivazione del fondo su quello gravante né implica alcun esonero di responsabilità per l'omessa o negligente coltivazione, all'infuori dell'ipotesi di erronee direttive da parte del concedente ovvero del suo consenso ad errati e deficienti sistemi di coltivazione (Cass. n. 1943/1985). Nel rapporto di Colonia parziaria, sia a norma del codice civile, sia a norma delle leggi successive, l'autonomia del colono è tale che la funzione direttiva del concedente non può implicare alcun esonero di responsabilità per l'omessa o negligente coltivazione, eccetto nell'ipotesi di un'erronea direttiva da parte del concedente stesso, ovvero di un comprovato consenso ad errati e deficienti sistemi di coltivazione (Cass. n. 5962/1981).

Profili generali

La mancata consegna delle quote dovute dal colono al concedente implica la violazione di un fondamentale dovere incombente sul colono, tanto più grave sul piano del rapporto associativo, in quanto l'appropriazione arbitraria dei frutti costituisce anche manifestazione di violazione della reciproca fiducia, presupposto e fondamento del rapporto di Colonia (Cass. n. 2981/1972).

Nel rapporto di colonia parziaria, mentre il semplice rifiuto del colono di raccogliere i frutti, integra un mero inadempimento di una obbligazione contrattuale e non una turbativa del possesso del concedente, perseguibile con l'azione di manutenzione, tale turbativa, invece, si verifica ove al detto rifiuto si accompagni la manifestazione del fermo proposito del colono di impedire che il concedente, ponendo rimedio alla sua inerzia, provveda egli stesso alla raccolta. Benvero, poiché la raccolta a tempo debito dei frutti costituisce un diritto del concedente, il potere di fatto inerente a tale diritto rientra nel possesso del medesimo concedente, tutelabile con le azioni possessorie (Cass. n. 3006/1968). La necessità del consenso da parte del concedente per l'inizio delle operazioni di raccolta del frutto da parte del colono (artt. 2155, 2169) trova il suo fondamento tanto nel diritto del concedente alla direzione dell'impresa agricola (artt. 2145, comma 2, 2169), quanto nel possesso esclusivo che egli conserva sul frutto pendente sino alla sua separazione (artt. 1140, 820). A tutela di tale suo potere di fatto sulla cosa il concedente può esperire le azioni possessorie, se il colono rifiuti non solo di procedere alla raccolta del frutto, ma impedisca allo stesso concedente di procedervi personalmente (Cass. n. 2968/1968).

L'arbitraria raccolta dei frutti costituisce violazione dei doveri fondamentali che incombono al colono di fronte al concedente e giustifica la risoluzione del contratto ed il diniego della proroga (Cass. n. 2635/1968). L'arbitraria raccolta dei frutti, la vendita dei prodotti e l'impiego del bestiame del fondo a favore di terzi e per proprio profitto, costituiscono violazioni dei doveri fondamentali che incombono al colono di fronte al concedente, a norma dell'art. 2167, che giustificano la risoluzione del contratto ed il diniego della proroga, data la struttura associativa del rapporto di Colonia parziaria, volto a realizzare una collaborazione tra le parti per lo sfruttamento di un podere con divisione dei prodotti e degli utili (Cass. n. 28/1963).

Bibliografia

: Cattaneo, I contratti agrari associativi, in Diritto agrario italiano, Torino, 1978.

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