Codice Civile art. 2180 - Scioglimento del contratto.

Roberto Amatore
aggiornato da Francesco Agnino

Scioglimento del contratto.

[I]. Salve le norme generali sulla risoluzione dei contratti per inadempimento [1453 ss.], ciascuna delle parti può chiedere lo scioglimento del contratto, quando si verificano fatti tali da non consentire la prosecuzione del rapporto.

Inquadramento

L'indagine del giudice di merito diretta ad accertare la comune volontà dei contraenti, quale emerge dalle clausole della convenzione tra essi intervenuta, attiene al fatto che, in quanto tale, non può essere sindacata in Cassazione, ove risulti condotta con rigore logico e col rispetto delle norme sull'interpretazione dei contratti.

Gli artt. 2180 e 2159, per una migliore tutela dell'interesse privato, ma anche nell'interesse generale dell'agricoltura, prevedono rispettivamente che i contratti di soccida e di mezzadria possano essere sciolti quando si verifichino fatti che non consentano la prosecuzione del rapporto, anche in casi cioè in cui non è configurabile una inadempienza colposa del contraente (ad esempio: malattia, incapacità ed inesperienza del soccidario); ma anche in tali casi cioè in cui non è configurabile una inadempienza colposa del contraente (ad esempio: malattia, incapacità ed inesperienza del soccidario); ma anche in tali casi lo scioglimento non è automatico, perché deve essere chiesto all'autorità giudiziaria (Cass. n. 1743/1961).

Bibliografia

Cattaneo, I contratti agrari associativi, in Diritto agrario italiano, Torino, 1978; Giuffrida, voce Soccida, in Enc. dir., Milano, 1990; Grisi, Il contratto di soccida semplice. Ricognizione normativa, problemi e prospettive, in Nuovo diritto agrario 1988

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