Codice Civile art. 2195 - Imprenditori soggetti a registrazione.

Guido Romano

Imprenditori soggetti a registrazione.

[I]. Sono soggetti all'obbligo dell'iscrizione nel registro delle imprese [2188 ss.] gli imprenditori che esercitano:

1) un'attività industriale diretta alla produzione di beni o di servizi;

2) un'attività intermediaria nella circolazione dei beni;

3) un'attività di trasporto per terra [1678], per acqua o per aria;

4) un'attività bancaria [1834 ss.] o assicurativa [1882];

5) altre attività ausiliarie delle precedenti [1754].

[II]. Le disposizioni della legge che fanno riferimento alle attività e alle imprese commerciali si applicano, se non risulta diversamente, a tutte le attività indicate in questo articolo e alle imprese che le esercitano.

Inquadramento

La disposizione di cui al comma 1 dell'art. 2195 non ha alcun carattere definitorio, ma sostanzialmente esaurisce, ai numeri 1 e 2, l'ambito della nozione di imprenditore (di cui all'art. 2082) mediante la previsione delle imprese industriali e, rispettivamente, di quelle commerciali in senso stretto, sicché le successive previsioni, contenute nei numeri 3, 4 e 5, sono mere specificazioni — motivate dall'importanza dei rispettivi settori economici — delle categorie generali delineate dai primi due punti (Cass. n. 1727/2006; Cass. n. 4421/1995).

Anche in dottrina si evidenzia come le attività indicate ai nn. 1 e 2 corrispondono a quelle poste dall'art. 2082 per qualificare l'imprenditore in generale (Ferrara-Corsi, 32).

Le imprese industriali

In via generale, deve considerarsi industriale l'attività diretta, in modo professionale e prevalente, alla produzione di beni o di servizi, ossia alla trasformazione o manipolazione della materia o dei singoli beni, che sia tale da far perdere all'una od agli altri le originarie caratteristiche merceologiche, mutandoli in composti od in beni diversi (Cass. n. 237/1985). In questa prospettiva, è stato, però, precisato che la generale disciplina dell'art. 2195, comma 1, n. 1, nel prevedere che è industriale l'attività diretta alla produzione di beni o servizi, indica, quale elemento caratterizzante, la creazione di un risultato economico nuovo, per il cui conseguimento non è sufficiente il mero cambiamento della struttura del bene o la natura irreversibile del mutamento ovvero la novità del risultato economico, dovendosi valutare, invece, la diversità della funzione e destinazione del prodotto in raffronto al bene da cui il medesimo deriva; ne consegue che, ove già il bene possa costituire oggetto di una specifica attività commerciale, la mera attività diretta a consentirne la circolazione giuridica o ad agevolarne la commercializzazione non determina la creazione di un prodotto diverso da quello originario (Cass. n. 18564/2008).

In questa prospettiva, sono state ritenute rientranti nell'attività industriale: l'attività alberghiera (Cass. lav., n. 13616/2006); l'attività delle case di cura (Cass. lav., n. 1297/1994); l'attività svolta dai consorzi di bonifica (Cass. lav., n. 18206/2006); l'attività di insegnamento ed istruzione svolta dagli istituti scolastici o educativi in quanto la prestazione erogata non si riduce alla prestazione dell'insegnante ma è la risultante di un complesso di mezzi e di attività, anche materiali, che fungono da supporto indispensabile e non secondario alla prestazione d'opera intellettuale (Cass. n. 9395/1995) e ciò anche quando detta attività è svolta da una congregazione religiosa (Cass. n. 97/2001; Cass. n. 16612/2008 e, in particolare, Cass. S.U., n. 3353/1994).

Le imprese commerciali

È commerciale l'attività di colui che acquista, per rivenderli, beni già prodotti o richiesti mediante ordinativi, ovvero quella di chi, sempre per rivenderli, ne commette al fabbricante la produzione, attraverso contratti d'opera o d'appalto, poiché in entrambe le ipotesi l'attività dell'imprenditore, acquirente o committente, realizza infatti una intermediazione nella circolazione dei beni e va, quindi, considerata commerciale (Cass. n. 11080/1994).

Bibliografia

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