Codice Civile art. 2209 - Procuratori.

Guido Romano

Procuratori.

[I]. Le disposizioni degli articoli 2206 e 2207 si applicano anche ai procuratori, i quali, in base a un rapporto continuativo, abbiano il potere di compiere per l'imprenditore gli atti pertinenti all'esercizio dell'impresa [2204], pur non essendo preposti ad esso.

Inquadramento

L'articolo in commento descrive la nozione di procuratore come colui che, in base ad un rapporto continuativo, ha il potere di compiere, per l'imprenditore, gli atti pertinenti all'esercizio dell'impresa, senza esserne preposto.

Come è stato osservato (Campobasso, 135), i procuratori sono ausiliari subordinati di grado inferiore all'institore in quanto non sono posti a capo dell'impresa (o di un ramo di essa o di una sede secondaria) ed hanno un potere gestionale circoscritto ad un determinato settore operativo dell'impresa o ad una serie specifica di atti (così anche Corapi, in Tr. Gal. 1979, 331, Nigro, in Tr. Res. 1986, 702). Secondo altro orientamento che appare però oggi superato, il procuratore, non essendo preposto all'impresa, ha solo il potere di rappresentanza, ma non quello di gestione con la conseguenza che la sua funzione si esaurirebbe nel porre in essere gli atti decisi dall'imprenditore o dall'institore in forza della procura rilasciatagli (Ferri, in Comm. S.B. 1983, 116).

Con riferimento alla fonte del potere di rappresentanza dei procuratori, mentre taluni lo ricollegano al conferimento di una specifica procura, altri ritengono che esso derivi dall'inserimento nell'impresa senza necessità della procura (Corapi, in Tr. Gal. 1979, 333; Nigro, in Tr. Res. 1986, 1333).

Determinati ausiliari dell'imprenditore, e precisamente gli institori, i procuratori e i commessi, sono investiti in quanto tali, indipendentemente da uno specifico conferimento di procura, di un potere di rappresentanza commisurato, quanto alla sua ampiezza, alle mansioni loro affidate dall'imprenditore, salvo il potere di quest'ultimo di limitare (ma non escludere) detta sfera rappresentativa, con le modalità e con gli effetti, per quanto riguarda gli institori e i procuratori, di cui agli artt. 2206, 2207 e 2209: ne consegue che deve ritenersi organico il rapporto alla base dei poteri del procuratore dell'imprenditore (Cass. n. 9131/1997; Cass. n. 11115/1992).

La norma estende ai procuratori la disciplina in ordine alla pubblicità della procura institoria (art. 2206) e della modifica e della revoca della medesima (art. 2207). In difetto di specifiche limitazioni, i procuratori sono investiti di un potere generale di rappresentanza dell'imprenditore con la precisazione, però, che tale potere generale si riferisce esclusivamente alla specie di operazioni in relazione alle quali è conferito loro autonomo potere decisionale (Campobasso, 136; Galgano, 113, contra Corapi, in Tr. Gal. 1979, 333; Nigro, in Tr. Res. 1986, 1333 secondo i quali la rappresentanza dei procuratori, in assenza di limitazioni espresse, sarebbe comunque generale ed illimitata).

Bibliografia

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