Codice Civile art. 2232 - Esecuzione dell'opera.Esecuzione dell'opera. [I]. Il prestatore d'opera deve eseguire personalmente l'incarico assunto. Può tuttavia valersi, sotto la propria direzione e responsabilità, di sostituti e ausiliari [1228], se la collaborazione di altri è consentita dal contratto o dagli usi e non è incompatibile con l'oggetto della prestazione [1717]. InquadramentoIn tema di prestazione d'opera intellettuale, la facoltà per il professionista di servirsi, ai sensi dell'art. 2232, della collaborazione di sostituti od ausiliari non comporta mai che costoro diventino parti del rapporto di clientela, restando invece la loro attività giuridicamente assorbita da quella del prestatore d'opera che ha concluso il contratto con il cliente. Il sostituto, pertanto, non è legittimato ad agire contro il cliente medesimo per la corresponsione del compenso, il cui Obbligo resta a carico del professionista che si sia avvalso della sua collaborazione (Cass. n. 5248/1986). In tema di prestazione d'opera intellettuale, nel caso in cui il professionista si avvalga, nell'espletamento dell'incarico, della collaborazione di sostituti ed ausiliari, ai sensi dell'art. 2232, gli eventuali contatti tra il cliente e questi ultimi, in assenza di uno specifico mandato in loro favore, non generano un nuovo rapporto professionale, ma restano assorbiti nel rapporto tra committente e professionista incaricato; ne deriva che quest'ultimo ha un interesse autonomo ad intervenire nella causa intentata dal suo sostituto nei confronti del committente per il pagamento delle relative prestazioni professionali (Cass. n. 1847/2006). Rapporto tra sostituto e professionistaIl principio, fissato dall'art. 2232., della responsabilità del professionista per l'operato dell'ausiliario, della cui collaborazione si avvalga nell'espletamento dell'incarico, non esclude che, nei rapporti interni, l'ausiliario possa essere chiamato a rispondere nei confronti del professionista, secondo le norme generali sulla responsabilità per fatto illecito, in ordine ai danni da evento ricollegabile ad una sua condotta colposa nell'esecuzione delle mansioni affidategli (Cass. n. 3016/1975). A norma dell'articolo 2232 del cc il prestatore d'opera deve eseguire personalmente l'incarico assunto. Può tuttavia valersi, sotto la propria direzione e responsabilità, di sostituti e ausiliari, se la collaborazione di altri è consentita dal contratto o dagli usi e non è incompatibile con l'oggetto della prestazione. La facoltà per il professionista di servirsi, ai sensi dell'articolo 2232 del cc, della collaborazione di sostituti e ausiliari, peraltro, non comporta mai che costoro diventino parte del rapporto di clientela, restando invece la loro attività giuridicamente assorbita da quella del prestatore d'opera che ha concluso il contratto con il cliente. Il sostituto non è pertanto legittimato ad agire contro il cliente medesimo per la corresponsione del suo compenso, il cui obbligo resta a carico del professionista che sia avvalso della sua collaborazione (Cass. n. 24374/2021). CasisticaAi fini disciplinari, il notaio deve svolgere personalmente tutte le funzioni attribuitegli dall'ordinamento nel ricevimento degli atti, con specifico riguardo all'individuazione della volontà delle parti, incluse le attività preparatorie e le successive, non potendo delegare per intero ai collaboratori tali attività sulla base del loro carattere "routinario" o "seriale" (Cass. n. 8036/2014). L'art. 47, comma 2, l. n. 89/1913, come modificato dall'art. 12, comma 1, lett. b), l. n. 246/2005, consente al notaio, al quale resta attribuito il compito non delegabile di indagare la volontà delle parti, di avvalersi della collaborazione di personale di fiducia nella compilazione degli atti che, tuttavia, si deve svolgere in sua presenza e sotto la sua direzione, non essendo lecita, ai fini disciplinari, una gestione mediata e indiretta dello studio, perché il notaio "deve apparire" e non solo "parlare" con i propri atti, in quanto a lui, e non a non meglio individuati collaboratori, è affidato il sigillo dell'attestazione facente fede fino a querela di falso, unitamente al compito di alta consulenza dei contraenti. (Nella specie, la S.C., nell'affermare il principio, ha confermato la sanzione comminata per violazione del principio della personalità della prestazione, provata dalla abnorme attività di stipula svolta nel periodo considerato: Cass., II n. 10872/2018). BibliografiaAnastasi, Professioni intellettuali e subordinazione, in Enc. giur., Roma, 2000, 4; Cian Trabucchi, Commentario Breve al Codice civile, Padova, 2014; G. Gabrielli, Vincolo contrattuale e recesso unilaterale, in Enc. dir., voce Recesso, XXXIX, Milano, 1988, 37 e ss; Levi, La funzione disciplinare degli ordini professionali, Milano, 1967, 44; Perulli, Il lavoro autonomo, in Trattato di diritto civile e commerciale, diretto da Cicu e Messineo, Milano, 1996, 60; Pezzato, voce: Onorario, in Enc. dir., XXX, Milano, 185; Santoro Passarelli, Opera (contratto), in Nss. D.I., 982; Torrente Schlesinger, Manuale di diritto Privato, Milano, 2015. |