Codice Civile art. 2268 - Escussione preventiva del patrimonio sociale.

Guido Romano

Escussione preventiva del patrimonio sociale.

[I]. Il socio richiesto del pagamento di debiti sociali può domandare, anche se la società è in liquidazione [2274 ss.], la preventiva escussione del patrimonio sociale, indicando i beni sui quali il creditore possa agevolmente soddisfarsi [2304].

Inquadramento

La norma in esame attribuisce al socio di società semplice al quale sia richiesto di provvedere al pagamento di una obbligazione sociale il beneficium excussionis: la responsabilità dei soci, illimitata e solidale, è comunque sussidiaria rispetto a quella della società.

Tuttavia, il beneficium excussionis si atteggia diversamente a seconda che si tratti di società in nome collettivo o di società semplice — la cui disciplina si applica anche alle società di fatto — poiché, in presenza della prima il creditore non può pretendere il pagamento dal socio se non dopo l'escussione del patrimonio sociale, mentre il socio della seconda, richiesto del pagamento di debiti sociali, può invocare il beneficio indicando i beni sui quali il creditore può agevolmente soddisfarsi (Cass. n. 11921/1990).

Secondo la giurisprudenza maggioritaria, il beneficio opera limitatamente alla sede esecutiva e non impedisce al creditore sociale di esercitare una azione di cognizione nei confronti del socio, prima di intraprendere l'azione esecutiva nei confronti della società (Cass. n. 6048/2003; Cass. n. 5434/1998; Cass. n. 5479/1986) in modo tale da procurarsi così un titolo esecutivo necessario per iscrivere ipoteca o per procedere ad una rapida esecuzione nei confronti del socio medesimo.

È stato osservato (Nigro, 251) che il problema si ricollega a quello dell'efficacia verso i soci del titolo esecutivo formato solo contro la società. Se si ritiene che il titolo esecutivo valga automaticamente nei confronti del socio (non essendo necessario uno specifico titolo esecutivo nei confronti del socio), questi potrà opporre il beneficio di preventiva escussione in sede di esecuzione. Qualora, invece, si ritenga necessario un titolo esecutivo autonomo nei confronti del socio, questi dovrà far valere il beneficio nel procedimento di cognizione promosso contro di lui, mentre nel procedimento di esecuzione instaurato in forza del titolo esecutivo formato nei confronti della società, egli potrà far valere l'inidoneità soggettiva del titolo nei suoi confronti.

Recentemente, però, è stato stabilito che il titolo esecutivo formatosi nei confronti della società possa valere anche nei confronti del socio: l'opposizione del socio illimitatamente responsabile avverso il precetto notificatogli dal creditore sociale sulla base del titolo esecutivo giudiziale formatosi nei confronti della società si configura come opposizione all'esecuzione, in quanto attiene ad una condizione dell'azione esecutiva nei confronti del socio, e, quindi, al diritto del creditore sociale di agire esecutivamente ai danni di quest'ultimo (Cass. n. 23749/2011; Cass. n. 11311/2011; Cass. n. 1040/2009; Cass. n. 10584/2007).

Il socio ha poi l'onere di indicare i beni sui quali il creditore può agevolmente soddisfarsi: il socio deve indicare in modo specifico i beni della società che consentano una facile realizzazione del credito non potendo, invece, limitarsi alla semplice dimostrazione della astratta capienza del patrimonio sociale (Nigro, 252; Bussoletti, 925).

Il beneficio di escussione opera anche ove la società sia stata posta in liquidazione.

Bibliografia

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