Codice Civile art. 2317 - Mancata registrazione.

Guido Romano

Mancata registrazione.

[I]. Fino a quando la società non è iscritta nel registro delle imprese [99-101 att.], ai rapporti fra la società e i terzi si applicano le disposizioni dell'articolo 2297.

[II]. Tuttavia per le obbligazioni sociali i soci accomandanti rispondono limitatamente alla loro quota, salvo che abbiano partecipato alle operazioni sociali [2320].

Inquadramento

Come già rilevato in tema di società in nome collettivo, la nascita della società deriva dalla stipulazione del contratto e non già dall'iscrizione nel registro delle imprese, la cui omissione ha come conseguenza l'irregolarità della società.

Così, sino al momento dell'iscrizione, il contratto è valido ed efficace, pur essendo inapplicabile la disciplina propria del tipo della società in accomandita semplice relativamente alla responsabilità verso i terzi per le obbligazioni sociali (Leozappa, 545).

Sul piano della disciplina, la s.a.s. irregolare è regolata dalle norme dettate per la società in nome collettivo irregolare come evidenziato dal richiamo all'art. 2297: tuttavia, il  comma 2 dell'articolo in commento introduce una deroga a tale richiamo, specificando che gli accomandanti rispondono limitatamente alla propria quota, a meno che non abbiano violato il principio di non immistione nella gestione societaria. In altre parole, l'espansione della responsabilità del socio accomandante non è diretta conseguenza della società irregolare, ma, sul presupposto della esistenza di quest'ultima, della sua indebita immistione nella gestione attiva della società (Leozappa, 547; Ferri, in Tr. Vas., 1987, 364).

La giurisprudenza è stata, talvolta, di diverso avviso evidenziando come l'assenza dell'atto scritto comporti la qualificazione della società non come irregolare, ma come società di fatto (Trib. Biella, 19 aprile 1983).

In realtà, è assai dibattuta la possibilità di individuare una s.a.s. di fatto in ragione della particolare difficoltà di qualificare, di fatto, un socio come accomandante (contrari alla ipotizzabilità della s.a.s. di fatto, Montalenti, 1985, 278; Cottino-Weigmann, 229; Spada, 443; a favore, Bigiavi, 144).

Conseguenze della mancata registrazione

Gli effetti della mancata iscrizione sono destinati ad incidere sulla autonomia patrimoniale della società (che diviene piena solo a seguito della iscrizione) e in ordine al regime della responsabilità, verso i terzi, dei soci per le obbligazioni sociali (Leozappa, 547).

In caso di irregolarità della società in accomandita semplice si applicherà la medesima disciplina prevista per la società in nome collettivo irregolare. In particolare, è stato osservato (Campobasso, 138), i creditori sociali avranno il diritto agire direttamente nei confronti dei soci illimitatamente responsabili e, come nella società semplice, incomberà su questi ultimi l'onere di chiedere la preventiva escussione del patrimonio della società indicando i beni su cui essi possono agevolmente soddisfarsi (art. 2268) così venendo meno il beneficio di escussione automatica operante per le società regolari (art. 2304). Sotto altro profilo, i creditori particolari potranno chiedere in ogni tempo la liquidazione della quota del loro debitore, fornendo la prova che gli altri beni dello stesso sono insufficienti a soddisfarli (art. 2270), possibilità questa non percorribile quando la società è regolare (Campobasso, 138). Infine, si presume che ciascun socio che agisce per conto della società abbia il potere di rappresentanza, anche processuale.

I creditori sociali, però, potranno agire nei confronti dei soci accomandanti solo nei limiti del conferimento da questi apportato (Di Sabato, 2003, 223).

Il divieto di immistione nella s.a.s. irregolare

Costituisce oggetto di dibattito l'estensione del divieto di immistione nella s.a.s. irregolare. 

Secondo un primo orientamento, oggi del tutto minoritario, vi sarebbe perfetta coincidenza tra il disposto dell'articolo in esame e quello di cui all'art. 2320 (Bigiavi,  1943, 26). Diversamente, si è, però, ritenuto che il divieto di immistione (ancorché legittimo ai sensi dell'art. 2320) avrebbe carattere assoluto (Campobasso, 137), dando rilevanza l'articolo in esame all'attività di amministrazione e cioè all'attività di gestione in quanto, in difetto di iscrizione, anche il compimento di un solo atto viene a determinare nel terzo l'affidamento che sia stato compiuto da un socio dotato della necessaria legittimazione (Ferri, in Tr. Vas., 1987, 366). Ad una completa equiparazione delle due fattispecie osta, ad avvio della dottrina (Bussoletti, 972), sia la differenza di formulazione delle due disposizioni, sia l'osservazione che, mancando una pubblicità da cui desumere che un socio è accomandante, malgrado agisca, la tutela dell'affidamento dei terzi impone una loro incondizionata protezione. In tali casi, quindi, non troverebbe applicazione il beneficio della responsabilità limitata nemmeno quando egli abbia agito in forza di una procura speciale per un singolo affare ovvero abbia prestato la propria opera sotto la direzione degli amministratori quando lo svolgimento di tale opera si esteriorizzi (Ferri, 366; Montalenti, 1987, 249; Ferrara-Corsi, 245). Una parte della dottrina (Bussoletti, 972), ha, però, rilevato che, poiché il fenomeno dell'irregolarità incide solamente sui rapporti con i terzi, e non tocca i rapporti fra i soci o il funzionamento della società, non appare giustificato un ulteriore irrigidimento dell'interpretazione dell'art. 2317, che miri a escludere tutti i poteri consentiti per l'accomandante dall'art. 2320, in fin dei conti esasperando l'intenzione di stroncare qualunque forma di concorso all'indirizzo delle operazioni sociali (diversamente, Montalenti, 288). Dovranno pertanto considerarsi possibili non solamente pareri, ma anche operazioni materiali, condotte sotto la direzione degli amministratori, e atti di amministrazione interna nei limiti in cui possano esser delegati dagli amministratori. In questa prospettiva, potranno dirsi consentiti l'esercizio dei diritti di controllo, la percezione degli utili e, ove prevista dallo statuto, l'attività consultiva (Bussoletti, 972; Leozappa, 549).

Bibliografia

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