Codice Civile art. 2342 - Conferimenti (1).Conferimenti (1). [I]. Se nell'atto costitutivo non è stabilito diversamente, il conferimento deve farsi in danaro. [II]. Alla sottoscrizione dell'atto costitutivo deve essere versato presso una banca almeno il venticinque per cento dei conferimenti in danaro o, nel caso di costituzione con atto unilaterale, il loro intero ammontare. [III]. Per i conferimenti di beni in natura e di crediti si osservano le disposizioni degli articoli 2254 e 2255. Le azioni corrispondenti a tali conferimenti devono essere integralmente liberate al momento della sottoscrizione. [IV]. Se viene meno la pluralità dei soci, i versamenti ancora dovuti devono essere effettuati entro novanta giorni. [V]. Non possono formare oggetto di conferimento le prestazioni di opera o di servizi. (1) Articolo sostituito dall' art. 1 d.lg. 17 gennaio 2003, n. 6 , con effetto dal 1° gennaio 2004. La legge ha modificato l’intero capo V, ed è stata poi modificata e integrata dal d.lg 6 febbraio 2004, n. 37, la cui disciplina transitoria è dettata dall'art. 6. Il testo dell'articolo, come sostituito dall'art. 5 d.P.R. 10 febbraio 1986, n. 30, era il seguente: «[I]. Se nell'atto costitutivo non è stabilito diversamente, il conferimento deve farsi in danaro. Per i conferimenti di beni in natura e di crediti si osservano le disposizioni degli articoli 2254 e 2255. Le azioni corrispondenti a tali conferimenti devono essere integralmente liberate al momento della sottoscrizione. [II]. Non possono formare oggetto di conferimento le prestazioni di opera o di servizi». InquadramentoI conferimenti costituiscono i contributi dei soci alla formazione del patrimonio iniziale della società (Campobasso, 185) e sono finalizzati a dotare la società del capitale di rischio iniziale per lo svolgimento dell'attività programmata. In particolare, per le funzioni del capitale sociale v. art. 2327. La disciplina dei conferimenti assume una duplice finalità (Campobasso, 186): 1) garantire che conferimenti promessi dai soci vengano effettivamente acquisti dalla società; 2) garantire che il valore assegnato dai soci ai conferimenti sia veritiero. La disciplina recata dall'articolo in commento mostra una evidente preferenza per i conferimenti in danaro; nondimeno, ammette la conferibilità di beni in natura e di crediti restando esclusi soltanto le prestazioni di opera o di servizi. Con riferimento alle utilità conferibili, mentre in passato si riteneva potessero conferirsi soltanto i beni suscettibili di esecuzione forzata, oggi la dottrina, ponendo l'accento più che sulla funzione di garanzia dei terzi sulla funzione produttivistica del capitale sociale, ritiene conferibile ogni elemento utile per lo svolgimento dell'attività produttiva che sia suscettibile di valutazione economica (Campobasso, 186 ss.; Portale, 33). Non è decisiva l'iscrivibilità o meno (o la difficoltà di iscrizione) in bilancio dell'entità da conferire (Tassinari, 124). L'oggetto del conferimento, da parte del socio, non deve necessariamente identificarsi in un bene suscettibile di espropriazione forzata, bensì in una res dotata di consistenza economica. Alla funzione essenzialmente «produttiva» del capitale sociale consegue, difatti, quella di garanzia meramente indiretta del pagamento dei debiti sociali, funzione, quest'ultima, assolta direttamente dal patrimonio sociale, cui non risultano trasferibili quei vincoli di indisponibilità e di invariabilità tipici, in via esclusiva, del capitale (Cass. n. 4236/1998). I conferimenti in danaroIl comma 1 dell'articolo in commento pone una regola di default (Pisani Massamormile, in Com. S., 5): se l'atto costitutivo non prevede diversamente, i conferimenti devono farsi in denaro. La norma assume, poi, una importante funzione sistematica in quanto esprime la “vocazione” pecuniaria del conferimento (Ferri jr., 7; Pisani Massamormile, in Com. S., 18). I conferimenti in danaro si distinguono da quelli in natura (o non in danaro) sotto un duplice profilo di disciplina (amplius, Ferri jr., 761): 1) mentre i primi, al momento della sottoscrizione, devono essere eseguiti in misura almeno pari al venticinque per cento, i secondi devono essere eseguiti integralmente; 2) solo per i conferimenti in natura si rende necessaria una relazione di stima (art. 2343). Per conferimenti in danaro si intendono i conferimenti che devono essere eseguiti nella stessa moneta in cui è denominato il capitale sociale (Spolidoro, 252). Sono eseguiti in denaro i conferimenti effettuati con titoli di credito utilizzati come normali mezzi di pagamento e, dunque, non solo gli assegni circolari, ma anche gli assegni bancari (Ferri jr., 762). Le cambiali ed il conferimento di quote non costituiscono, invece, mezzi normali di pagamento e, dunque, non sono ad essi assimilabili (Miola, 172); parimenti non possono essere considerati eseguiti in danaro i conferimenti di crediti pecuniari, delle divise straniere, dei titoli di stato e degli strumenti del mercato monetario in quanto presentano, accanto ad un valore nominale, un valore reale che va necessariamente accertato ai fini del conferimento (Ferri jr., 762). Quanto alla disciplina dei conferimenti in danaro, se da una parte è necessaria l'integrale sottoscrizione del capitale sociale, dall'altra è sufficiente la liberazione della aliquota minima prevista dalla legge nella misura del venticinque per cento (Pisani Massamormile, in Com. S., 25). Il versamento del venticinque per cento costituisce una condizione per la costituzione della società (Bartalena, 154; Erede, 393) che risponde all'esigenza di dotare la società di un patrimonio iniziale disponibile immediatamente dopo lo svincolo delle somme depositate (Bartalena, 154 ss.): esso deve avvenire prima della costituzione della società. Il comma 2 dell'articolo in commento prevede che, nel caso di costituzione della società con atto unilaterale, debba essere versato, alla sottoscrizione dell'atto costitutivo, l'intero ammontare dei conferimenti in danaro. Il comma 4 dell'art. 2342 disciplina l'ipotesi della sopravvenuta unipersonalità della società per azioni originariamente plurisoggettiva disponendo che, in tal caso, l'unico azionista è obbligato a completare i versamenti ancora dovuti nel termine di novanta giorni (Pisani Massamormile, in Com. S., 26). La disciplina è completata dal comma 2 dell'art. 2325 secondo il quale, in caso di insolvenza della società, per le obbligazioni sociali sorte nel periodo in cui le azioni sono appartenute ad una sola persona, questa risponde illimitatamente quando i conferimenti non siano stati effettuati secondo quanto previsto dall'art. 2342 c.c. o fin quando non sia stata attuata la pubblicità prescritta dall'art. 2362. Si precisa, inoltre, che la sottoscrizione ha natura consensuale e non reale, costituendo il versamento adempimento dell'obbligo assunto (in senso contrario, ma in posizione minoritaria in dottrina, Galgano, 68 il quale inquadra il contratto di sottoscrizione nell'ambito dei contratti reali considerando, quindi, il versamento nella misura prevista come momento perfezionativo del contratto). La giurisprudenza (che ha avuto modo di occuparsi della problematica con particolare riferimento alla sottoscrizione in sede di aumento di capitale) evidenzia come il negozio di sottoscrizione ha natura consensuale e si perfeziona con lo scambio del consenso fra il socio sottoscrittore e la società, per il tramite dell'organo amministrativo; quindi la deliberazione di aumento di capitale ben può configurarsi come una proposta e la sottoscrizione del socio come una accettazione, secondo il classico schema del contratto di natura consensuale (Cass. n. 611/1996). Il contratto di sottoscrizione di nuove azioni emesse in sede di aumento di capitale ha natura consensuale e non reale e le parti non possono derogare alla consensualità come meccanismo regolatore creando un corrispondente modello reale atipico (Cass n. 5190/2000; Cass. n. 611/1996, cit.; Trib. Roma, 31 luglio 2015, n. 16930 ; Trib. Milano, 3 aprile 2013, in Giur. it., 2013, 2557). Il conferimento di beni in natura e di creditiIl comma 3 della disposizione in commento disciplina l'ipotesi di conferimento di beni in natura e di crediti prescrivendo, da una parte, l'applicabilità degli artt. 2254 e 2255 e, dall'altra, che le azioni corrispondenti a tali conferimenti devono essere integralmente liberate al momento della sottoscrizione. Con riferimento a quest'ultimo profilo e con particolare riferimento al conferimento di beni in proprietà è discusso se la liberazione si esaurisca nel trasferimento del diritto sulla base del consenso dotato di efficacia traslativa ovvero se sia necessaria la consegna della cosa. In realtà, si osserva come la integrale liberazione delle azioni tenda qui ad assicurare l'effettività del conferimento non in danaro realizzando quindi l'effettività del capitale sociale (Pisani Massamormile, in Com. S., 37): conseguentemente, è necessario che il conferente perda definitivamente la titolarità e la disponibilità del bene oggetto di conferimento e che la società divenga titolare di quest'ultimo al momento dell'iscrizione nel registro delle imprese (che svolge il ruolo di condicio iuris, Pisani Massamormile, in Com. S., 38) e ne acquisisca la disponibilità. Sulla base del richiamo all'art. 2254, allorquando siano conferiti beni in proprietà, la garanzia dovuta dal socio ed il passaggio dei rischi sono regolati dalle norme sulla vendita. Con particolare riferimento al passaggio del rischio, dovrà farsi riferimento al momento del passaggio della proprietà la quale viene trasferita sulla base del solo consenso in caso di cose determinate ovvero al momento della specificazione o della consegna se si tratta di cose individuate solo nel genere. Conseguentemente, se il bene perisce dopo il trasferimento della proprietà in favore della società, il rischio è a carico di quest'ultima ed il socio non subirà alcun effetto, mantenendo inalterata la propria partecipazione. Nel caso di conferimento di cose in godimento, il rischio rimane a carico del socio che esegue il conferimento e la garanzia per il godimento è regolata dalle norme sulla locazione (art. 2254 comma 2). Infine, se il vengono conferiti crediti, il socio conferente risponde della insolvenza del debitore (art. 2255) fino alla concorrenza del valore del conferimento. La norma in argomento rende ammissibili anche i conferimenti di «crediti» pecuniari in relazione ai quali sorge il problema del contenuto degli obblighi cui il socio conferente è tenuto al fine di garantire l'integrale liberazione delle partecipazioni sottoscritte. L'integrale liberazione delle azioni implica il trasferimento della titolarità del diritto di credito e la sua messa a disposizione in favore della società con effetto verso il debitore ceduto (Pisani Massamormile, in Com. S., 95). È discussa la possibilità di operare una compensazione tra il credito del socio verso la società ed il debito del socio medesimo per la liberazione delle azioni sottoscritte. La giurisprudenza ammette la compensabilità di un credito del socio con il suo debito da conferimento ove quest'ultimo sia sorto in occasione di un aumento del capitale; mentre ritiene, viceversa, non compensabile il debito da conferimento in sede di costituzione della società poiché la funzione di garanzia che il capitale sociale è chiamato a svolgere nelle società di capitale impone che lo stesso sia composto di soli beni idonei a formare oggetto di garanzia patrimoniale (Cass. n. 936/1996; Cass. n. 4236/1998; Cass. n. 6711/2009). Si ammette il conferimento dell'azienda o di un ramo di essa (sul punto, amplius, Pisani Massamormile, in Com. S., 84 ss.). È, però, dibattuto se la valutazione dell'azienda da conferire debba avere ad oggetto l'azienda quale insieme unitario di beni e diritti per l'esercizio dell'attività di impresa ovvero i singoli beni di cui essa si compone: prevale l'opinione secondo la quale la stima dovrà essere effettuata facendo prevalere una valutazione unitaria del complesso aziendale fondata su criterio sintetico-reddituali più aderenti, rispetto ai criteri analitici-patrimoniali, alla valutazione di una attività produttiva (Pisani Massamormile, in Com. S., 91, Olivieri, 352). Il divieto di conferimenti di opere e serviziL'ultimo comma della disposizione in commento pone il divieto di conferire nella società per azioni le prestazioni di opera o di servizi. Il divieto viene in dottrina spiegato sulla base, in positivo, della necessità che il capitale sia effettivamente formato e, in negativo, dell'impossibilità di una immediata ed integrale liberazione delle azioni corrispondenti a tale tipologia di conferimenti (Pisani Massamormile, in Com. S., 44 ss.; Ferri jr., 759; Miola, 94; Cassottana, 213). Va, infine, evidenziato che l'obbligazione di prestare opere o servizi può essere validamente assunta verso la società a titolo di prestazione accessoria ai sensi dell'art. 2345. La revocatoriaÈ ammissibile l'azione revocatoria promossa dal creditore particolare del socio, diretta a far dichiarare l'inefficacia dell'atto di conferimento immobiliare in società effettuato dal proprio debitore, a ciò non ostando le previsioni normative relative alla nullità della società (Cass., n. 10359/1996). Infatti, i conferimenti di beni in natura dei soci fondatori integrano negozi traslativi diretti in favore della società, sia essa personale o di capitali, la quale, pertanto, nella veste di parte acquirente, è l'unico necessario e legittimo contraddittore della domanda volta a renderli inopponibili (Cass., n. 2536/2016; Cass. n. 23891/2013; Cass., n. 23865/2014; Trib. Torino, 20 febbraio 2015). BibliografiaAbriani, Il nuovo regime dei conferimenti in natura senza relazione di stima, in Riv. not., 2009, 301; Bertolotti, artt. 2343, 2343-ter, 2343-quater, 2344, in Delle società - Dell’azienda. Della concorrenza, artt. 2247-2378, a cura di Santosuosso D., Commentario del codice civile, diretto da Gabrielli,; Bartalena, Capitale iniziale e conferimenti in danaro nella S.p.A. bancaria, in Banca, Borsa, tit. cred., 2003, I, 134; Bartalena, Le prestazioni accessorie, in Trattato Colombo Portale, 1, Torino, 2004; Cassottana, artt. 2342, 2344, 2345, in Commentario Niccolini, Stagno d’Alcontres, Napoli, 2004; De Luca, sub art. 2345, in Comm. Niccolini, Stagno D’Alcontres, I, Napoli, 2004; Erede, artt. 2342, 2343-bis, 2345 in Costituzione - Conferimenti - Azioni a cura di Notari, Commentario alla riforma delle società diretto da Marchetti, Bianchi, Ghezzi e Notari, Milano, 2008; Ferri jr., art. 2342, in Delle società - Dell’azienda. Della concorrenza, artt. 2247-2378, a cura di Santosuosso D., Commentario del codice civile, diretto da Gabrielli, Torino, 2015; Ferri jr., La nuova disciplina dei conferimenti in natura in società per azioni: considerazioni generali, in Riv. soc., 2009, 253; Maltoni, Questioni in merito all’applicazione della disciplina dell’art. 2343-ter (disciplina vigente a seguito del d.lgs. 29 novembre 2010, n. 224), in Studio di impresa n. 50-2011/I del Consiglio nazionale del Notariato; Miola, I conferimenti in natura, in Trattato Colombo Portale, I, 3, Torino, 2004; Notari, Il regime alternativo della valutazione dei conferimenti in natura in società per azioni, in Riv. soc., 2009, 54; Olivieri, artt. 2342-2345, in Commentario D’Alessandro, II, 1, Padova, 2011; Olivieri, art. 2344, in Commentario romano al nuovo diritto delle società, diretto da d’Alessandro, II, Padova, 2010; Paolini, art. 2343-bis, in Delle società - Dell’azienda. 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