Codice Civile art. 2343 - Stima dei conferimenti di beni in natura e di crediti (1).Stima dei conferimenti di beni in natura e di crediti (1). [I]. Chi conferisce beni in natura o crediti deve presentare la relazione giurata di un esperto designato dal tribunale nel cui circondario ha sede la società, contenente la descrizione dei beni o dei crediti conferiti, l'attestazione che il loro valore è almeno pari a quello ad essi attribuito ai fini della determinazione del capitale sociale e dell'eventuale soprapprezzo e i criteri di valutazione seguiti. La relazione deve essere allegata all'atto costitutivo. [II]. L'esperto risponde dei danni causati alla società, ai soci e ai terzi. Si applicano le disposizioni dell'articolo 64 del codice di procedura civile. [III]. Gli amministratori devono, nel termine di centottanta giorni dalla iscrizione della società, controllare le valutazioni contenute nella relazione indicata nel primo comma e, se sussistano fondati motivi, devono procedere alla revisione della stima. Fino a quando le valutazioni non sono state controllate, le azioni corrispondenti ai conferimenti sono inalienabili e devono restare depositate presso la società. [IV]. Se risulta che il valore dei beni o dei crediti conferiti era inferiore di oltre un quinto a quello per cui avvenne il conferimento, la società deve proporzionalmente ridurre il capitale sociale, annullando le azioni che risultano scoperte. Tuttavia il socio conferente può versare la differenza in danaro o recedere dalla società; il socio recedente ha diritto alla restituzione del conferimento, qualora sia possibile in tutto o in parte in natura. L'atto costitutivo può prevedere, salvo in ogni caso quanto disposto dal quinto comma dell'articolo 2346, che per effetto dell'annullamento delle azioni disposto nel presente comma si determini una loro diversa ripartizione tra i soci. (1) Articolo sostituito dall' art. 1 d.lg. 17 gennaio 2003, n. 6 , con effetto dal 1° gennaio 2004. La legge ha modificato l’intero capo V, ed è stata poi modificata e integrata dal d.lg 6 febbraio 2004, n. 37, la cui disciplina transitoria è dettata dall'art. 6. Il testo dell'articolo era il seguente: «[I]. Chi conferisce beni in natura o crediti deve presentare la relazione giurata di un esperto designato dal presidente del tribunale, contenente la descrizione dei beni o dei crediti conferiti, il valore a ciascuno di essi attribuito, i criteri di valutazione seguiti nonché l'attestazione che il valore attribuito non è inferiore al valore nominale, aumentato dell'eventuale sopraprezzo, delle azioni emesse a fronte del conferimento. La relazione deve essere allegata all'atto costitutivo. [II]. All'esperto nominato dal presidente del tribunale si applicano le disposizioni dell'articolo 64 del codice di procedura civile. [III]. Gli amministratori e i sindaci devono, nel termine di sei mesi dalla costituzione della società, controllare le valutazioni contenute nella relazione indicata nel primo comma e, se sussistano fondati motivi, devono procedere alla revisione della stima. Fino a quando le valutazioni non sono state controllate, le azioni corrispondenti ai conferimenti sono inalienabili e devono restare depositate presso la società. [IV]. Se risulta che il valore dei beni o dei crediti conferiti era inferiore di oltre un quinto a quello per cui avvenne il conferimento, la società deve proporzionalmente ridurre il capitale sociale, annullando le azioni che risultano scoperte. Tuttavia il socio conferente può versare la differenza in danaro o recedere dalla società». InquadramentoLa norma in argomento disciplina il particolare procedimento di valutazione cui devono essere sottoposti i conferimenti diversi dal danaro (conferimenti in natura e di crediti) tanto se effettuati in sede di costituzione della società quanto se eseguiti in sede di aumento del capitale sociale (Campobasso, 191). La norma è finalizzata ad assicurare una valutazione oggettiva e veritiera dei conferimenti non in danaro evitando che agli stessi venga complessivamente assegnato un valore nominale superiore a quello reale (Campobasso 191; Cassottana, 224; Pisani Massamormile, in Com. S., 104 ss.; Olivieri, 165 ss.). La relazione di stima richiesta dall'art. 2343 per il conferimento di beni in natura in una società di capitali non è necessaria qualora il loro trasferimento trovi causa in un atto di scissione parziale in favore di società personale, non rilevando, in siffatta ipotesi, l'esigenza di verificare l'effettiva esistenza della garanzia del capitale sociale indicato nelle società di capitali destinatarie del predetto conferimento (Cass.n. 7914/2015). La nomina dell'espertoIl comma 1 della disposizione in commento prevede che chi conferisce beni in natura o crediti deve presentare la relazione giurata di un esperto designato dal tribunale (e non più dal presidente del tribunale) nel cui circondario ha sede la società. Quanto alla competenza territoriale del tribunale, oggi la nuova norma indica come competente il tribunale del luogo nel cui circondario ha sede la società. La relazione di stima ha funzione di garanzia dei creditori e terzi in generale: in considerazione della necessaria posizione di neutralità e indipendenza dell'esperto stimatore rispetto ai soci e agli organi sociali e la sua idoneità a predisporre una valutazione oggettiva, è da ritenersi invalida la relazione di stima ex art. 2343 redatta da colui che partecipa alla società in veste di presidente del collegio sindacale, anche perché egli si troverebbe ad essere controllore di se stesso (Trib. Udine, 22 febbraio 1994; Trib. Udine, 11 dicembre 1991, Soc. 1992, 372; Trib. Treviso, 18 maggio 1998, Soc., 1998, 1069). La relazione giurataLa relazione dell'esperto deve attestare la corrispondenza tra la determinazione dei capitale sociale ed i beni conferiti. La relazione deve contenere: 1) la descrizione dei beni o dei crediti conferiti; 2) l'attestazione che il loro valore è almeno pari a quello ad essi attribuito ai fini della determinazione del capitale sociale e dell'eventuale soprapprezzo; 3) i criteri di valutazione seguiti. Quanto al primo aspetto accennato, la descrizione dei beni consiste nella individuazione dei conferimenti in natura (Bertolotti, 784; Miola, 345): essa, avendo lo scopo di agevolare gli amministratori nel successivo controllo, deve essere il più dettagliata possibile e coerente con le caratteristiche del bene da valutare (Pisani Massamormile, in Com. S., 120 ss.). Con riferimento all'attestazione che il valore dei conferimenti è almeno pari a quello ad essi attribuito ai fini della determinazione del capitale sociale e dell'eventuale soprapprezzo, si osserva che la stima dell'esperto non interferisce con il valore convenzionalmente attribuito al conferimento dai soci, ma si limita a rilevare quantitativamente l'effettività del capitale sociale (Pisani Massamormile, in Com. S., 118; Cassottana, 227): tale indicazione è, dunque, finalizzata ad evitare una sopravvalutazione dei conferimenti in natura o di crediti (Pisani Massamormile, in Com. S., 119). L'esperto, poi, deve indicare i criteri di valutazione seguiti. La legge, infatti, non detta all'esperto alcun criterio in merito alla valutazione (Pisani Massamormile, in Com. S., 122). Si ritiene, dunque, che l'esperto possa liberamente scegliere fra i diversi metodi adottati nella prassi e che tale scelta non può essere censurata (Bertolotti, 784; Miola, 352; parzialmente difforme, Tassinari, 284 il quale evidenzia che deve essere consentito rimuovere una valutazione che abbia accolto criteri di valutazioni illegittimi o arbitrari). In giurisprudenza, si precisa che il valore dei conferimenti deve essere comunque determinato sulla base di criteri oggettivi (Trib. Napoli, 5 ottobre 1999, Soc., 2000, 885). Il controllo sulla relazione di stima. La revisione della stimaIl comma 3 dell'articolo in commento prevede l'obbligatorietà del controllo demandato agli amministratori (Bertolotti, 787, il quale evidenzia come in caso di omissione essi saranno esposti a giusta causa di revoca ed a responsabilità). Gli amministratori devono confrontare il valore dell'apporto (assegnato dai soci) e quello di conferimento (risultante dalla perizia) al fine di evidenziare eventuali minusvalenze del bene conferito (così, Pisani Massamormile, in Com. S., 160). Secondo altra impostazione, il controllo avrebbe ad oggetto anche la scelta dei criteri di valutazione al fine di verificare il carattere legittimo e non arbitrario di essi (Erede, 416). Poiché il controllo degli amministratori sulla relazione di stima dell'esperto a fronte di conferimenti in natura non è soggetto ad alcun requisito formale, la conferma della stima in bilancio da parte degli amministratori implica il positivo espletamento del controllo e, per l'effetto, la cessazione del divieto di alienazione delle partecipazioni (Cass., n. 30020/2011). Fino a quando le valutazioni non sono state controllate, le azioni corrispondenti ai conferimenti sono inalienabili e devono restare depositate presso la società. Nelle società di capitali, è nulla, in quanto contraria all'ordine pubblico economico, la cessione di partecipazioni oggetto di conferimento in natura in mancanza del controllo degli amministratori sulla relazione di stima dell'esperto (Cass., n. 30020/2011). Le conseguenze della revisioneL'ultimo comma dell'articolo in commento prevede che se il valore dei beni o dei crediti conferiti è inferiore di oltre un quinto a quello per cui avvenne il conferimento, la società deve proporzionalmente ridurre il capitale sociale, annullando le azioni che risultano scoperte. La norma, tuttavia, concede al socio che ha eseguito il conferimento la facoltà di versare la differenza in denaro ovvero di recedere dalla società: la riduzione del capitale è, dunque, un rimedio residuale (Miola, 556; Bertolotti, 788). Il primo dei rimedi offerti al socio consiste nel reintegrare in danaro il deficit riscontrato (Pisani Massamormile , in Com. S., 214), reintegrazione che ha l'effetto di scongiurare la riduzione del capitale sociale e l'annullamento delle azioni del socio interessato (Ferrara-Corsi, 413). In tal modo, il socio mantiene inalterata la sua originaria partecipazione sociale (Cassottana, 231). La seconda opzione concessa al socio è quella di recedere dalla società. Si è osservato che, presupponendo il recesso la qualità di socio, in realtà l'esercizio del diritto che spetta al conferente costituisce una forma particolare di exit (Pisani Massamormile , in Com. S., 219), di scioglimento del rapporto sociale con efficacia ex nunc (Tassinari, 144). Qualora decida di recedere, il socio ha diritto alla restituzione del conferimento in natura, ma soltanto «qualora sia possibile in tutto o in parte». In dottrina si ritiene che la dizione normativa impedisca la restituzione solo quando il bene sia perito o deteriorato (Olivieri, 176; Bertolotti, 789) e non anche quando si tratti di un bene essenziale alla società per il perseguimento dell'oggetto sociale con la conseguenza che, in tale ipotesi, la restituzione determinerà lo scioglimento della società. Infine, la riduzione del capitale sociale si renderà obbligatoria tanto nell'ipotesi in cui il conferente eserciti il diritto di recesso (contra Miola, 555 secondo il quale trova applicazione l'art. 2437-quater comma 6, che consente alla società di rimborsare le azioni del socio con somme provenienti dalle riserve disponibile, anche acquistando le azioni in deroga all'art. 2357 e solo ove ciò non fosse possibile si dovrebbe procedere alla riduzione) quanto in quella in cui egli accetti i risultati della riduzione (Pisani Massamormile, in Com. S., 225). 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Della concorrenza, artt. 2247-2378, a cura di Santosuosso; Ferri jr., La nuova disciplina dei conferimenti in natura in società per azioni: considerazioni generali, in Riv. soc., 2009, 253; Maltoni, Questioni in merito all'applicazione della disciplina dell'art. 2343-ter (disciplina vigente a seguito del d.lgs. 29 novembre 2010, n. 224), in Studio di impresa n. 50-2011/I del Consiglio nazionale del Notariato; Miola, I conferimenti in natura, in Trattato Colombo Portale, I, 3, Torino, 2004; Notari, Il regime alternativo della valutazione dei conferimenti in natura in società per azioni, in Riv. soc., 2009, 54; Olivieri, artt. 2342-2345, in Commentario D'Alessandro, II, 1, Padova, 2011; Olivieri, art. 2344, in Commentario romano al nuovo diritto delle società, diretto da d'Alessandro, II, Padova, 2010; Paolini, art. 2343-bis, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli, Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 2247-2378, a cura di Santosuosso; Portale, Capitale sociale e conferimenti nella società per azioni, in Riv. soc., 1970; Portale, La mancata attuazione del conferimento in natura, in Trattato Colombo Portale, Torino, 2004; Salamone, Le verifiche della valutazione semplificata dei conferimenti non in contanti, in Giur. comm., 2010, I, 49; Santosuosso, artt. 2325-2325-bis e 2462, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli; Spolidoro, I conferimenti in danaro, Gli acquisti pericolosi, in Trattato Colombo-Portale, I, 2, Torino, 2004; Spolidoro, Attuazione della Direttiva 2006/68/CE su Conferimenti non in contanti, acquisto di azioni proprie e assistenza finanziaria, in Not., 2009, 67; Tassinari, artt. 2342, 2343-bis, 2344, in Comm. Maffei Alberti, I, Padova, 2005; Tedeschini Francesco, Sacco Ginevri Andrea, La nuova disciplina dei conferimenti in natura e dell'assistenza finanziaria nelle s.p.a.: primi spunti applicativi, Giur. comm. 2009, 58 |