Codice Civile art. 2343 bis - Acquisto della società da promotori, fondatori, soci e amministratori (1).Acquisto della società da promotori, fondatori, soci e amministratori (1). [I]. L'acquisto da parte della società, per un corrispettivo pari o superiore al decimo del capitale sociale, di beni o di crediti dei promotori, dei fondatori, dei soci o degli amministratori, nei due anni dalla iscrizione della società nel registro delle imprese, deve essere autorizzato dall'assemblea ordinaria. [II]. L'alienante deve presentare la relazione giurata di un esperto designato dal tribunale nel cui circondario ha sede la società ovvero la documentazione di cui all'articolo 2343-ter primo e secondo comma (2) contenente la descrizione dei beni o dei crediti, il valore a ciascuno di essi attribuito, i criteri di valutazione seguiti, nonché l'attestazione che tale valore non è inferiore al corrispettivo, che deve comunque essere indicato. [III]. La relazione deve essere depositata nella sede della società durante i quindici giorni che precedono l'assemblea. I soci possono prenderne visione. Entro trenta giorni dall'autorizzazione il verbale dell'assemblea, corredato dalla relazione dell'esperto designato dal tribunale ovvero dalla documentazione di cui all'articolo 2343-ter (3), deve essere depositato a cura degli amministratori presso l'ufficio del registro delle imprese. [IV]. Le disposizioni del presente articolo non si applicano agli acquisti che siano effettuati a condizioni normali nell'ambito delle operazioni correnti della società né a quelli che avvengono nei mercati regolamentati o sotto il controllo dell'autorità giudiziaria o amministrativa. [V]. In caso di violazione delle disposizioni del presente articolo gli amministratori e l'alienante sono solidalmente responsabili per i danni causati alla società, ai soci ed ai terzi. (1) Articolo sostituito dall' art. 1 d.lg. 17 gennaio 2003, n. 6 , con effetto dal 1° gennaio 2004. La legge ha modificato l’intero capo V, ed è stata poi modificata e integrata dal d.lg 6 febbraio 2004, n. 37, la cui disciplina transitoria è dettata dall'art. 6. Il testo dell'articolo, come inserito dapprima dall'art. 7 d.P.R. 10 febbraio 1986, n. 30 e successivamente modificato dall'art. 33 l. 24 novembre 2000, n. 340, era il seguente: «[I]. L'acquisto da parte della società, per un corrispettivo pari o superiore al decimo del capitale sociale, di beni o di crediti dei promotori, dei fondatori, dei soci o degli amministratori, nei due anni dalla iscrizione della società nel registro delle imprese, deve essere autorizzato dall'assemblea ordinaria. [II]. L'alienante deve presentare la relazione giurata di un esperto designato dal presidente del tribunale contenente la descrizione dei beni o dei crediti, il valore a ciascuno di essi attribuito, i criteri di valutazione seguiti, nonché l'attestazione che tale valore non è inferiore al corrispettivo, che deve comunque essere indicato. [III]. La relazione deve essere depositata nella sede della società durante i quindici giorni che precedono l'assemblea. I soci possono prenderne visione. Entro trenta giorni dall'autorizzazione il verbale dell'assemblea, corredato dalla relazione dell'esperto designato dal presidente del tribunale, deve essere depositato a cura degli amministratori presso l'ufficio del registro delle imprese. [IV]. Le disposizioni del presente articolo non si applicano agli acquisti che siano effettuati a condizioni normali nell'ambito delle operazioni correnti della società né a quelli che avvengono in borsa o sotto il controllo dell'autorità giudiziaria o amministrativa». (2) L'art. 20, d.l. 24 giugno 2014 n. 91, conv., con modif., in l. 11 agosto 2014, n. 116, ha inserito, dopo le parole «di un esperto designato dal tribunale nel cui circondario ha sede la società», le parole «ovvero la documentazione di cui all'articolo 2343-ter primo e secondo comma». (3) L'art. 20, d.l. 24 giugno 2014 n. 91, conv., con modif., in l. 11 agosto 2014, n. 116, ha inserito, dopo le parole «dell'esperto designato dal tribunale» le parole: «ovvero dalla documentazione di cui all'articolo 2343-ter». InquadramentoL'articolo in esame sottopone ad un particolare regime procedurale gli acquisti di beni o crediti il cui valore superi una certa soglia quando compiuti entro un determinato lasso temporale e nel caso in cui la controparte della società sia individuata in particolari soggetti (Paolini, 791). La ratio della normaLa dottrina prevalente spiega il fondamento della norma nella volontà di evitare manovre elusive della disciplina dei conferimenti non in denaro e, in particolare, della disciplina concernente la stima dei conferimenti in natura (Campobasso, 195): in questa prospettiva, la norma mirerebbe ad impedire illegittime riattribuizioni di ricchezza a vantaggio dei conferenti (Cassottana, 238). È stato, però, osservato che tale ricostruzione non si concilia con la mancata previsione di analoga disciplina in sede di aumenti di capitale (Spolidoro, 684) e con la scelta del legislatore di ricomprendere tra i soggetti interessati anche gli amministratori (Paolini, 793). Così, la ratio è stata individuata nell'esigenza di adottare particolari cautele nei confronti di alcune operazioni compiute dalla società nei primi due anni di vita (Spolidoro, 694; Paolini, 796; Pisani Massamormile, in Com. S., 240 ss.). L'ambito soggettivoQuanto al profilo soggettivo, la norma fa riferimento ai promotori, ai fondatori, ai soci ed agli amministratori. Mentre i promotori ed i fondatori sono presi in considerazione in quanto tali per il solo fatto di essere stati promotori o fondatori della società (Pisani Massamormile, in Com. S., 247), per i soci e gli amministratori occorre verificare la sussistenza di tale qualità al momento del compimento dell'operazione sospetta. Consegue che la norma non si applica ai soci ed agli amministratori che abbiano perso le rispettive qualità (Paolini 797; Pisani Massamormile, in Com. S., 247, Spolidoro, 688; Frè-Sbisà, 183). I soci sono quelli che risultano formalmente titolari delle azioni ancorché su tali azioni siano esercitati diritti parziali da parte di altri (Paolini 797; Spolidoro, 688). Il profilo oggettivo. Le operazioni regolateL'articolo in commento prende in considerazioni gli acquisti effettuati da parte della società, per un corrispettivo pari o superiore al decimo del capitale sociale, di beni o di crediti. La norma, non riferendosi ad alcuna tipologia specifica di contratto, ricomprende tutti i contratti che comportino un trasferimento di diritti a titolo oneroso, a favore della società (Paolini, 799) e, precisamente, tutte le operazioni attraverso cui un'utilità, materiale, immateriale, un credito o un diritto, confluisca nell'attivo sociale, indipendentemente dalla forma giuridica di acquisto (Pisani Massamormile, in Com. S., 268; Spolidoro, 691). Sono, dunque, pacificamente ricompresi la compravendita, i contratti d'opera, i contratti di locazione e di affitto, i contratti di finanziamento, l'opzione ed il contratto preliminare. Con riguardo al limite temporale, la norma fa riferimento alle operazioni compiute nei due anni decorrenti dalla iscrizione della società nel registro delle imprese. Non vi è, però, concordia di vedute in ordine al momento al quale occorre avere riguardo per stabilire se l'operazione possa dirsi compiuta nel termine indicato. Secondo una prima ricostruzione, discorrendo la norma di «acquisto» e non già di contratto, atto o operazione giuridica, deve concludersi che acquisto di un diritto implica il riferimento all'effetto giuridico e, precisamente, il risultato dell'attuazione di ciò che i contraenti hanno voluto e non già alla mera assunzione del relativo obbligo di contrarre (Pisani Massamormile, in Com. S., 276 ss.). Altra parte della dottrina, ritiene, invece, che si possa guardare al momento della conclusione del contratto o del contratto preliminare mentre l'esecuzione delle prestazioni potrebbe avvenire anche in un momento successivo al biennio (Paolini 802). La disciplinaGli acquisti devono essere autorizzati dall'assemblea ordinaria previa presentazione di una relazione giurata di stima redatta da un esperto designato dal tribunale nel cui circondario ha sede la società. A seguito della modifica dell'articolo in commento operata dal d.l. n. 91/2014 (conv. con modif. in l. n. 116/2014), in luogo della relazione, l'alienante è tenuto a depositare presso la sede della società, prima dell'assemblea, la documentazione di cui all'art. 2343-ter commi 1 e 2. La perizia deve contenere: 1) la descrizione dei beni o dei crediti, 2) il valore a ciascuno di essi attribuito, 3) i criteri di valutazione seguiti, 4) l'attestazione che tale valore non è inferiore al corrispettivo, che deve comunque essere indicato. Il mancato corretto adempimento di tali formalità rende annullabile la deliberazione assembleare e, dunque, impugnabile ai sensi degli artt. 2377 e 2378 (Spolidoro, 708). Le esenzioniLa prima ipotesi di esenzione trova la sua giustificazione nella volontà di evitare di sottoporre a significativi vincoli procedurali l'ordinaria gestione della società (Campobasso 197, Paolini, 805). Le operazioni correnti sono quelle che si caratterizzano per la ripetitività (Spolidoro, 717, Pisani Massamormile, in Com. S., 297; Paolini, 805; Frè-Sbisà, 191). Così non possono considerarsi correnti gli investimenti e le immobilizzazioni tecniche, immateriali o finanziarie (Frè-Sbisà, 192; Spolidoro, 716). Le operazioni correnti devono essere compiute a «condizioni normali»: tale dizione va intesa nel senso che l’atto deve essere concluso alle medesime condizioni economiche e giuridiche che praticherebbero sul libero mercato contraenti indipendenti (Pisani Massamormile, in Com. S., 298); il giudizio sulla normalità delle condizioni è demandato agli amministratori (Spolidoro, 718; Paolini, 806). La seconda ipotesi di esenzione riguarda gli acquisti che avvengono nei mercati regolamentati o sotto il controllo dell’autorità giudiziaria o amministrativa. In tal caso la ragione giustificatrice dell’esenzione viene individuata nella forte probabilità che la società non corra il rischio di un acquisto sovrastimato (Pisani Massamormile, in Com. S., 299; Tassinari, 292; parzialmente difforme Paolini, 804). Le conseguenze della violazioneIn mancanza della relazione di stima o di mancato deposito della relazione, si ritiene che la deliberazione dell'assemblea sia nulla per illiceità dell'oggetto (Pisani Massamormile, in Com. S., 303 ss.; Spolidoro, 708). Parimenti nulla sarebbe la deliberazione che autorizzasse l'acquisto ad un prezzo superiore rispetto a quello indicato nella perizia di stima (Paolini, 809). L'ultimo comma prevede che in caso di violazione delle disposizioni dell'articolo in esame, gli amministratori e l'alienante sono solidalmente responsabili per i danni causati alla società ai soci ed ai terzi. BibliografiaAbriani, Il nuovo regime dei conferimenti in natura senza relazione di stima, in Riv. not., 2009, 301; Bertolotti, artt. 2343, 2343-ter, 2343-quater, 2344, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli, Delle società - Dell'azienda. 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