Codice Civile art. 2355 - Circolazione delle azioni (1).

Guido Romano

Circolazione delle azioni (1).

[I]. Nel caso di mancata emissione dei titoli azionari il trasferimento delle azioni ha effetto nei confronti della società dal momento dell'iscrizione nel libro dei soci.

[II]. Le azioni al portatore si trasferiscono con la consegna del titolo.

[III]. Il trasferimento delle azioni nominative si opera mediante girata autenticata da un notaio o da altro soggetto secondo quanto previsto dalle leggi speciali. Il giratario che si dimostra possessore in base a una serie continua di girate ha diritto di ottenere l'annotazione del trasferimento nel libro dei soci, ed è comunque legittimato ad esercitare i diritti sociali; resta salvo l'obbligo della società, previsto dalle leggi speciali, di aggiornare il libro dei soci.

[IV]. Il trasferimento delle azioni nominative con mezzo diverso dalla girata si opera a norma dell'articolo 2022.

[V]. Nei casi previsti ai commi sesto e settimo dell'articolo 2354, il trasferimento si opera mediante scritturazione sui conti destinati a registrare i movimenti degli strumenti finanziari; in tal caso, se le azioni sono nominative, si applica il terzo comma e la scritturazione sul conto equivale alla girata.

(1) Articolo sostituito dall' art. 1 d.lg. 17 gennaio 2003, n. 6 , con effetto dal 1° gennaio 2004. La legge ha modificato l’intero capo V, ed è stata poi modificata e integrata dal d.lg 6 febbraio 2004, n. 37, la cui disciplina transitoria è dettata dall'art. 6. Il testo dell'articolo recitava: «Azioni nominative e al portatore. [I]. Le azioni possono essere nominative o al portatore, a scelta dell'azionista, se l'atto costitutivo non stabilisce che devono essere nominative. [II]. Le azioni non possono essere al portatore, finché non siano interamente liberate. [III]. L'atto costitutivo può sottoporre a particolari condizioni l'alienazione delle azioni nominative».

Inquadramento

La norma in esame prende a riferimento l'efficacia del trasferimento delle azioni nei soli rapporti con la società e non tra i contraenti: essa disciplina le modalità di trasferimento delle azioni in caso di mancata emissione di titoli azionari, di azioni al portatore, di azioni nominativi e di azioni dematerializzate.

La circolazione in caso di mancata emissione dei titoli azionari

La società per azioni può non emettere documenti azionari che, dunque, non costituiscono una caratteristica essenziale del tipo di società (Visentini, 989, Frè-Sbisà, 219; Ghionni Crivelli Visconti, 1008). Per tali casi, il primo comma della disposizione in commento prevede che il trasferimento delle azioni ha effetto nei confronti della società dal momento dell'iscrizione nel libro dei soci (Dal Soglio, 309; Ghionni Crivelli Visconti, 1010). La società è, pertanto, tenuta a provvedere sollecitamente su istanza dell'alienante o dell'acquirente e l'obbligo è attuabile coattivamente (Del Soglio, 314; Giannelli, 548). La norma non si applica in caso di azioni dematerializzate laddove vi è emissione dei titoli, sebbene in forma non cartacea (Giannelli, 548).

In tali casi, il trasferimento si attua sulla base del consenso manifestato dalle parti ai sensi dell'art. 1376, mentre l'iscrizione nel libro soci vale a rendere opponibile alla società la vicenda traslativa (De Luca, 332; Ferrara-Corsi, 383).

Il trasferimento delle azioni al portatore o nominative

È discusso se per il trasferimento delle proprietà delle azioni operi il principio del consenso traslativo ai sensi dell'art. 1376 ovvero se sia necessaria la trasmissione del possesso qualificato in mancanza della quale il contratto avrebbe effetti meramente obbligatori (nel primo senso, Ferrara-Corsi, 387, Dal Soglio, 317, nel secondo, Delli Priscoli, 3 ss.). Si segnala che la soluzione ha rilevanza pratica, in quanto, applicando il principio consensualistico, si arriva ad attribuire alle formalità previste per l'alienazione dei vari titoli di credito una funzione di legittimazione a fini dell'esercizio dei diritti correlati ed un carattere esecutivo rispetto ad un trasferimento già perfezionato non essendo necessaria né la forma scritta per la manifestazione del consenso né l'autentica della girata (Ghionni Crivelli Visconti, 1011).

La giurisprudenza sembra orientata ad accogliere il primo orientamento. Si afferma, infatti, che l'adempimento delle formalità prescritte dall'art. 2022, comma 1 (c.d. transfert) non costituisce condizione di perfezionamento dell'acquisto o di produzione dell'effetto reale traslativo della proprietà del titolo, ma attiene alla fase esecutiva, certificativa e pubblicitaria del trasferimento, incidendo soltanto sulla legittimazione del nuovo socio; quest'ultimo, peraltro, pur non potendo esercitare alcun diritto sino a quando non si sia provveduto alle predette formalità (salvo quello di partecipare alle assemblee con le modalità previste dall'art. 4 l. 29 dicembre 1962 n. 1745), è pur sempre titolare del diritto di proprietà sul titolo, per il cui trasferimento non è quindi necessaria la redazione del c.d. fissato bollato, imposta per ragioni fiscali inerenti alla conclusione dei contratti di borsa, e non avente neppure una funzione surrogatoria o complementare rispetto all'esecuzione del transfert, ma solo di ulteriore documentazione di una cessione meramente consensuale (Cass., n. 17088/2008; Cass., n. 13106/2004; Cass., n. 1117/1998; Cass., n. 9314/1995).

Venendo ora alle modalità con le quali si esegue il trasferimento, in caso di azioni al portatore il trasferimento si attua mediante consegna del certificato per come previsto dalla regola generale di cui all'art. 2003. Il possesso del titolo costituisce condizione necessaria e sufficiente per legittimare il portatore nei confronti della società emittente (Giannelli 551) e, quindi, ad investire l'accipiens della legittimazione cartolare, a carattere reale (De Luca, 330).

Le azioni nominative emesse dalle società aventi sede nel territorio dello Stato debbono essere intestate ad una determinata persona fisica o giuridica; l'intestazione è fatta dalla società emittente sul fronte o a tergo del titolo e deve risultare nel libro dei soci (art. 1 commi 1 e 2 r.d. 29 marzo 1942, n. 239). Le azioni nominative si trasferiscono mediante transfert o mediante girata (artt. 2022, 2023 e art. 2 comma 1, r.d. 29 marzo 1942, n. 239).

Il transfert consiste nell'annotazione del nuovo titolare, a cura della società emittente, sul titolo e nel libro dei soci (art. 1 comma 1 r.d. 29 marzo 1942, n. 239) ovvero con il rilascio di un nuovo titolo in favore del nuovo titolare (art. 2022 comma 1); le annotazioni nel registro e sul titolo sono fatte a cura e sotto la responsabilità dell'emittente (art. 2022 comma 3), su richiesta dell'alienante o dell'acquirente. L'annotazione deve essere eseguita dalla società entro trenta giorni dalla richiesta, ma l'acquirente ha, nel frattempo, diritto ad ottenere un certificato provvisorio (art. 9 r.d. 29 marzo 1942, n. 239) (Ghionni Crivelli Visconti, 1015).

L'acquisto attraverso il transfert comporta l'acquisto della legittimazione ad esercitare i diritti sociali soltanto per effetto della iscrizione nel libro soci, non potendosi in tal caso applicare il terzo comma dell'art. 2355 (Ferrara-Corsi, 386, Dal Soglio, 321).

Ove la società rifiuti il «transfert» richiesto dall'alienante o dall'acquirente, e il rifiuto si riveli «ab origine» illegittimo, la società medesima non può addurre tale rifiuto per paralizzare il legittimo esercizio dei diritti spettante all'acquirente dei titoli cui legalmente competeva la qualità di socio (Cass., n. 13106/2004).

Trasferimento della partecipazione sociale e consistenza del patrimonio sociale

Costituisce ormai consolidato orientamento della giurisprudenza, che la consistenza patrimoniale della società nell'ambito della cessione di quote od azioni di quest'ultima rileva solo in presenza di una specifica garanzia assunta dal cedente. Invero, la cessione delle azioni di una società di capitali ha come oggetto immediato la partecipazione sociale e solo quale oggetto mediato la quota parte del patrimonio sociale che tale partecipazione rappresenta.

Le carenze, o i vizi relativi alle caratteristiche e al valore dei beni ricompresi nel patrimonio sociale — e, di riverbero, alla consistenza economica della partecipazione — pertanto, possono giustificare l'annullamento del contratto per errore o, ai sensi dell'art. 1497, la risoluzione per difetto di qualità della cosa venduta (necessariamente attinente ai diritti e obblighi che, in concreto, la partecipazione sociale sia idonea ad attribuire e non al suo valore economico), solo se il cedente abbia fornito, a tale riguardo, specifiche garanzie contrattuali, ovvero nel caso di dolo di un contraente, quando il mendacio o le omissioni sulla situazione patrimoniale della società siano accompagnate da malizie e astuzie volte a realizzare l'inganno e idonee, in concreto, a sorprendere una persona di normale diligenza (Cass., n. 15706/2008; Cass., n. 16031/2007; Cass., n. 26690/2006; Cass., n. 9067/1995; Cass., n. 2843/1996; Cass., n. 5773/1996). Il vizio ed il difetto di qualità in relazione alla compravendita di partecipazioni sociali, essendo queste attributive di un insieme di diritti ed obblighi in relazione a una società, può attenere, in via generale, unicamente alla qualità dei diritti e obblighi che in concreto la partecipazione sociale sia idonea ad attribuire. Non può riguardare, invece, il suo valore economico in quanto esso non attiene all'oggetto del contratto, ma alla sfera delle valutazioni motivazionali delle parti, in grado di assumere rilievo giuridico, come detto, solo ove, in relazione alla consistenza economica della partecipazione, siano state previste esplicite garanzie contrattuali, ovvero nel caso di dolo di un contraente, che renda annullabile il contratto. Si ammette che la cessione della quota attuata sul presupposto di una determinata consistenza patrimoniale della società, si possa inquadrare nell'ambito di un complesso regolamento negoziale, il quale abbia per oggetto non solo l'acquisizione di un generico status socii, ma anche ulteriori obblighi, a carico del cedente; tali obblighi possono per relationem essere collegati dalle parti, appunto, a una certa consistenza del patrimonio ovvero a determinate caratteristiche di beni sociali specificamente considerati, sino a rendere applicabile in via analogica le norme in tema di vendita, a condizione, come detto, che il cedente abbia, sul punto, assunto una specifica e dettagliata garanzia (cfr., Cass.n. 16031/2007, cit.).

Nella stessa prospettiva si pone la giurisprudenza di merito (cfr., Trib. Roma, 28 settembre 2015 e Trib. Roma, 5 ottobre 2015, in giurisprudenzadelleimprese.it; Trib. Napoli, 11 marzo 2002, in Soc., 2003, 81; App. Milano, 5 giugno 1990, in Giur. it., 1991, 387; Trib. Milano, 10 maggio 2006, n. 5414, Trib. Roma, 16 aprile 2009, in Soc., 2010, 1203, Tribunale Milano, 14 settembre 1992 in Vita not., 1993, 1499).

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