Codice Civile art. 2357 ter - Disciplina delle proprie azioni (1).Disciplina delle proprie azioni (1). [I]. Gli amministratori non possono disporre delle azioni acquistate a norma dei due articoli precedenti se non previa autorizzazione dell'assemblea, la quale deve stabilire le relative modalità. A tal fine possono essere previste, nei limiti stabiliti dal primo e secondo comma dell'articolo 2357, operazioni successive di acquisto ed alienazione. [II]. Finché le azioni restano in proprietà della società, il diritto agli utili e il diritto di opzione sono attribuiti proporzionalmente alle altre azioni. Il diritto di voto è sospeso, ma le azioni proprie sono tuttavia computate ai fini del calcolo delle maggioranze e delle quote richieste per la costituzione e per le deliberazioni dell'assemblea. Nelle società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio il computo delle azioni proprie è disciplinato dall'articolo 2368, terzo comma (2). [III]. L'acquisto di azioni proprie comporta una riduzione del patrimonio netto di eguale importo, tramite l'iscrizione nel passivo del bilancio di una specifica voce, con segno negativo (3). (1) Articolo sostituito dall' art. 1 d.lg. 17 gennaio 2003, n. 6 , con effetto dal 1° gennaio 2004. La legge ha modificato l’intero capo V, ed è stata poi modificata e integrata dal d.lg 6 febbraio 2004, n. 37, la cui disciplina transitoria è dettata dall'art. 6. (2) Comma sostituito dall'art. 1, d.lg. 29 novembre 2010, n. 224. Il testo precedente recitava: «Finché le azioni restano in proprietà della società, il diritto agli utili e il diritto di opzione sono attribuiti proporzionalmente alle altre azioni; l'assemblea può tuttavia, alle condizioni previste dal primo e secondo comma dell'articolo 2357, autorizzare l'esercizio totale o parziale del diritto di opzione. Il diritto di voto è sospeso, ma le azioni proprie sono tuttavia computate nel capitale ai fini del calcolo delle quote richieste per la costituzione e per le deliberazioni dell'assemblea.» (3)Comma così sostituito dall'art. 6, comma 1, d.lg. 18 agosto 2015, n. 139. Ai sensi dell'art. 12, comma 1 d.lg. n. 139, cit., la presente disposizione entra in vigore dal 1° gennaio 2016 e si applica « ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a partire da quella data ». Il testo del comma era il seguente: « Una riserva indisponibile pari all'importo delle azioni proprie iscritto all'attivo del bilancio deve essere costituita e mantenuta finché le azioni non siano trasferite o annullate ». InquadramentoL'articolo in commento trova la propria ratio nella volontà di evitare indebite posizioni di vantaggio degli amministratori e del gruppo di comando, finalità che viene perseguita con lo sterilizzare i diritti sociali connessi alle azioni proprie (Campobasso 250). La disciplina delle azioni proprieIl diritto di voto e gli altri diritti amministrativi sono sospesi. Nelle società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, le azioni sono computate nel calcolo dei quorum costitutivi e deliberativi delle assemblee e ciò al fine di evitare che la detenzione di azioni proprie abbassi i quorum a vantaggio della posizione della maggioranza azionaria. Nelle società quotate, invece, le azioni proprie sono computate ai fini del calcolo del quorum costitutivo e non di quello deliberativo dell'assemblea. Trovando così applicazione la regola generale delle azioni a voto sospeso (Campobasso, 250). Il diritto agli utili e il diritto di opzione sono attribuiti proporzionalmente alle altre azioni (Bione 375 il quale precisa che la ripartizione avviene a favore di tutti gli altri soci e non solo ai titolari delle azioni della medesima categoria di quelle possedute dalla società). Non partecipano alla ripartizione del diritto di opzione i titolari di obbligazioni convertibili (Frè-Sbisà, 423, Partesotti, 445). In caso di aumento gratuito di capitale, si ritiene che la società partecipi alla distribuzione delle azioni di nuova emissione, in misura proporzionale al numero di azioni proprie già possedute (Ferrara-Corsi, 427; Bione, 377; Partesotti, 448). Gli amministratori, poi, non possono disporre delle azioni proprie se non previa autorizzazione dell'assemblea, la quale deve stabilire le relative modalità e, precisamente, tutte le indicazioni stabilite per l'autorizzazione all'acquisto (Campobasso, 250, nt. 124). La riserva negativaIl d.lgs. n. 139/2015 ha sostituito il comma 3 dell'articolo in commento che, in precedenza, prevedeva che «una riserva indisponibile pari all'importo delle azioni proprie iscritto all'attivo del bilancio deve essere costituita e mantenuta finché le azioni non siano trasferite o annullate». La modifica è entrata in vigore l'1 gennaio 2016 e si applica ai bilanci relativi agli esercizi finanziari aventi inizio a partire da quella data. In conseguenza della modifica, oggi, non è più consentito iscrivere le azioni proprie nell'attivo immobilizzato. Le azioni proprie vanno iscritte in diretta riduzione del patrimonio netto (sul punto, De Luca, 5 ss.). BibliografiaAbriani, in Comm. Cottino, Bonfante, Cagnasso, Montalenti, Bologna, 2004; Abriani, Azioni a voto plurimo e maggiorazione del diritto di voto degli azionisti fedeli: nuovi scenari e inediti problemi interpretativi, in Giustiziacivile.com, 29 settembre 2014; Angelillis, Vitali, sub art. 2351, in Comm. Marchetti, Bianchi, Ghezzi, Notari, Milano, 2008; Autuori, sub art. 2361, in Comm. 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