Codice Civile art. 2374 - Rinvio dell'assemblea (1).

Guido Romano

Rinvio dell'assemblea (1).

[I]. I soci intervenuti che riuniscono un terzo del capitale rappresentato nell'assemblea, se dichiarano di non essere sufficientemente informati sugli oggetti posti in deliberazione, possono chiedere che l'assemblea sia rinviata a non oltre cinque giorni.

[II]. Questo diritto non può esercitarsi che una sola volta per lo stesso oggetto.

(1) Articolo sostituito dall' art. 1 d.lg. 17 gennaio 2003, n. 6 , con effetto dal 1° gennaio 2004. La legge ha modificato l’intero capo V, ed è stata poi modificata e integrata dal d.lg 6 febbraio 2004, n. 37, la cui disciplina transitoria è dettata dall'art. 6.

Inquadramento

La norma — che è inderogabile da parte dell'autonomia statutaria (Grippo Bolognesi, in Tr. Res., 2011, 97) — si presenta strumentale al diritto dei soci di essere informati sufficientemente sugli argomenti posti all'ordine del giorno della assemblea convocata (Serra, 174; Di Girolamo, 1648). Il limite dei cinque giorni costituisce, invece, criterio di composizione delle due opposte esigenze quella ad una più compiuta informazione e quella ad una rapida definizione dei processi decisionali della società (Di Girolamo, ivi, Montagnani, 519, Ferri jr., 716).

L'esercizio del diritto

La richiesta di rinvio, che può essere avanzata tanto nelle assemblee totalitarie che in quelle regolarmente convocate (Di Amato, 2371), va rivolta direttamente al presidente dell'assemblea e non necessita di motivazione. Essa va senz'altro accolta senza alcun sindacato nel merito, potendo il presidente valutare la legalità della richiesta sotto il profilo squisitamente formale (Di Girolamo, 1649; Ferri jr., 722; Serra, 170).

La richiesta deve essere avanzata in un momento anteriore alla votazione (Di Girolamo, 1651).

Il diritto di un socio di ottenere un rinvio dell'assemblea, ai sensi dell'art. 2374, non può essere limitato o condizionato da apprezzamenti degli amministratori o dell'assemblea circa la fondatezza delle motivazioni della richiesta addotte dal socio istante (App. Roma, 6 dicembre 2007).

La norma riconosce, quindi, ai soci il diritto potestativo di chiedere il rinvio che, tuttavia, incontra il limite dell'abuso del diritto (così, Cass. n. 29792/2017). 

La richiesta non può essere oggetto di votazione in assemblea (Trib. Roma 3 agosto 1998, Vita not., 1999, 866; contra, Trib. Venezia, 16 novembre 1987, Soc., 1988, 482).

Il differimento ai sensi dell'articolo in commento potrà essere comunicato ai soci assenti, ma non sarà comunque necessario osservare le formalità che presiedono alla regolare convocazione dell'assemblea, essendo sufficiente, ma non necessario, che i soci assenti siano informati del rinvio con qualunque mezzo (Di Amato, 116).

Quando l'assemblea venga differita oltre i cinque giorni di legge sarà necessaria una nuova convocazione a tutela degli azionisti assenti nella riunione in cui è stato disposto il rinvio (Di Girolamo, 1650).

La medesima posizione si rinviene nella giurisprudenza secondo la quale in caso di assemblea totalitaria, l'aggiornamento dell'assemblea non richiede un nuovo avviso di convocazione dei soci; al contrario, qualora l'assemblea in cui i soci presenti decidano di aggiornare la discussione ad una nuova seduta che non sia totalitaria, vige la regola generale del necessario avviso di convocazione ai soci assenti, non potendosi altrimenti considerare la seconda una mera prosecuzione della prima (Trib. Roma, 29 luglio 2015, n. 16651).

Sul piano delle conseguenze, è invalida la deliberazione adottata nonostante la formulazione dell'istanza di rinvio da parte dei soci a ciò legittimati (Trib. Roma, 3 agosto 1998, Vita not., 1999, 866; Trib. Milano, 28 agosto 2006, Soc., 2007, 1507).

L'applicazione analogica alla società a responsabilità limitata

Si esclude che il potere di richiedere ed ottenere il rinvio dell'assemblea sia applicabile per analogia alla società a responsabilità limitata con la conseguenza che il rigetto della richiesta non è causa di illegittimità della deliberazione da essi assunta (Trib. Milano, 17 dicembre 2015, Soc., 2016, 271).

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