Codice Civile art. 2429 - Relazione dei sindaci e deposito del bilancio (1).

Guido Romano

Relazione dei sindaci e deposito del bilancio (1).

[I]. Il bilancio deve essere comunicato dagli amministratori al collegio sindacale e al soggetto incaricato della revisione legale dei conti (2), con la relazione, almeno trenta giorni prima di quello fissato per l'assemblea che deve discuterlo.

[II]. Il collegio sindacale deve riferire all'assemblea sui risultati dell'esercizio sociale e sull'attività svolta nell'adempimento dei propri doveri, e fare le osservazioni e le proposte in ordine al bilancio e alla sua approvazione, con particolare riferimento all'esercizio della deroga di cui all'articolo 2423, quarto comma (3).

[III]. Il bilancio, con le copie integrali dell'ultimo bilancio delle società controllate e un prospetto riepilogativo dei dati essenziali dell'ultimo bilancio delle società collegate, deve restare depositato in copia nella sede della società, insieme con le relazioni degli amministratori, dei sindaci e del soggetto incaricato della revisione legale dei conti (4), durante i quindici giorni che precedono l'assemblea, e finché sia approvato. I soci possono prenderne visione.

[IV]. Il deposito delle copie dell'ultimo bilancio delle società controllate prescritto dal comma precedente può essere sostituito, per quelle incluse nel consolidamento, dal deposito di un prospetto riepilogativo dei dati essenziali dell'ultimo bilancio delle medesime.

(1) V. nota al Capo V.

(2) L'art. 37, comma 17, del d.lg. 27 gennaio 2010, n. 39, ha inserito dopo le parole: «al collegio sindacale» le parole: «e al soggetto incaricato della revisione legale dei conti»

(3)L’art. 37, comma 17, del d.lg. 27 gennaio 2010, n. 39 ha soppresso il secondo periodo del comma che recitava: «Il collegio sindacale, se esercita il controllo contabile, redige anche la relazione prevista dall'articolo 2409-ter». Tale periodo, ai sensi dell'art. 2 2 d.lg. 2 febbraio 2007, n. 32, aveva sostituito il precedente che recitava: «Analoga relazione è predisposta dal soggetto incaricato del controllo contabile».

(4) Le parole «del controllo contabile» sono state sostituite dalle parole «della revisione legale dei conti» dall'art. 37, comma 17, del d.lg. 27 gennaio 2010, n. 39.

Inquadramento

Il bilancio redatto e presentato dagli amministratori di una società di capitali ha natura di mero progetto, che il collegio sindacale ha il potere di rivedere e correggere, e che acquista esistenza giuridica soltanto con l'approvazione dell'assemblea e, dunque, al termine del complesso iter procedimentale previsto dal legislatore.

Ne consegue che la circostanza della sua mancata approvazione, motivata dalla opportunità di una riformulazione dello stesso secondo le osservazioni dell'organo di controllo, non è idonea a realizzare, neppure sul piano potenziale, una situazione pregiudizievole (causa o fonte di danno) per la società (in giurisprudenza Cass. n. 8989/2003).

La relazione del collegio sindacale

Il progetto di bilancio deve essere comunicato, da parte degli amministratori, al collegio sindacale e al revisore contabile ove il primo non concentri in sé anche le funzioni del secondo sulla base del disposto di cui all'art. 2409 bis.

Qualora il collegio sindacale non svolga anche le funzioni di revisore contabile, tra i suoi compiti non rientra l'accertamento della corrispondenza del bilancio con le risultanze delle scritture contabili. In dottrina si evidenzia, però, che pur non comportando doveri di controllo contabile analitico, l'esame sindacale del progetto di bilancio comporta necessariamente una verifica dell'adeguatezza dell'assetto contabile adottato dagli amministratori e del suo concreto funzionamento ed un giudizio sulla chiarezza e completezza del progetto di bilancio predisposto dagli amministratori (Colombo, in Tr. Res. 2011, 587). Il collegio sindacale può svolgere osservazioni e proposte in ordine al bilancio e alla sua approvazione.

La relazione del collegio sindacale si pone come un parere necessario, ma non vincolante (Bussoletti-De Biasi, 1065) ed assolve ad una funzione informativa sia nei confronti dei soci che dei terzi.

Il deposito nella sede sociale

L'obbligo fissato dal terzo comma avente ad oggetto il deposito del progetto di bilancio nei quindici giorni antecedenti all'assemblea fissata per l'approvazione del bilancio stesso, si rende strumentale rispetto alla finalità di assicurare il soddisfacimento del diritto dei soci ad essere informati ed a potere esprimere il proprio voto in maniera consapevole.

Un tal diritto — che rappresenta il bene giuridico tutelato dalla norma — postula non solo che il progetto di bilancio resti depositato per l'indicato periodo, ma anche e soprattutto che sia effettivamente consentito ai soci di esaminarlo, dal che consegue che ogni impedimento frapposto al socio (o ad un suo delegato) il quale precluda allo stesso di prendere visione del (progetto di) bilancio comporti di per sé la violazione del diritto all'informazione tutelato dalla norma suddetta, e possa giustificare l'annullamento della successiva delibera di approvazione del bilancio medesimo (Cass. n. 4734/1998).

Peraltro, l'adempimento in commento esaurisce ogni dovere di pubblicità e di informazione dei soci, i quali dal mancato esercizio della facoltà di prendere visione degli atti ritualmente depositati non possono far discendere ulteriori incombenze a carico degli amministratori o del presidente dell'assemblea, come quello di dare lettura, a richiesta, di tali atti (Cass. n. 1211/1992).

L'incompletezza del procedimento informativo consistente nel mancato deposito della bozza di bilancio e dei documenti integrativi costituisce un vizio che rende annullabile la delibera di approvazione del bilanci (Trib. Milano, 15 marzo 2005).

Peraltro, si osserva che l'obbligo di deposito del progetto di bilancio presso la sede sociale deve ritenersi soddisfatto nel caso in cui i documenti richiesti dalla legge siano stati trasmessi alla società tramite posta elettronica e resi disponibili ai soci (Trib. Milano, 10 marzo 2005). Inoltre, l'obbligo è assolto anche se i documenti risultino a disposizione dei soci nei soli orari di ufficio e nei giorni non festivi (Cass. n. 560/2001).

Come già accennato, l'omissione del deposito ovvero l'apposizione di ostacoli che pregiudichino l'effettiva possibilità per il socio di esaminare il progetto di bilancio determinano l'annullabilità della deliberazione assembleare di approvazione del bilancio (Cass. n. 4734/1998, cit., Trib. Torino, 30 giugno 1998; Trib. Milano, 24 giungo 1991). Può, dunque, dirsi superato il più risalente orientamento che discorreva di nullità della deliberazione.

Il potere dell'assemblea di modificare il progetto predisposto dagli amministratori

È discusso se l'assemblea convocata per l'esame e l'approvazione del bilancio possa modificarlo o meno.

Secondo un orientamento, nulla osta a che l'assemblea modifichi il progetto di bilancio sottoposto al suo esame dagli amministratori, attesa la natura di procedimento complesso dell'«iter» formativo del bilancio (Trib. Napoli, 24 febbraio 2000, nonché Trib. Milano, 21 luglio 1997 purché le modifiche non siano di tale complessità da farne un documento sostanzialmente «nuovo»).

Secondo diverso orientamento, invece, l'assemblea avrebbe una unica alternativa: quello di approvare o meno il bilancio senza potere procedere autonomamente alla modificazione del progetto presentato dall'organo gestorio, perché la formazione di tale progetto rientra tra gli atti di gestione il cui compimento è riservato dalla legge in via esclusiva agli amministratori (De Angelis, 1067).

Bibliografia

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