Codice Civile art. 2430 - Riserva legale (1).Riserva legale (1). [I]. Dagli utili netti annuali deve essere dedotta una somma corrispondente almeno alla ventesima parte di essi per costituire una riserva, fino a che questa non abbia raggiunto il quinto del capitale sociale. [II]. La riserva deve essere reintegrata a norma del comma precedente se viene diminuita per qualsiasi ragione. [III]. Sono salve le disposizioni delle leggi speciali. (1) V. nota al Capo V. InquadramentoLa riserva legale, costituente da un accantonamento contabile di utili, ha principalmente la funzione di protezione del capitale sociale del quale, in caso di perdite, costituisce una difesa destinata ad assorbire dette perdite ed a evitare che esse intacchino immediatamente il capitale. La costituzione della riserva poi risponde anche ad una esigenza di autofinanziamento dell'impresa (Figà-Talamanca, 1087). La costituzione della riserva legaleLa norma prevede l'accantonamento di una quota degli utili netti annuali. L'attributo «netto» indica che l'utile che va ad incrementare la riserva legale è costituito dall'utile di esercizio diminuito nella misura delle perdite pregresse riportate nello stato patrimoniale: qualora con l'approvazione del bilancio precedente si sia deliberato di rinviare a nuovo una perdita, l'utile di esercizio risulterà prioritariamente destinato alla copertura di dette perdite e soltanto per l'eccedenza alla formazione della riserva legale (Figà-Talamanca, 1080; Campobasso, 425, contra, Colombo, 1994, 486). Quando l'importo della riserva raggiunge il quinto del capitale sociale, la riserva è completa. Il limite del quinto del capitale deve essere riferito alla misura del capitale sociale al momento della deliberazione di distribuzione degli utili (Bussoletti-De Biasi, 1068). Quando, poi, il valore della riserva superi il limite predetto, l'eccedenza non sarà assoggettata al regime di indistribuibilità (Figà-Talamanca, 1081). Il vincolo di indisponibilitàNon si dubita che la riserva legale sia indisponibile in favore dei soci. La distribuzione priverebbe, infatti, i creditori di una garanzia supplementare, oltre che la società di mezzi utili per la gestione. Si è conseguentemente osservato come essa sia assoggettata ad un vincolo ancora più rigido di quello del capitale sociale che invece può essere ridotto, salva opposizione dei creditori, distribuendo ai soci l'eccedenza, previa modificazione statutaria (Figà-Talamanca, 1090). Si è già accennato che la riserva ha la funzione di tutelare il capitale sociale dal sopravvenire delle perdite. Sotto un primo profilo, tale funzione si esplica in quanto l'accumulo di patrimonio netto eccedente il capitale allontana l'evenienza che il medesimo patrimonio scenda, per il sopravvenire di una perdita, al di sotto della soglia minima del capitale (Figà-Talamanca), rendendo più remota l'ipotesi del verificarsi delle ipotesi previste dagli artt. 2446 e 2482 bis. Sotto altro profilo, la funzione si manifesta attraverso la possibile copertura delle perdite mediante l'impiego della riserva legale. Tale ipotesi è indirettamente consentita dal secondo comma dell'articolo in commento secondo il quale la riserva deve essere reintegrata a norma del comma precedente se viene diminuita per qualsiasi ragione. Tuttavia, le perdite non possono essere assorbite dalla riserva legale fino a quando esistono altre riserve (Figà-Talamanca, 1088; Costa, 8; Colombo, 1994, 497). Le perdite, dunque, intaccano dapprima le riserve facoltative, le riserve statutarie, i fondi di rivalutazione monetaria, la riserva legale (e la parte di riserva sovrapprezzo ad essa equiparata) e, infine, il capitale sociale (Colombo, 1994, 497). Ovviamente, una volta utilizzata la riserva per la copertura delle perdite essa va immediatamente reintegrata attraverso l'accantonamento di una quota pari alla ventesima parte degli utili successivamente accertati. Ci si è chiesti se il vincolo di indisponibilità della riserva legale implichi l'impossibilità di utilizzare la medesima per aumentare il capitale. In senso contrario, si è osservato che l'impossibilità di utilizzo deriva non tanto da una eventuale alterazione della funzione di tutela dei creditori, ma direttamente dal disposto dell'art. 2442 che consente il passaggio a capitale delle sole riserve disponibili (Colombo, 1994, 513; Jaeger-Denozza, 548, contra Costa, 153 il quale osserva che il passaggio dal regime della riserva a quello del capitale nulla toglierebbe al vincolo di destinazione sui corrispondenti valori patrimoniali che anzi ne uscirebbe rafforzato in ragione dell'obbligo di ricostituire la riserva legale sino al quinto del valore aumentato). Sempre in senso negativo si osserva che l'estensione della più rigida disciplina del capitale ai valori patrimoniali corrispondenti alla riserva legale può dar luogo ad uno squilibrio con riguardo all'eventuale sopravvenienza della perdita, rimanendo così opportuno mantenere un « cuscinetto » per evitare che la perdita incida direttamente sul capitale (Figà-Talamanca, 1087). È illegittimo l'aumento gratuito del capitale sociale effettuato mediante utilizzo della riserva legale (Trib. Bologna, 3 dicembre 1995; Trib. Cassino, 7 febbraio 1992). BibliografiaAngelici, La riforma delle società di capitali, Padova, 2003; Balzarini, Partecipazione agli utili degli amministratori, in Codice commentato delle nuove società, Milano, 2004; Balzarini, in Comm. Marchetti-Bianchi-Ghezzi-Notari, Milano, 2006; Balzarini, Impugnazione della delibera di approvazione del bilancio: interesse ad agire, vizi della relazione sulla gestione, in Soc. 2014; Bergamaschi, Distribuzione degli utili, in IlSocietario.it 2015; Bocchini, Diritto della contabilità delle imprese. 2. Bilancio di esercizio, Torino, 2011; Bussoletti-De Biasi, in Comm. Niccolini-Stagno d'Alcontres, Napoli, 2004; Colombo, Il bilancio d'esercizio, in Tr. Colombo-Portale, VII, 1, Torino, 1994; Colombo, L'invalidità dell'approvazione del bilancio dopo la riforma del 2003, in Riv. soc. 2006; Costa, Riserve e fondi nel bilancio di esercizio, Milano, 1986; De Angelis-Lolli, in Comm. Gabrielli, Torino; Figà-Talamanca, in Comm. Gabrielli, Torino; Guerrieri, La nullità delle deliberazioni assembleari disocietà per azioni, Milano, 2009; Guizzi, Riflessioni intorno ai rimedi esperibili avverso il bilancio non correttamente redatto, in Le società nel processo, Torino, 2012; Lolli, La nota integrativa nel bilancio di esercizio delle S.p.A., Milano, 2003; Ruggeri, Bilancio d'esercizio, in IlSocietario.it 2015; Ruggeri-Lapponi, Conto economico, in IlSocietario.it 2015; Ruggeri-Lapponi, Stato patrimoniale, in IlSocietario.it 2015; Sottoriva, Il D.Lgs. n. 139/2015 per il recepimento della Direttiva 2013/34/UE in tema di bilanci, in Soc. 2015; Spagnuolo, in Comm. Sandulli-Santoro, Torino, 2003. |