Codice Civile art. 2471 - Espropriazione della partecipazione (1).Espropriazione della partecipazione (1). [I]. La partecipazione può formare oggetto di espropriazione. Il pignoramento si esegue mediante notificazione al debitore e alla società e successiva iscrizione nel registro delle imprese (2). [II]. L'ordinanza del giudice che dispone la vendita della partecipazione deve essere notificata alla società a cura del creditore. [III]. Se la partecipazione non è liberamente trasferibile e il creditore, il debitore e la società non si accordano sulla vendita della quota stessa, la vendita ha luogo all'incanto; ma la vendita è priva di effetto se, entro dieci giorni dall'aggiudicazione, la società presenta un altro acquirente che offra lo stesso prezzo. [IV]. Le disposizioni del comma precedente si applicano anche in caso di fallimento di un socio. (1) V. nota al Capo VII. (2) L'art. 16, comma 12 quinquies, del d.l. 29 novembre 2008, n. 185, conv., con modif., nella l. 28 gennaio 2009, n. 2, ha soppresso le parole : «Gli amministratori procedono senza indugio all'annotazione nel libro dei soci». Ai sensi del comma 12 undecies del medesimo art. 16 del d.l. n. 185 del 2008, conv. con modif., dalla l. n. 2 del 2009, le disposizioni entrano in vigore il sessantesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Entro tale termine, gli amministratori delle società a responsabilità limitata depositano, con esenzione da ogni imposta e tassa, apposita dichiarazione per integrare le risultanze del registro delle imprese con quelle del libro dei soci. InquadramentoLa norma in commento, nel mentre sancisce in via generale che la partecipazione in una società a responsabilità limitata può formare oggetto di espropriazione, prevede che il pignoramento si esegue mediante notificazione al debitore e alla società e successiva iscrizione nel registro delle imprese. A seguito dell'entrata in vigore dell'art. 16 comma 12 quinquies d.l. 29 novembre 2008, n. 185 (convertito in l. 28 gennaio 2009, n. 2), è stato abolito il dovere degli amministratori di procedere all'annotazione del vincolo nel libro soci che invece figurava nel testo dell'articolo in commento a seguito della riforma del 2003. Ferma la ritenuta espropriabilità della partecipazione confermata dalla riforma del 2003, è stato oggetto di dibattito quali forme dovesse seguire la procedura esecutiva, se quelle del pignoramento presso terzi ovvero quelle del pignoramento diretto. Il dibattito, peraltro, era influenzato dalle diverse concezioni in ordine alla natura giuridica della quota stessa. In tema di pignoramento della partecipazione a società a responsabilità limitata, il conflitto tra creditore pignorante ed acquirente della partecipazione va risolto applicando l'art. 2914 n. 1 c.c., con la conseguenza che non hanno effetto in pregiudizio del primo le alienazioni che siano state iscritte nel registro delle imprese successivamente all'iscrizione del pignoramento, senza che rilevi lo stato soggettivo di buona fede, non essendo applicabile il terzo comma dell'art. 2470 c.c.(Cass., n. 20170/2017). Le forme dell'espropriazioneLe diverse concezioni sulla natura giuridica della partecipazione sociale si sono poi ripercosse sulle forme dell'espropriazione. Infatti, per l'orientamento che riteneva la quota un diritto di credito era giocoforza concludere che l'espropriazione della quota avesse luogo nelle forme dell'espropriazione presso terzi (Cass., 12 dicembre 196, n. 7409; Cass., 2 aprile 2001, n. 4801; Cass., 4 aprile 1997, n. 2926). La riforma del diritto societario ha chiarito che il pignoramento si esegue mediante notificazione al debitore e alla società e successiva iscrizione nel registro delle imprese. Il legislatore ha optato per un modello di pignoramento “diretto” che si attaglia alla configurazione della quota come bene immateriale iscritto in pubblico registro (Gasperini, 397; Andreoni, 44; Soldi, 900; Mandrioli, 119). In questa prospettiva, il pignoramento si esegue con la notifica al socio debitore ed alla società di un atto formato a norma dell'art. 492 c.p.c. contenente l'ingiunzione di astenersi da qualunque atto diretto a sottrarre alla garanzia del credito esattamente indicato la quota ed i frutti di essa. La disposizione in commento ha chiarito che il pignoramento di partecipazioni in società a responsabilità limitata è iscrivibile nel registro delle imprese (Gasperini, ibidem; Soldi, 966; Zanarone, 677). Anche la giurisprudenza è orientata in tale direzione. In particolare, l'art. in commento istituisce un procedimento esecutivo ad hoc, del tutto estraneo al pignoramento presso terzi, che si svolge mediante notifica al debitore ed alla società di un atto complesso e la sua successiva iscrizione nel registro delle imprese, senza che sia necessario invitare società a rendere la dichiarazione di cui all'articolo 547 c.p.c. e tantomeno instaurare l'eventuale giudizio di accertamento dell'obbligo del terzo (Trib. Parma, 20 maggio 2013; Trib. Udine, 18 febbraio 2013; per la giurisprudenza di legittimità, cfr., Cass., 18 giugno 2014, n. 13903. In senso contrario, però, Trib. Melfi, 13 gennaio 2010). La vendita di partecipazioni non liberamente trasferibiliProblematiche particolari si presentano nel caso in cui l'atto costitutivo della società preveda dei limiti alla libera trasferibilità della partecipazione sociale. Il legislatore ha dunque realizzato un bilanciamento tra le esigenze dei creditori del socio e l'interesse della società a mantenere una composizione sociale omogenea che rileva anche ad aggiudicazione conclusa (Corte cost., 30 maggio 2008, n. 186). Va, in primo luogo, osservato che il terzo comma dell'articolo in commento si applica qualunque sia la tipologia di clausola limitativa del trasferimento prevista statutariamente e, dunque, tanto in caso di clausole di gradimento che di clausole di prelazione e riscatto. Con particolare riferimento alle clausole di prelazione l'art. in commento si applica anche ad esse (Cass., 7 novembre 2002, n. 15605; Cass., 14 gennaio 2005, n. 691; Cass., 12 magio 2010, n. 11493, contra Cass, 3 aprile 1991, n. 3482). La disposizione in commento deve ritenersi applicabile anche al caso di quote intrasferibili (Zanarone, 694; Santini, in Comm. S.B. 2014, 378). D'altra parte, diversamente opinando si arriverebbe alla conclusione che la quota del socio debitore non concorrerebbe a costituire la garanzia generica ai sensi dell'art. 2740. Ebbene, con riferimento alla procedura prevista dall'art. 2471 comma 3, dopo che il giudice abbia disposto la vendita all'incanto delle quote non liberamente trasferibili, si apre una fase di negoziazione amichevole tra il creditore, il debitore e la società che potrà portare ad un accordo o sul trasferimento della partecipazione stessa ovvero sulle modalità della vendita. Qualora venga raggiunto l'accordo, esso dovrà comunque essere formalizzato in udienza davanti al giudice ai fini dell'adozione dei provvedimenti conseguenti (Gasperini, 409; contra Santini, in Comm. S.B. 2014, 380). Qualora, invece, non si addivenga ad un accordo, avrà luogo la vendita all'incanto della partecipazione che terminerà con una regolare aggiudicazione, la quale è immediatamente produttiva del trasferimento della proprietà della partecipazione (Gasperini, 413). Tuttavia, la società mantiene la facoltà, entro dieci giorni dall'aggiudicazione, di presentare un altro acquirente che offra lo stesso prezzo. La presentazione di tale acquirente gradito si pone, dunque, come condizione risolutiva dell'aggiudicazione medesima (Gasperini, ibidem). Qualora, in violazione dello statuto, la facoltà di designazione di un altro acquirente in sostituzione dell'aggiudicatario sia stato esercitato dal legale rappresentante in assenza di una conforme delibera dell'organo amministrativo, la legittimazione a far valere l'invalidità dell'atto spetta soltanto alla società, non potendo la relativa questione essere dedotta mediante opposizione agli atti esecutivi da parte dell'aggiudicatario, quantunque egli stesso socio (Cass., 29 febbraio 2008, n. 5493; Cass., 11 giugno 1980, n. 3715). BibliografiaAbriani, Finanziamenti «anomali» dei soci e regole di corretto finanziamento nella società a responsabilità limitata, in Studi in onore di Giovanni Zanarone, Torino, 2011; Andreoni, L'esecuzione e le partecipazioni sociali, Padova, 2012; Angelici, Società unipersonali: l'esperienza comparatistica, in Soc. 1993; Annunziata, in Comm. 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