Codice Civile art. 2475 bis - Rappresentanza della società (1).Rappresentanza della società (1). [I]. Gli amministratori hanno la rappresentanza generale della società. [II]. Le limitazioni ai poteri degli amministratori che risultano dall'atto costitutivo o dall'atto di nomina, anche se pubblicate, non sono opponibili ai terzi, salvo che si provi che questi abbiano intenzionalmente agito a danno della società. (1) V. nota al Capo VII. InquadramentoL'articolo in commento attribuisce agli amministratori il potere di rappresentanza, definito dal primo comma espressamente «generale», della società. A differenza delle società per azioni ove, ai sensi dell'art. 2383 comma 2 e 2384 comma 1, la rappresentanza spetta a quegli amministratori cui lo statuto o la deliberazione di nomina lo attribuiscono, nelle società a responsabilità limitata il potere di rappresentanza è connaturale al potere gestorio. La norma costituisce un contrappeso all'interno di un sistema in cui i poteri gestori degli amministratori possono essere liberamente modellati dai soci e, dunque, è finalizzata a garantire i terzi e la sicurezza delle contrattazioni con la società (Salvatore, in Comm. S.B. 2014, 459). In via generale, il potere rappresentativo spetta a tutti gli amministratori. Costituisce, peraltro, oggetto di dibattito se l'atto costitutivo possa attribuire solo ad alcuni di essi il potere di rappresentanza. A favore della risposta affermativa, si rileva che tra le indicazioni che l'atto costitutivo deve necessariamente contenere rientrano quelle concernenti la rappresentanza della società (art. 2463 comma 2, n. 7) e che l'art. 2383 comma 4 (richiamato dall'art. 2475 comma 2) prevede che «entro trenta giorni dalla notizia della loro nomina gli amministratori devono chiederne l'iscrizione nel registro delle imprese indicando (...) a quali tra essi è attribuita la rappresentanza della società, precisando se disgiuntamente o congiuntamente». In definitiva, l'applicazione delle richiamate norme consente di affermare che, anche nelle società a responsabilità limitata, sia possibile attribuire il potere di rappresentanza soltanto ad alcuni amministratori (in questo senso Abriani, 580; Sciuto, 1912; Salvatore, in Comm. S.B. 2014, 461). Più problematica la questione se, alla luce del secondo comma della norma, tali limitazioni possano avere rilevanza esterna ed essere opponibili ai terzi. Secondo l'orientamento maggioritario, la norma di cui all'art. 2475 bis comma 2 presuppone pur sempre la titolarità del potere rappresentativo con la conseguenza che, escluso in capo a taluni amministratori dall'atto costitutivo detto potere, non vi sarebbe ragione per non ammettere la rilevanza della limitazione che sarebbe opponibile ne confronti dei terzi (così Abriani, 580; Salvatore, in Comm. S.B. 2014, 462). La clausola dello statuto di una s.r.l. secondo cui la rappresentanza della società spetti congiuntamente al consiglio di amministrazione è opponibile ai terzi. L'atto compiuto dal solo presidente è inefficace nei confronti della società, salvo che il terzo contraente dimostri la dissociazione tra potere gestorio e potere di rappresentanza o comunque la fonte dei poteri attribuiti al presidente (Trib. Cagliari, 18 settembre 2009). Le limitazioni dei poteri. L'exceptio doliIl secondo comma della norma in commento prevede che le limitazioni ai poteri degli amministratori che risultano dall'atto costitutivo o dall'atto di nomina, anche se pubblicate, non sono opponibili ai terzi, salvo che si provi che questi abbiano intenzionalmente agito a danno della società. In altre parole, la società resta, salva l'ipotesi di exceptio doli, vincolata all'atto posto in essere dagli amministratori che ecceda dai poteri rappresentativi di questi, essendo irrilevanti le dissociazioni tra potere gestorio e potere rappresentativo. Come evidenziato dalla dottrina (Salvatore, in Comm. S.B. 2014, 463), le ipotesi di limitazioni che non influiscono sulla validità degli atti compiuti ricorrono, a titolo esemplificativo, nei casi in cui il potere rappresentativo sia circoscritto a determinate categorie di atti; nei casi di separazione tra potere gestorio e potere rappresentativo; nei casi di mancata autorizzazione dell'assemblea per determinati atti laddove lo statuto prescriva l'intervento dei soci quale presupposto necessario per il compimento di un determinato atto; nei casi di mancanza firma congiunta per determinate categorie di atti. L'atto di assunzione delle partecipazioni in società di persone ha natura di atto gestorio, in quanto tale riservato alla esclusiva competenza degli amministratori; da tale qualificazione discende che lo stesso è idoneo ad obbligare la società nei confronti dei terzi, anche nell'ipotesi di carenza della delibera assembleare, in quanto il difetto di autorizzazione dei soci ha una rilevanza meramente interna alla dinamica sociale, determinando esclusivamente la responsabilità dell'organo amministrativo nei confronti della società (Trib. Brindisi, 7 gennaio 2013, in Giur. comm. 2014, 5, II, 906). Per quanto attiene all'exceptio doli, è stato correttamente osservato che il presupposto richiesto dal secondo comma dell'art. 2475 bis non è costituito da una generica mala fede del terzo ovvero dalla conoscenza o conoscibilità che egli abbia dell'esorbitanza dell'atto rispetto ai poteri di rappresentanza delineati nell'atto costitutivo o nell'atto di nomina. Al contrario, per l'annullamento del negozio stipulato dalla società sarà necessaria: 1) la conoscenza effettiva della concreta esorbitanza dell'atto; 2) la consapevolezza del pregiudizio che l'atto è suscettibile di arrecare alla società (così, in dottrina, Abriani, 584; Cass., 16 maggio 2007, n. 11315; Cass., 10 agosto 1998, n. 4914). Il limite dell'oggetto socialeL'attribuzione di una rappresentanza generale in capo agli amministratori, senza più indicazione del limite dell'oggetto sociale, estende i poteri del rappresentante ad ogni attività giuridica compiuta in nome della società, anche oltre i limiti, non sempre facilmente delineabili, dell'oggetto sociale (così Salvatore, in Comm. S.B. 2014, 464). L'estraneità all'oggetto sociale è ora considerata come una limitazione interna al potere di rappresentanza che, come le limitazioni statutarie, non è opponibile ai terzi, con la sola eccezione del caso in cui i terzi abbiano agito intenzionalmente a danno della società (Salvatore, in Comm. S.B. 2014, 464). È stato, tuttavia, osservato che gli atti eccedenti i limiti dell'oggetto sociale posti in essere dall'amministratore rimangono quindi, di regola, validi anche se si provi la malafede del terzo (cioè che questi fosse a conoscenza delle limitazioni stabilite dallo statuto) con l'unica eccezione dell'exceptio doli. Dal campo di operatività della norma testé esaminata esulano, tuttavia, le ipotesi in cui l'amministratore abbia agito con abuso di rappresentanza, cioè con superamento dei limiti legali (non convenzionali) del potere di rappresentanza, rimanendo questi comunque opponibili ai terzi. Tra tali ipotesi rientrano certamente gli atti che comportano una rilevante modifica dell'oggetto sociale quali, ad esempio, la cessione dell'azienda costituente la sola attività dell'impresa sociale non accompagnata dal contestuale riacquisto di altra azienda con la quale continuare l'attività d'impresa in precedenza esercitata (Trib. Roma, 28 aprile 2011, in Vita not. 2011, 2, 1016). In questa prospettiva, si è affermato che nel caso di cessione dell'azienda sociale effettuata dagli amministratori in assenza di una previa delibera assembleare ex art. 2479, comma 2, n. 5, c.c. il difetto di potere rappresentativo rende nullo l'atto di cessione. Ciò, in considerazione del disposto dell'art. 1418, comma 1, c.c., che pone un principio generale volto a disciplinare quei casi in cui, come accade appunto nell'art. 2479, comma 2, n. 5, c.c. la violazione di precetti imperativi non è accompagnata dalla previsione della relativa nullità (Trib. Roma, 3 agosto 2018, in Banca borsa tit. cred., 2019, 5, II, 586; ma anche Trib. Roma, 27 gennaio 2020, in Foro it., 2020, I, 1072 secondo il quale è nullo il conferimento eseguito da una società a responsabilità limitata, in assenza di apposita decisione dei soci, se tale da comportare sostanziale modifica dell'oggetto della società, come nel caso di conferimento dell'intera azienda del conferente). Peraltro, è opponibile ai terzi la mancanza di decisione dei soci di società a responsabilità limitata in ordine all'atto, posto in essere dagli amministratori, che comporti sostanziale modifica dell'oggetto della società (Trib. Roma, 27 gennaio 2020 cit.). BibliografiaAbriani, in Comm. Gabrielli, Milano, 2015; Ambrosini, in Comm. Niccolini-Stagno d'Alcontres, Napoli, 2004; Angelillis-Sandrelli, in Comm. Marchetti-Bianchi-Ghezzi-Notari, Milano, 2008; Arieta-Gasperini, La revoca cautelare ante causam degli amministratori di s.r.l., in Corr. giur. 2005; Bartalena, La revoca degli amministratori di s.r.l., in Amministrazione e controllo nel diritto delle società, Torino, 2010; Benazzo, L'organizzazione della nuova S.r.l. fra modelli legali e statutari, in Soc. 2003; Bonora, La responsabilità del socio “gestore” di società a responsabilità limitata, Milano, 2013; Bordiga, Rappresentanza della società, in Commentario dedicato a Portale, Milano, 2011; Buta, Il diritto di controllo del socio di S.r.l., Il nuovo diritto delle società, Torino, 2007; Caccavale, L'amministrazione, la rappresentanza e i controlli, in La riforma della società a responsabilità limitata, Milano, 2007; Cagnasso, La società a responsabilità limitata, in Tr. Cottino, 2007; Comastri-Valerini, Natura conservativa e funzione inibitoria della revoca cautelare dell'amministratore di s.r.l., in Riv. dir. civ. 2007; Consolo, Note sul potere di revoca. è vera misura cautelare ?, in Corr. giur. 2005; Daccò, L'invalidità delle decisioni degli amministratori di S.r.l., Torino, 2010; Ferraro, Le situazioni soggettive del socio di società a responsabilità limitata, Milano, 2012; Gisolfi-Lupetti, La rappresentanza generale degli amministratori di società di capitali, in Riv. not. 2004; Irace, La responsabilità per atti di eterogestione, in La nuova disciplina della società a responsabilità limitata, Milano, 2003; Irrera, sub art. 2475-ter, in Il nuovo diritto societario, Bologna, 2004; Lener, Le competenze legali e statutarie dei soci, in Commentario in onore di Portale, Milano, 2011; Libonati, La responsabilità degli amministratori di S.r.l., in Il nuovo diritto delle società, Torino, 2007; Manzo, Società a responsabilità limitata, in La riforma del diritto societario, Milano, 2003; Meli, La responsabilità dei soci nella S.r.l., in Il nuovo diritto delle società, Torino, 2007; Nazzicone, L'amministrazione nella nuova società a responsabilità limitata, in Foro it. 2004; Parrella, in Comm. Sandulli-Santoro, Torino, 2003; Perrino, Il conflitto d'interessi degli amministratori nella S.r.l., in Il nuovo diritto delle società, Torino, 2007; Picciau, Appunti in tema di amministrazione e rappresentanza, in La nuova S.r.l. Prime letture e proposte interpretative, Milano, 2004; Pinto, La responsabilità degli amministratori per «danno diretto» agli azionisti, in Il nuovo diritto delle società, Torino, 2006; Pomelli, art. 2475-ter c.c., in Il nuovo diritto delle società, Padova, 2005; Presti, Il diritto di controllo dei soci non amministratori, in Commentario in onore di Portale, Milano, 2011; Racugno, L'amministrazione della S.r.l. e il controllo legale dei conti, in Soc. 2004; Regoli, La carica di amministratore, in Tr. Ibba-Marasà, Padova, 2012; Rescigno, La responsabilità per la gestioni: profili generali, in Tr. Ibba-Marasà, Padova, 2012; Rordorf, I sistemi di amministrazione e controllo nella nuova società a responsabilità limitata, in Soc. 2003; Rordorf, La responsabilità gestoria dei soci di S.r.l., in Soc. 2014; Rossi, La revoca degli amministratori di S.r.l., Milano, 2012; Sacchi, art. 2475-ter. La disciplina, in Commentario dedicato a Portale, Milano, 2011; Santosuosso, Responsabilità del socio di società a responsabilità limitata per gli atti di influenza amministrativa (art. 2476, 7° co., c.c.), in Le società commerciali: organizzazione, responsabilità e controlli, Torino, 2014; Sciuto, Problemi in materia di potere rappresentativo degli amministratori di S.r.l., in Società, banche, procedure concorsuali, Torino, 2014; Ventoruzzo, in Comm. Marchetti, Bianchi, Ghezzi, Notari, Milano, 2008; Weigmann, Nota sulla revoca degli amministratori nelle società a responsabilità limitata, in Giur. it. 2006; Weigmann, La revoca degli amministratori di società a responsabilità limitata, in Il nuovo diritto delle società, Torino, 2007. |