Codice Civile art. 2504 bis - Effetti della fusione (1).

Guido Romano

Effetti della fusione (1).

[I]. La società che risulta dalla fusione o quella incorporante assumono i diritti e gli obblighi delle società partecipanti alla fusione, proseguendo in tutti i loro rapporti, anche processuali, anteriori alla fusione.

[II]. La fusione ha effetto quando è stata eseguita l'ultima delle iscrizioni prescritte dall'articolo 2504. Nella fusione mediante incorporazione può tuttavia essere stabilita una data successiva.

[III]. Per gli effetti ai quali si riferisce il primo comma dell'articolo 2501-ter, numeri 5) e 6), possono essere stabilite date anche anteriori.

[IV]. Nel primo bilancio successivo alla fusione le attività e le passività sono iscritte ai valori risultanti dalle scritture contabili alla data di efficacia della fusione medesima; se dalla fusione emerge un disavanzo, esso deve essere imputato, ove possibile, agli elementi dell'attivo e del passivo delle società partecipanti alla fusione e, per la differenza e nel rispetto delle condizioni previste dal numero 6 dell'articolo 2426, ad avviamento. Quando si tratta di società che fa ricorso al mercato del capitale di rischio, devono altresì essere allegati alla nota integrativa prospetti contabili indicanti i valori attribuiti alle attività e passività delle società che hanno partecipato alla fusione e la relazione di cui all'articolo 2501-sexies. Se dalla fusione emerge un avanzo, esso è iscritto ad apposita voce del patrimonio netto, ovvero, quando sia dovuto a previsione di risultati economici sfavorevoli, in una voce dei fondi per rischi ed oneri (2).

[V]. La fusione attuata mediante costituzione di una nuova società di capitali ovvero mediante incorporazione in una società di capitali non libera i soci a responsabilità illimitata dalla responsabilità per le obbligazioni delle rispettive società partecipanti alla fusione anteriori all'ultima delle iscrizioni prescritte dall'articolo 2504, se non risulta che i creditori hanno dato il loro consenso.

(1) V. nota al Capo X.

(2) Periodo aggiunto dall'art. 23 d.lg. 28 dicembre 2004, n. 310.

Inquadramento

La fusione ha effetto quando è stata eseguita l'ultima delle iscrizioni prescritte dall'articolo precedente. Da tale momento, la società che risulta dalla fusione o quella incorporante assumono i diritti e gli obblighi delle società partecipanti alla fusione, proseguendo in tutti i loro rapporti, anche processuali, anteriori alla fusione.

La pubblicità, dunque, assume efficacia costitutiva degli effetti della fusione (Campobasso, 666), in quanto da essa si produce l'unificazione soggettiva e patrimoniale delle diverse società. Sulla natura della fusione, cfr., sub art. 2501.

La decorrenza degli effetti

La fusione ha effetto da quando viene compiuta l'ultima delle iscrizioni a norma dell'art. 2504. Nella fusione mediante incorporazione gli effetti si possono posticipare a data successiva. È, invece, dubbio se l'efficacia possa essere postdatata anche nell'ipotesi di fusione in senso stretto.

In senso negativo si è osservato che risulta arduo dal punto di vista logico concepire un soggetto giuridico, quale la società risultante dalla fusione, esistente ma privo di patrimonio non avendo prodotto la fusione i suoi effetti (così, la relazione alla riforma e, in dottrina, Campobasso, 667). Secondo altri, invece, la clausola di postdatazione comporta il differimento di tutti gli effetti della fusione, anche estintivi e costitutivi, e non solo contabili con la conseguenza che essa si presenta compatibile anche con la fusione in senso stretto (Magliulo, 309, Perrino, 1560).

Non possono essere fatti retroagire gli effetti reali quali l'unificazione dei patrimoni e delle società (Campobasso, 667 che evidenzia come in tal caso vadano tutelati gli interessi dei creditori). È, invece, ammessa: 1) la retrodatazione contabile che consiste nell'imputazione al bilancio della società risultante dalla fusione le operazioni delle società partecipanti compiute prima che la fusione si perfezioni; 2) la retrodatazione della data a decorrere dalla quale le azioni o le quote delle società che si estinguono partecipano agli utili (Campobasso, 667). La retrodatazione deve essere prevista nel progetto di fusione (Magliulo, 470).

Il bilancio post-fusione

La disciplina del bilancio successivo alla fusione è ispirata al criterio di continuità (Perrino, 1564, Cagnasso, D'Arrigo, 210): devono essere infatti recepiti i valori delle attività e passività come risultano dalle scritture contabili delle società che partecipano alla fusione alla data di efficacia della fusione medesima.

Uno scostamento è però ammesso quando emerga un disavanzo da fusione. In particolare, si ha disavanzo di fusione quando: 1) la società incorporante a seguito della fusione assegna ai soci dell'incorporata partecipazioni per un valore complessivamente superiore al valore che ha il patrimonio netto dell'incorporata al momento della fusione (disavanzo da concambio); 2) la società incorporante ha acquistato ed iscritto nei propri bilanci, prima della fusione, la partecipazione dell'incorporata per un importo superiore al valore che ha il patrimonio netto dell'incorporata al momento della fusione (disavanzo da annullamento) (Campobasso 667).

Qualora, a seguito di fusione per incorporazione di una società da parte di un'altra ché già sia titolare dell'intero capitale della prima, si generi nel bilancio dell'incorporante un disavanzo di fusione (derivante dalla differenza tra il valore del patrimonio netto dell'incorporata ed il prezzo in precedenza pagato dall'incorporante per l'acquisto delle partecipazioni che quel patrimonio rappresentano), è consentito all'incorporante utilizzare tale disavanzo, per iscrivere nell'attivo del proprio bilancio una corrispondente posta di avviamento e poi ammortizzarlo per quote costanti nell'arco di un quinquennio (Cass. n. 2716/2002). Sulla differenza tra disavanzo da annullamento e disavanzo da concambio, cfr., Cass. n. 15093/2000 e Cass. n. 14687/2000).

La responsabilità illimitata

L'ultimo comma della disposizione in commento prevede che, in caso la società risultante dalla fusione o l'incorporante siano una società di capitali e le altre società abbiano soci a responsabilità illimitata, questi ultimi sono responsabili delle obbligazioni, contratte dalle società di cui sono soci, anteriormente al momento in cui ha effetto la fusione (Cagnasso D'Arrigo, 214).

La norma, però, fa salva l'ipotesi in cui i creditori abbiano dato il loro consenso alla fusione. Si precisa, infatti, che il consenso non deve avere necessariamente ad oggetto la liberazione del socio illimitatamente responsabile, essendo sufficiente che consti il consenso all'operazione (Cagnasso D'Arrigo, 215).

Bibliografia

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