Codice Civile art. 2511 - Società cooperative (1).

Guido Romano
aggiornato da Rossella Pezzella

Società cooperative (1).

[I]. Le cooperative sono società a capitale variabile con scopo mutualistico iscritte presso l’albo delle società cooperative di cui all’articolo 2512, secondo comma, e all’articolo 223-sexiesdecies delle disposizioni per l’attuazione del presente codice (2).

(1) V. nota al Titolo VI.

(2) Articolo modificato dall'art. 10, comma 1, l. 23 luglio 2009, n. 99, che ha aggiunto, dopo le parole "scopo mutualistico", le parole "iscritte presso l’albo delle società cooperative di cui all’articolo 2512, secondo comma, e all’articolo 223-sexiesdecies delle disposizioni per l’attuazione del presente codice".

Inquadramento

Attraverso lo scopo mutualistico — che, come è stato efficacemente affermato, costituisce il carattere distintivo delle società cooperative (Campobasso 602) — la cooperativa esprime la propria funzione sociale (Bonfante 29 ss.). In particolare, mentre la società lucrativa e la società cooperativa possono essere accomunate per ciò che attiene allo scopo-mezzo consistente nell'esercizio in comune di una determinata attività economica, le due tipologie si distinguono nettamente per quanto attiene allo scopo-fine che, nelle prime, è rappresentato dalla produzione di utili da distribuire ai soci, nelle secondo dallo scopo mutualistico (Campobasso 602).

La norma definisce la società cooperativa sulla base di tre elementi: 1) lo scopo mutualistico; 2) la variabilità del capitale; 3) l'iscrizione all'albo (ritengono, però, che l'iscrizione non abbia valore costitutivo, essendo prevista a fini anagrafici e per la fruizione dei benefici fiscali o di altra natura, Bassi, Passalacqua, 4 ss.). Come si vede, la definizione prescinde dalla scelta compiuta dalla singola società cooperativa di strutturarsi secondo il modello della società per azioni ovvero di quello della società a responsabilità limitata sia, come accennato nella relazione, dal carattere prevalente o meno della mutualità.

Lo scopo mutualistico

Il legislatore della riforma ha consapevolmente rinunziato a fornire una definizione dello scopo mutualistico pure contenuta nelle prime bozze che, tuttavia, venne eliminata in quanto avrebbe potuto trasformare uno scopo in un obbligo per la società ed in un diritto per i soci (Bassi Passalacqua, 5).

L'attività mutualistica consiste nello scambio di prestazioni tra soci e cooperativa (Bonfante 32). Secondo la relazione al codice del 1942 (n. 1095), lo scopo mutualistico consiste nel fornire beni e servizi od occasioni di lavoro direttamente ai membri della organizzazione a condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbero dal mercato. Lo scopo mutualistico attua un particolare modo di organizzazione e di svolgimento dell'attività di impresa caratterizzata dalla «gestione di servizio» a favore dei soci (Campobasso 602).

Si osserva come la società cooperativa possa svolgere attività con i terzi ove lo statuto lo preveda (art. 2520 comma 2, v.). Lo scopo mutualistico costituisce la causa che contraddistingue un modello unico di cooperativa, a mutualità prevalente o meno, risultando la funzione sociale essenzialmente attuata dal perseguimento di tale finalità (Bonfante 33; Bassi, Passalasqua, 13 ss.).

Lo scopo mutualistico di una società cooperativa non è inconciliabile con quello di lucro (Cass.,n. 6835/2014; Trib. Padova, 12 aprile 2002, in Soc., 2002, 990).

I rapporti tra società e socio

Lo scopo mutualistico si attua in una duplicità di rapporti, quello societario e quello di scambio mutaluistico (Bassi Passalacqua, 8 ss.).

I l socio di una cooperativa edilizia è parte di un duplice rapporto, l'uno di carattere associativo e l'altro che deriva dal contratto bilaterale di scambio tra il pagamento degli oneri per la sua realizzazione e l'assegnazione dell'alloggio (Cass. n. 16231/2024). I soci di una cooperativa sono portatori di uno specifico interesse a che l'attività d'impresa sia orientata al soddisfacimento delle loro richieste di prestazioni (cosiddette prestazioni mutualistiche) ed alle condizioni più favorevoli consentite dalle esigenze di economicità nella condotta dell'impresa sociale (Cass., n. 9513/1999).

Il principio secondo il quale i rimedi generali dettati in tema di inadempimento contrattuale (risoluzione del contratto, exceptio inadimpleti contractus ecc.) non sono utilizzabili nel diverso ambito dei contratti societari (per essere questi ultimi caratterizzati non già dalla corrispettività delle prestazioni dei soci, bensì dalla comunione di scopo, sì che i rimedi invocabili sono quelli del recesso e dell'esclusione del socio) non si applica alle società cooperative, nelle quali il rapporto (ulteriore rispetto a quello relativo alla partecipazione all'organizzazione della vita sociale) attinente al conseguimento dei servizi o dei beni prodotti dalla società ed aventi ad oggetto prestazioni (di collaborazione o) di scambio tra socio e società è indiscutibilmente caratterizzato non dalla comunione di scopo, bensì dalla contrapposizione tra quelle prestazioni e (la retribuzione o) il prezzo corrispettivo. In particolare, con riguardo alle cooperative edilizie, un tale rapporto economico — giuridico, distinto da quello sociale, instaurandosi (tra società e socio prenotatario) nella fase della successiva attribuzione dell'unità immobiliare costruita, caratterizza tale attribuzione come vero e proprio atto traslativo della proprietà a titolo oneroso, sicché riprendono vigore i rimedi generali volti a mantenere o ristabilire l'equilibrio sinallagmatico tra la prestazione traslativa e la controprestazione economica (Cass., n. 26222/2014; Cass., n. 694/2001, Cass., n., n. 6197/2008).

La variabilità del capitale

L'articolo in esame configura la variabilità del capitale come una componente essenziale della società cooperativa: essa esprime, divenendone il sinonimo, del principio della porta aperta (Bassi Passalacqua, 23). La variabilità del capitale agevola l'entrata di nuovi soci che con il loro apporto di partecipazione personale contribuiscono al funzionamento della società (Bonfante 91). È discusso, invece, se la variabilità del capitale operi anche per lo scioglimento del rapporto sociale favorendo l'uscita di soci non più interessati alla prestazione mutualistica (in senso positivo, Bonfante, ivi, parzialmente difforme, Bassi, Passalacqua, 24 i quali, evidenziano come lo scioglimento del vincolo sociale limitatamente ad un socio non può pregiudicare l'equilibrio finanziario della società come si evince dall'art. 2536 commi 2 e 3 e dall'art. 2545 quinquies comma 2).

L'iscrizione all'albo

La necessità dell'iscrizione all'Albo è stata introdotta dall'art. 10, comma 1, l. n, 99/2009.

Si tratta dell'Albo delle cooperative tenuto presso il Ministero dello sviluppo economico e disciplinato in via generale dall'art. 223-sexiesdecies disp. att. secondo il quale in esso si iscrivono le cooperative a mutualità prevalente e, in una diversa sezione del medesimo Albo, le cooperative diverse. Secondo una parte della dottrina, l'iscrizione avrebbe efficacia costitutiva (Bonfante 252).

Bibliografia

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