Codice Civile art. 2532 - Recesso del socio (1).Recesso del socio (1). [I]. Il socio cooperatore può recedere dalla società nei casi previsti dalla legge e dall'atto costitutivo. Il recesso non può essere parziale. [II]. La dichiarazione di recesso deve essere comunicata con raccomandata alla società. Gli amministratori devono esaminarla entro sessanta giorni dalla ricezione. Se non sussistono i presupposti del recesso, gli amministratori devono darne immediata comunicazione al socio, che entro sessanta giorni dal ricevimento della comunicazione, può proporre opposizione innanzi il tribunale. [III]. Il recesso ha effetto per quanto riguarda il rapporto sociale dalla comunicazione del provvedimento di accoglimento della domanda. Ove la legge o l'atto costitutivo non preveda diversamente, per i rapporti mutualistici tra socio e società il recesso ha effetto con la chiusura dell'esercizio in corso, se comunicato tre mesi prima, e, in caso contrario, con la chiusura dell'esercizio successivo. (1) V. nota al Titolo VI. InquadramentoIl recesso può essere legale o convenzionale, se previsto quest'ultimo dall'atto costitutivo. L'articolo in commento, che disciplina il recesso dalla società cooperativa regolandone modalità di esercizio ed effetti, non configura il recesso come un diritto accordato in via generale ad ogni socio, ma, rinviando a fonti ad esso esterne, riconosce tale diritto solo in presenza di una specifica norma di legge o dell'atto costitutivo (Cass., n. 8802/1992). Il recesso legale del socio, sancito dagli artt. 2523 e 2437, non può essere limitato o soppresso, neppure da clausole statutarie, senza violare la norma di legge attributiva del diritto potestativo, mentre, qualora tale facoltà trovi la sua fonte nelle clausole statutarie è suscettibile di essere disciplinata e conformata attraverso clausole che specifichino le situazioni legittimanti il relativo esercizio, oppure lo limitino o condizionino (Cass., n. 2979/2016.; Cass., n. 5126/2001.). Il recesso legaleCostituiscono ipotesi di recesso legale sia quelle previste dagli artt. 2530 e 2545 septies, sia quelle previste dagli artt. 2437 e 2473 rispettivamente per la società per azioni e la società a responsabilità limitata a seconda del modello organizzativo scelto dalla società cooperativa (Bonfante 143, Giorgi, 276). Si ritiene, inoltre, sulla base del richiamo all'art. 2437, che siano nulle le clausole statutarie che siano volte a sopprimere o a rendere più gravoso l'esercizio del recesso (Cass., 6 aprile 2001, n. 5126; Trib. Milano, 6 febbraio 1995, in Soc., 1995, 1331). Il recesso convenzionaleLe ipotesi di recesso possono essere estese convenzionalmente assumendo la clausola statutaria il contenuto più vario (Bonfante 140 ss.). Discusse sono le ipotesi di recesso ad nutum e di recesso per giusta causa. Secondo un orientamento, tali clausole appaiono legittime in considerazione della regola della porta aperta e del principio volto ad impedire che il socio rimanga prigioniero della società (Bonfante 142; Gallegari, 2527; Giorgi, 273). Secondo altro orientamento tali clausole si pongono in contrasto con il disposto di cui all'art. 2521 n. 7 secondo il quale l'atto costitutivo deve indicare esplicitamente «le condizioni per l'eventuale recesso» dei soci, ossia regolare espressamente le situazioni nelle quali è esercitabile il diritto di recesso (Dabormida 1605; Vecchi, 216). Le modalità di esercizioIl secondo comma della disposizione in commento prevede che la dichiarazione di recesso debba essere comunicata con raccomandata alla società e che gli amministratori devono esaminarla entro sessanta giorni dalla ricezione. Ai sensi dell'art. 2544 la decisione in ordine al recesso non può costituire oggetto di delega al comitato esecutivo o ad altri organi delegati. Si ritiene che la dichiarazione di recesso debba essere, anche succintamente, motivata, salvo che lo statuto consenta il recesso discrezionale del socio ad nutum (Bonfante 146) e ciò al fine di consentire la verifica concernente l'esistenza dei presupposti agli amministratori e, eventualmente, al giudice nel successivo giudizio. Infatti, la norma subordina il recesso ad un preventivo accertamento da parte degli amministratori di corrispondenza tra i motivi comunicati dal socio e lo statuto (Galletti, 2757). In dottrina si osserva che gli amministratori hanno un potere di apprezzamento vincolato all'esistenza dei presupposti di legge (Carmignani, 116). Nella materia civilistica non può trovare ingresso l'istituto del silenzio-assenso; pertanto, in difetto di un'espressa disposizione normativa, all'omesso invio da parte degli amministratori, entro i termini previsti dall'art. 2532, comma 2, della comunicazione dell'insussistenza dei presupposti per esercitare il recesso non può essere ricollegato alcun effetto di decadenza (App. Napoli, 6 febbraio 2008). Posto che anche nelle società cooperative la dichiarazione di recesso di un socio è atto unilaterale recettizio, pur se sottoposto alla condizione sospensiva dell'accertamento da parte dell'organo amministrativo delle condizioni per il suo esercizio, in caso di mancato esame della dichiarazione di recesso, al decorso del termine di sessanta giorni dalla sua ricezione, la dichiarazione stessa acquista comunque efficacia, dipendendo il mancato avveramento della condizione da causa imputabile alla parte che aveva interesse contrario al suo avveramento (Cass. n. 17667/2022). Se non sussistono i presupposti del recesso, gli amministratori devono darne immediata comunicazione al socio, che entro sessanta giorni dal ricevimento della comunicazione, può proporre opposizione innanzi il tribunale, il quale valuterà la legittimità del rifiuto opposto dagli amministratori. In tema di cooperative edilizie, il recesso parziale, ossia attuato solo da coloro cui siano stati assegnati alcuni appartamenti, mentre la cooperativa è ancora impegnata nella costruzione o nell'assegnazione di altri alloggi, si pone in contrasto con lo scopo mutualistico che caratterizza e distingue la società cooperativa. In particolare, la S.C. ha affermato che mutualità vuol dire reciprocità, con la conseguenza che lo scopo mutualistico non può compiutamente realizzarsi se non con l'assegnazione di un immobile a tutti i soci. Il recesso parziale va, quindi, considerato illegittimo, a nulla rilevando la circostanza di avere già ottenuto da tempo l'assegnazione in proprietà dell'alloggio e di avere totalmente versato il prezzo dell'appartamento; ovvero la eventuale accettazione del recesso da parte dell'organo di amministrazione e la relativa annotazione sul libro soci (Cass. n. 41515/2021). Gli effetti del recessoIl terzo comma prevede che il recesso ha effetto per quanto riguarda il rapporto sociale dalla comunicazione del provvedimento di accoglimento della domanda e, ove la legge o l'atto costitutivo non preveda diversamente, per i rapporti mutualistici tra socio e società, con la chiusura dell'esercizio in corso, se comunicato tre mesi prima, e, in caso contrario, con la chiusura dell'esercizio successivo. Tale ultima norma tutela la società a non vedersi privata dell'apporto del socio recedente (Carmignani 117, Bonfante, 146): così, il socio recedente perde i diritti sociali connessi alla qualità di socio, ma mantiene il diritto a beneficiare dei vantaggi mutualistici derivanti dal rapporto di scambio attuato fino all'avvenuto decorso del termine indicato nella norma (Carmignani ivi). BibliografiaBione, Le categorie speciali di azioni nelle società cooperative, in AA.VV., Studi in onore di Gastone Cottino, I, Padova, 1997; Buttaro, L'acquisto delle azioni proprie nelle cooperative, in Riv. Soc. 1988, 721; Callegari, in Comm. Cottino, Bonfante, Cagnasso, Montalenti, Bologna, 2004; Capo, in Comm. del codice civile, a cura di Gabrielli E., Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 2511-2574, a cura di Santosuosso D, Torino, 2015; Carbonetti, L'acquisto di azioni proprie, Milano, 1988; Carmignani, in Comm. Sandulli, Santoro, Torino, 2003 Cavanna, in Comm. Cottino, Bonfante, Cagnasso, Montalenti, Bologna, 2004; Cavanna, Appunti sulla nuova disciplina del socio in prova nelle cooperative, in Giur. comm., 2007, I, 208; Chieffi, in Comm. Marchetti, Bianchi, Ghezzi, Notari, Milano 2006; Dabormida, La figura del socio nelle società cooperative, in Soc 1993; Delli Priscoli, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli E., Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 2511-2574, a cura di Santosuosso D.; De Luca, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli E., Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 2511-2574, a cura di Santosuosso D., Torino, 2015; Galletti, sub art. 2535, in Maffei Alberti (a cura di), Il nuovo diritto delle società, Padova, 2005; Giorgi, in Comm. Marchetti, Bianchi, Ghezzi, Notari, Milano, 2007; Lamandini, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli E., Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 2511-2574, a cura di Santosuosso D., Torino, 2015; Pallotti, Il recesso nelle società cooperative: aspetti controversi, in Soc, 2002; Presti, Gli strumenti finanziari delle società cooperative, in Scritti in onore di Vincenzo Buonocore, III, 3, Milano, 2005; Racugno, in Commentario del codice civile, a cura di Gabrielli E., Delle società - Dell'azienda. Della concorrenza, artt. 2511-2574, a cura di Santosuosso D., Torino, 2015; Santoro, sub art. 2536, in Comm. Sandulli, Santoro, Torino, 2003; Tonelli, in Comm. Sandulli, Santoro. Società cooperative, Torino, 2003; Usai, sub art. 2535, in Marasà (a cura di), Le cooperative prima e dopo la riforma del diritto societario, Padova, 2004; Vecchi, Le società cooperative, Milano, 2001. |