Codice Civile art. 2628 - Illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società controllante (1).

Roberto Amatore
aggiornato da Francesco Agnino

Illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società controllante (1).

[I]. Gli amministratori che, fuori dei casi consentiti dalla legge, acquistano o sottoscrivono azioni o quote sociali, cagionando una lesione all'integrità del capitale sociale o delle riserve non distribuibili per legge, sono puniti con la reclusione fino ad un anno.

[II]. La stessa pena si applica agli amministratori che, fuori dei casi consentiti dalla legge, acquistano o sottoscrivono azioni o quote emesse dalla società controllante, cagionando una lesione del capitale sociale o delle riserve non distribuibili per legge.

[III]. Se il capitale sociale o le riserve sono ricostituiti prima del termine previsto per l'approvazione del bilancio relativo all'esercizio in relazione al quale è stata posta in essere la condotta, il reato è estinto.

(1) V. nota al Titolo XI.

Inquadramento

Il bene protetto dalla norma va individuato nella integrità del capitale sociale e delle riserve disponibili (Antolisei, I, 248). Con riferimento specifico al divieto di sottoscrizione, rileva altresì l'interesse alla regolare costituzione del capitale sociale della controllante: se, invero, la controllata potesse sottoscrivere azioni della controllante, sarebbe, in realtà, quest'ultima a sottoscrivere parte del suo capitale, che risulterebbe così artificiosamente gonfiato (Musco, 176).

Si tratta di un reato proprio degli amministratori. Nella ipotesi di cui al secondo comma la punibilità è limitata agli amministratori della società controllata, mentre gli amministratori della controllante potranno rispondere solo a titolo di concorso ex art. 110 c.p., qualora abbiano agito di concerto con i primi. Anche i soci alienanti possono rispondere allo stesso titolo e alle stesse condizioni, quali concorrenti necessari.

La fattispecie punitiva prevista dal primo comma

La condotta si articola in due possibili modalità di attuazione: l'acquisto o la sottoscrizione di azioni o quote sociali da parte degli amministratori. Il termine acquisto deve essere inteso in senso ampio, e dunque come riferito non solo all'ipotesi di della compravendita, ma comprensivo di ogni altro negozio che determini il trasferimento della titolarità delle azioni o quote, compresi il contratto di riporto e la permuta (Antolisei, I, 345). Per assumere rilevanza penale la condotta deve essere posta fuori dei casi di cui agli artt. 2357 e 2357-bis, in caso di società per azioni o in accomandita per azioni, e dell'art. 2529, per le società cooperative. Per le società a responsabilità limitata, vige invece un divieto assoluto ex art. 2474.

La fattispecie punitiva prevista dal secondo comma

Anche in questo caso rileva sia la condotta di acquisto sia quella di sottoscrizione di azioni o quote della società controllante, fuori dei casi consentiti dalla legge. Così, l'art. 2359-bis pone, per un verso, il divieto di acquisto della controllante e, per altro verso, indica le possibili condizioni di liceità dell'acquisto, che sono le stesse già fissate dall'art. 2357. L'art. 2359-quater prevede, a sua volta, “casi speciali di acquisto... di azioni o quote della società controllante”, precisando che sono gli stessi di cui all'art. 2357-bis, 1 comma, nn. 2, 3, 4. La valenza penale della condotta vietata è subordinata alla previa esistenza di una situazione di controllo che, ai sensi dell'art. 2359, si può realizzare in molteplici forme. Non rileva, per contro, la situazione di mero collegamento che ricorre quando una società esercita su un'altra una influenza notevole (art. 2359, comma 2).

L'elemento soggettivo

È sufficiente il dolo generico, comprendendo lo stesso la volontà dell'acquisto o della sottoscrizione delle azioni o delle quote proprie (ipotesi di cui al comma 1) ovvero delle azioni e quote della controllante (ipotesi di cui al comma 2), accompagnata dalla consapevolezza della illiceità dell'operazione, nonché la rappresentazione e volontà o almeno l'accettazione del rischio del verificarsi dell'evento lesivo per il capitale sociale o le riserve.

La causa estintiva del reato

Si tratta di una evidente disposizione premiale che obbedisce alla ratio politico-criminale di una tutela estrema del bene protetto, attraverso l'incentivazione di condotte successive alla commissione del reato capaci di neutralizzare la lesione cagionata dal fatto.

Bibliografia

Alessandri, Diritto penale e attività economiche, Bologna, 2010, 280; Antolisei, Manuale di diritto penale. Leggi complementari, I, Milano, 2013; 248; Bianconi, Leggi penali complementari, a cura di Padovani, Milano, 2007, 2454; Bricchetti-Pistorelli, La lenta “scomparsa” del diritto penale societario italiano, in Guida dir. 2015, f. 26, 53 ss.; Conti, Disposizioni penali in materia di società e di consorzi, Bologna-Roma, 2004, 73 s; Foffani, La nuova disciplina delle false comunicazioni sociali (artt. 2621 e 2622), in I nuovi reati societari: diritto e processo, a cura di A. Giarda e S. Seminara, Padova, 2002, 265; Foffani, Commentario breve alle leggi penali complementari, a cura di Palazzo - Paliero, Padova, 2003, 1923; Gambardella, Il “ritorno” del falso in bilancio, tra fatti materiali rilevanti, fatti di lieve entità e fatti di particolare tenuità, in Cass. pen. 2015, 1722; Lanzi, Quello strano scoop del falso in bilancio che torna reato, in Guida dir. 2015, f. 26, 10 ss.; Micheletti, I nuovi illeciti penali ed amministrativi riguardanti le società commerciali, a cura di Giunta, Torino, 2002, 109; Mucciarelli, Le “nuove” false comunicazioni sociali: note in ordine sparso, in dirittopenalecontemporaneo.it 2015, 4; Musco, I nuovi reati societari, con la collaborazione di M.N. Masullo, Milano, 2004, 64; Pedrazzi, (voce) Società commerciali (disciplina penale), in Dig. disc. pen., XIII, Torino, 1998, 347 ss.; Perini, I “fatti materiali non rispondenti al vero”: harakiri del futuribile “falso in bilancio”?, in dirittopenalecontemporaneo.it, 27 aprile 2015, 11; Ricci, Il nuovo reato di false comunicazioni sociali, Torino, 2015, 8 ss.; Seminara, La riforma dei reati di false comunicazioni sociali, in Dir. pen. proc. 2015, 7, 813; Seminara, False comunicazioni sociali, falso in prospetto e nella revisione contabile e ostacolo alle funzioni di vigilanza, in Dir. pen. proc. 2002, 677; Zaza, I reati societari. False comunicazioni e tutela del capitale sociale, in Diritto penale dell'impresa (collana diretta da G. Reynaud), Frosinone, 2015, 5 e ss.

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