Codice Civile art. 2660 - Trascrizione degli acquisti a causa di morte.

Donatella Salari

Trascrizione degli acquisti a causa di morte.

[I]. Chi domanda la trascrizione di un acquisto a causa di morte deve presentare, oltre l'atto indicato dall'articolo 2648, il certificato di morte dell'autore della successione e una copia o un estratto autentico del testamento, se l'acquisto segue in base a esso.

[II]. Deve anche presentare una nota in doppio originale con le seguenti indicazioni (1):

1) il cognome e il nome, il luogo e la data di nascita dell'erede o legatario e del defunto (2);

2) la data di morte;

3) se la successione è devoluta per legge, il vincolo che univa all'autore il chiamato e la quota a questo spettante;

4) se la successione è devoluta per testamento, la forma e la data del medesimo, il nome del pubblico ufficiale che l'ha ricevuto o che l'ha in deposito;

5) la natura e la situazione dei beni con le indicazioni richieste dall'articolo 2826;

6) la condizione o il termine, qualora siano apposti alla disposizione testamentaria, salvo il caso contemplato dal secondo comma del precedente articolo, nonché la sostituzione fidecommissaria, qualora sia stata disposta a norma dell'articolo 692 [228 trans.].

(1) V. art. 17 l. 27 febbraio 1985, n. 52, in tema di norme sul servizio ipotecario.

(2) Numero così sostituito dall'art. 2 l. 27 febbraio 1985, n. 52.

Inquadramento

Norma (omologa all'art. 2659) di grande importanza in quanto precisa i dati che devono obbligatoriamente essere contenuti nella nota di trascrizione. La norma in esame si ricollega alla disciplina di cui all'art. 2648 (accettazione di eredità e acquisto di legato), il quale dispone che il titolo per provvedere alla trascrizione degli acquisti mortis causa è costituito dall'accettazione (contenuta in un atto pubblico o scrittura privata autenticata) se si tratta di eredità, dal testamento (in estratto autentico) se si tratta di legato.

Deve riconoscersi carattere eccezionale alla disposizione di cui al comma 1 che ammette la trascrizione sulla base di un estratto del testamento.

L'articolo in esame diversamente dall'art. 2659 non prescrive l'indicazione del codice fiscale. Tale lacuna è stata colmata dal d.m. 7 giugno 1986 che ha esteso l'obbligo di indicazione del codice fiscale anche alle note di trascrizione relative agli atti mortis causa.

Il titolo per la trascrizione degli acquisti a causa di morte

L'articolo in esame detta le norme da seguire per la trascrizione degli acquisti a causa di morte, indicando che chi domanda la trascrizione di un acquisto a causa di morte deve presentare, oltre l'atto indicato dall'art. 2648, il certificato di morte dell'autore della successione e una copia o un estratto autentico del testamento, se l'acquisto segue in base ad esso. L'art. 2648 dispone che il titolo per provvedere alla trascrizione degli acquisti mortis causa è costituito dall'accettazione (contenuta in un atto pubblico o scrittura privata autenticata) se si tratta di eredità, dal testamento (in estratto autentico) se si tratta di legato. A differenza di quanto previsto per la trascrizione degli atti inter vivos (in cui basta documentare l'esistenza del titolo e produrre la nota), per la trascrizione degli acquisti mortis causa, di cui la norma in esame costituisce la regola generale rispetto agli artt. 2661 e 2662 che si riferiscono ad ipotesi particolari (Natoli, Ferrucci, 207), occorre la presentazione di documenti accessori (oltre ai titoli indicati nell'art. 2648), quali il certificato di morte e, nella vocazione testamentaria, un estratto autentico del testamento (Ferri, D'orazi Flavoni, Zanelli, 415). Infatti, in caso di successione a titolo universale in base a delazione testamentaria, il testamento è documento accessorio che si unisce all'accettazione (che è il titolo sostanziale o formale); laddove, per l'acquisto del legato (ex art. 649, si tratta di acquisto ipso iure) il testamento è il principale documento (i.e., il titolo sostanziale, di cui l'estratto costituisce il titolo formale in quanto documento pubblico)

Si evidenzia che la norma in esame non richiede la presentazione di una copia integrale del testamento, bensì di un estratto autentico del testamento. In linea generale l'art. 2657 stabilisce che per potersi eseguire la trascrizione bisogna presentare al conservatore copia autentica degli atti pubblici e delle sentenze e, se si tratta di scrittura privata, l'originale salvo che questo si trovi depositato in un pubblico archivio o negli atti di un notaio.

Solo per il testamento, dunque, e solo per l'acquisto del legato si fa deroga al principio secondo cui al conservatore occorre presentare la copia (Ferri, 291-292).

Il contenuto della nota

L'articolo in commento indica quali dati devono essere indicati nella nota di trascrizione.

La giurisprudenza ha in proposito precisato che l'obbligo di specificazione dei dati di identificazione catastale non è riferito all'atto da trascrivere — in relazione al quale è condizione sufficiente e necessaria l'esistenza nel titolo (nel caso di specie sentenza di accertamento dell'usucapione di bene immobile), dei requisiti prescritti dall'art. 2657 — ma alla nota di trascrizione, alla quale è attribuita la peculiare funzione di consentire la inequivoca individuazione, oltre che del titolo trascritto, anche dei suoi estremi soggettivi ed oggettivi; pertanto, la nota — che è atto di parte — può e deve integrare eventuali insufficienze dell'atto da trascrivere, mentre il rischio e la responsabilità relativi alla sua compilazione gravano esclusivamente sul soggetto che l'ha redatta e su quello interessato all'attuazione della pubblicità (Cass. II, n. 16853/2005).

Quanto ai soggetti, l'individuazione delle persone fisiche avviene mediante l'indicazione del cognome, del nome, del luogo e della data di nascita dell'erede o del legatario e del defunto, indicando, altresì per quest'ultimo la data di morte (che individua il momento in cui avviene l'acquisto mortis causa).

A differenza di quanto previsto dall'art. 2659, l'articolo in esame non prevede i criteri per indicare nella nota soggetti diversi dalla persone fisiche. Si ritiene che tale circostanza costituisca una mera svista del legislatore. Pertanto, l'individuazione delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni non riconosciute dovrà avvenire mediante l'indicazione dei dati indicati dall'art. 2659.

Gli immobili

L'esatta individuazione dell'immobile, richiesta dall'art. 2660, comma 2, n. 5 rappresenta un dato indispensabile della nota di trascrizione. Infatti secondo la dottrina dominante (Ferri, 193-194). In altre parole troverebbe applicazione anche nel caso di acquisto ereditario il principio della specialità della trascrizione. Anche la giurisprudenza risalente si è espressa in tal senso.

Una dottrina minoritaria si è espressa invece nel senso dell'inapplicabilità di tale principio, atteso che la mancata indicazione di taluno dei beni immobili non determina incertezza assoluta sui beni oggetto del trasferimento, ben potendo questi essere individuati per relationem in base alle risultanze dei registri immobiliari in capo al defunto. In effetti l'art. 2665 non dice che la trascrizione è nulla se mancano i richiesti dati relativi agli immobili; dispone che se questi dati mancano o sono inesatti vi sarà nullità della trascrizione solo se ciò induca incertezza sugli immobili medesimi.

Una situazione d’incertezza che, secondo la giurisprudenza (Cass. II, n. 1649 /2017) non ricorre nel caso di testamento olografo o pubblico che non indichi gli estremi catastale, salva la specificazione degli stessi  nella denuncia di successione e di trascrizione del testamento medesimo.

La condizione, il termine e la sostituzione fedecommissaria

L'ultimo comma della norma in esame dispone che nella nota andranno indicati anche la condizione o il termine eventualmente apposto sulla disposizione testamentaria. È evidente che se il termine è stato apposto ad una disposizione a titolo universale, sarà superfluo indicarlo nella nota in quanto esso si considera non apposto (art. 637). Analogamente a quanto accade per l'art. 2659 la norma non chiarisce quali conseguenze determini l'eventuale omissione della menzione della condizione o del termine nella nota di trascrizione. Parte della dottrina ritiene che la lacuna determini il rifiuto da parte del Conservatore di procedere alla trascrizione. Qualora l'acquisto venisse trascritto ugualmente, la stessa dottrina, trattando principalmente degli effetti della mancata indicazione della condizione nella nota di trascrizione degli atti fra vivi, ha affermato che, poiché la trascrizione degli atti mortis causa non è richiesta agli effetti dell'art. 2644, l'omissione della menzione della condizione nella nota non incide sull'opponibilità della condizione stessa.

Infine, la norma dispone la indicazione della sostituzione fidecommissaria (disposta nei limiti di validità di cui all'art. 692). Come quella della condizione, anche tale indicazione è di somma importanza per i terzi, ma si ritiene non richiesta a pena di inopponibilità della sostituzione medesima, la cui pubblicità andrà effettuata quando la sostituzione avrà luogo, e cioè, alla morte dell'istituito (Ferri, D'orazi Flavoni, Zanelli, 417).

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