Codice Civile art. 2683 - Beni per i quali è disposta la pubblicità.

Donatella Salari

Beni per i quali è disposta la pubblicità.

[I]. Devono essere resi pubblici col mezzo della trascrizione [2657 ss.], osservate le altre forme di pubblicità stabilite dalla legge [250 ss., 865 ss. c. nav.], gli atti menzionati negli articoli seguenti, quando hanno per oggetto:

1) le navi e i galleggianti iscritti nei registri indicati dal codice della navigazione [146 ss. c. nav.];

2) gli aeromobili iscritti nei registri indicati dallo stesso codice [753 ss. c. nav.];

3) gli autoveicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico (1).

(1) V. r.d.l. 15 marzo 1927, n. 436, conv. in l. 19 febbraio 1928, n. 510, in tema di contratti di compravendita degli autoveicoli e istituzione del PRA; r.d. 29 luglio 1927, n. 1814. V. inoltre in tema di semplificazione dei relativi procedimenti d.P.R. 19 settembre 2000, n. 358.

Inquadramento

La norma in esame è contenuta nel capo dedicato alla pubblicità mobiliare e nella sezione (artt. 2683-2695) contenente la regolamentazione della trascrizione mobiliare in senso proprio, che ha ad oggetto i c.d. mobili registrati, cioè quei beni che ai sensi e per gli effetti di cui all'art. 815 sono iscritti nei pubblici registri, individuandoli specificatamente in navi, aeromobili e autoveicoli.

Si tratta di quei beni mobili che, secondo il legislatore, rivestono un ruolo di particolare importanza economica e che, pertanto, esigono una peculiare disciplina anche relativa alla loro circolazione.

La disciplina della pubblicità di tali peculiari beni non è omogenea; si rinvengono, tuttavia, delle coincidenze che giustificano la disciplina unitaria posta dal nuovo codice civile nel campo della pubblicità mobiliare.

Il legislatore ha inteso, infatti, fornire una regolamentazione pressoché organica della pubblicità della nave, dell'aeromobile e dell'autoveicolo, almeno con riguardo agli effetti sostanziali della stessa, al fine di ricostruire il sistema di pubblicità dei mobili iscritti nei pubblici registri già regolato fuori dal codice.

Differenze tra pubblicità immobiliare e mobiliare

Il primo elemento che differenzia la pubblicità mobiliare da quella immobiliare è il carattere reale della medesima. Il punto di riferimento della pubblicità mobiliare è, infatti, il bene oggetto dell'atto, laddove, in quella immobiliare è invece la persona, fisica o giuridica, che pone in essere l'atto del quale la legge richiede la trascrizione. Tale peculiarità comporta il vantaggio di facilitare la ricerca da parte di chi, conoscendo gli elementi di identificazione del bene, intenda sapere le vicende giuridiche. Risulterà però pregiudicato colui che, volendo conoscere la situazione patrimoniale di un suo debitore, difficilmente potrà individuare un bene mobile registrato da sottoporre ad eventuale pignoramento, di cui conosca sì la titolarità in capo al debitore, ma non i dati indispensabili per l'identificazione.

Ulteriore differenza tra la trascrizione mobiliare e quella immobiliare è che nel settore mobiliare manca una figura analoga a quella del Conservatore dei Pubblici Registri Immobiliari.

La legislazione speciale

I beni mobili registrati sono la navi, gli aeromobili e gli autoveicoli, le cui specificazioni sono contenute negli artt. 136 e 743 cod. nav. (così come sostituito da art. 5, d.lgs. n. 96/2005) per le navi e gli aeromobili (per ulteriori distinzioni v. d.P.R. n. 328/1952; d.P.R. n. 631/1949; r.d. n. 1370/1940), e nel r.d.l. n. 436/1927 e nel d.lgs. n. 285/1992 (nuovo codice della strada), nonché nel r.d. n. 1814/19217 per gli autoveicoli. Tale legislazione speciale prevede forme di pubblicità anche diverse dalla trascrizione ricollegandovi effetti differenti ed ulteriori rispetto a quelli di cui agli artt. 2683 ss. o addirittura la trascrizione di atti non compresi nell'elencazione tassativa fornita dall'art. 2684.

La norma in esame fa salvo il rispetto delle altre forme di pubblicità e l'obbligatorietà delle stesse solo in relazione agli effetti specificatamente ad esse collegati, ma la mancata osservanza delle medesime non impedisce in alcun modo gli effetti propri della trascrizione stabiliti dal codice civile (D'Orazi Flavoni, in Comm. S.B. 1977, 393; Triola, in Tr. Bes. 2000, 324).

Doverosità o onere della trascrizione?

Si precisa come la norma in esame sembri affermare la doverosità della pubblicità utilizzando l'espressione “devono essere resi pubblici [...]”. Al riguardo la dottrina e la giurisprudenza escludono l'obbligatorietà della trascrizione, poiché dal combinato disposto dell'articolo in esame con il successivo art. 2684 (a sua volta collegato all'art. 2644) e con l'art. 2688, emerge che provvedere alla pubblicità è indispensabile se si vogliono conseguire gli effetti propri della trascrizione secondo il codice civile..

Iscrizione e trascrizione nei registri speciali

I registri speciali cui fa espresso rinvio l'articolo in esame, servono sia ai fini amministrativi sia per l'espletamento della pubblicità. La norma in esame contiene uno specifico riferimento all'iscrizione dei singoli beni mobili nei registri de quibus, quale step precedente della successiva trascrizione degli atti ad essi relativi. Secondo la dottrina prevalente dalla lettera della legge emergerebbe che i mezzi di trasporto elencati sono sottoposti alla speciale disciplina prevista nel capo III del libro dedicato alla trascrizione solo in quanto iscritti nei registri speciali. Pertanto tali beni, conservando in ogni caso la loro natura mobiliare, in mancanza della detta iscrizione rimangono regolati dalla disciplina generale degli altri beni mobili (D'Orazi Flavoni, in Comm. S.B. 1977, 412).

Nello specifico ci si è domandati se fosse o meno applicabile la disciplina di cui all'art. 1153 ai beni astrattamente rientranti nella categoria dei beni mobili registrati, ma di fatto non iscritti nei pubblici registri. Secondo l'impostazione maggioritaria la categoria dei beni mobili registrati è una categoria normativa, pertanto questi rimangono sottratti dalla disciplina ordinaria dei beni mobili solo allorquando vengano effettivamente registrati. Conseguentemente l'ambito di applicazione dell'art. 1156, che esclude l'operatività del citato principio possesso vale titolo per i beni mobili registrati, rimane circoscritto esclusivamente ai beni effettivamente iscritti.

Secondo Cass. III, n. 3694/2020 sorge la responsabilità professionale del notaio che, ancorché abbia autenticato le firme della dichiarazione di vendita di una vettura, non comunichi al venditore, che li abbia richiesti, i dati anagrafici dell'acquirente, pur avendo il potere di rilasciare copia ed estratti dei documenti a lui esibiti e non necessariamente depositati e nonostante venga in rilievo un atto soggetto a pubblicità mobiliare (ai sensi dell'art. 2683, n. 3, c.c.), la conservazione della cui copia, per quanto informale, rispondeva a prassi già in uso, costantemente osservata e successivamente trasfusa in atto normativo (l. n. 246 del 2005).

Bibliografia

Corrado, Pubblicità degli atti giuridici, in Nss. D.I., Torino, 1967; Cimmino, Trascrizione, in Comm. Cendon, Milano, 2008; Ferrario, La cessione dei beni ai creditori: un mandato in rem propriam con funzione di garanzia o di liquidazione, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2001; Follieri, Disposizione di un diritto altrui e indisponibilità nella cessione dei beni ai creditori, in Riv. trim. dir. proc. civ. 2012; Natoli, Della trascrizione, in Comm. cod. civ., Torino, 1977.

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