Codice Civile art. 2698 - Patti relativi all'onere della prova.

Donatella Salari

Patti relativi all'onere della prova.

[I]. Sono nulli i patti con i quali è invertito ovvero è modificato l'onere della prova, quando si tratta di diritti di cui le parti non possono disporre o quando l'inversione o la modificazione ha per effetto di rendere a una delle parti eccessivamente difficile l'esercizio del diritto.

Inquadramento

La norma in esame ammette che le parti di un rapporto invertano o modifichino, con un accordo, la distribuzione degli oneri probatori che risulterebbe dall'applicazione dell'art. 2697. Tuttavia, la norma subordina la validità di tali parti a delle specifiche condizioni.

Accordi in materia di oneri probatori

La validità dei patti contemplati dalla norma in commento è assoggettata a due specifiche condizioni. La prima condizione è che deve trattarsi di materia che rientra nella disponibilità delle parti; la norma si fonda, infatti, sul presupposto che disponendo degli oneri probatori le parti finiscono in realtà col disporre, sia pure indirettamente, del diritto (Patti, 194; Taruffo, 75).

La seconda condizione è che la situazione che risulta dall'inversione o modificazione degli oneri probatori non dovrebbe implicare per una parte un'eccessiva difficoltà di tutela del proprio diritto. Si tratta evidentemente di una valutazione rimessa alla discrezionalità del giudice, che può vertere su ogni aspetto rilevante, come i costi o la difficoltà di procurarsi la prova (Patti, 194; Taruffo, 75).

Le clausole che modificano gli oneri probatori inserite in un contratto non sono considerate vessatorie ai sensi dell'art. 1341, comma 2, e, pertanto, non è richiesta la loro specifica approvazione per iscritto (Tommaseo, 163). Al contrario, si presumono invece vessatorie, fino a prova contraria, ai sensi del nuovo art. 33, comma 2, lett. t, d.lgs. n. 206/2005 (c.d. Codice del Consumo), le clausole inserite nei contratti dei consumatori che hanno come effetto la limitazione all'allegazione di prove o l'inversione o modificazione dell'onere della prova. Qualora, invece, si tratti di clausole che rendono eccessivamente difficile al consumatore stesso l'esercizio del diritto, si tratterà di clausole radicalmente nulle ai sensi dell'articolo in commento.

Secondo il giudice di legittimità in materia di contratti bancari, il certificato di c.d. "saldaconto" soddisfa l'onere della prova circa l'ammontare del credito nei confronti del fideiussore, a maggior ragione quando il contratto di conto corrente sia munito di una clausola in forza della quale il cliente riconosce che i libri e le altre scritture contabili della banca fanno piena prova verso di lui del debito garantito (Cass. I, n. 279/2019).

Bibliografia

Comoglio, Le prove civili, Torino, 2004; Patti, Le condizioni generali di contratto, Padova, 1996; Taruffo, Onere della prova, in Dig. Civ., XIII, Torino, 1996; Taruffo, Presunzioni, inversioni, prova del fatto, in Riv. Trim. dir. proc. civ. 1992; Tommaseo, Delle prove, in Comm. Cendon, VI, Torino, 1991.

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