Codice Civile art. 2703 - Sottoscrizione autenticata.Sottoscrizione autenticata. [I]. Si ha per riconosciuta la sottoscrizione autenticata dal notaio o da altro pubblico ufficiale a ciò autorizzato (1). [II]. L'autenticazione consiste nell'attestazione da parte del pubblico ufficiale che la sottoscrizione è stata apposta in sua presenza. Il pubblico ufficiale deve previamente accertare la identità della persona che sottoscrive (2). (1) V. d.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445 e art. 25 d.lg. 7 marzo 2005, n. 82. (2) V. l. 2 aprile 1943, n. 226, sulla rinuncia all'assistenza dei testimoni nella formazione di atti notarili di autenticazione delle sottoscrizioni. InquadramentoLa norma in commento indica un'altra categoria di scritture private cui l'ordinamento riconosce efficacia probatoria privilegiata equiparata all'atto pubblico. La sottoscrizione autenticata è, invero, equiparata in tutto e per tutto all'atto pubblico, in virtù del fatto che la sottoscrizione della scrittura viene effettuata da un pubblico ufficiale o da un notaio (cui l'ordinamento attribuisce una particolare autorità). La disposizione stabilisce che se la sottoscrizione apposta dalle parti in una scrittura privata viene autenticata da un notaio o da un pubblico ufficiale a ciò autorizzato, il documento viene equiparato, ai fini probatori, ad una scrittura riconosciuta così come prevista dall'art. 2702. In tal caso, così come per l'atto pubblico, l'efficacia probatoria vale per l'estrinseco, ovvero con esclusivo riferimento alla circostanza che il pubblico ufficiale attesta che la sottoscrizione è avvenuta in sua presenza. NozioneUlteriore modalità mediante la quale la scrittura privata acquista la stessa efficacia probatoria dell'atto pubblico (art. 2699) è costituita dall'autenticazione. Quest'ultima è la procedura con cui un notaio o un altro pubblico ufficiale a ciò autorizzato attestano che la sottoscrizione di un documento avvenuta in loro presenza è stata effettivamente posta in essere dall'autore. La dottrina è concorde nell'attribuire all'autenticazione la stessa efficacia del riconoscimento e della verificazione di scrittura privata, evidenziando la rilevanza d'un'attività stragiudiziale all'interno del processo. Analogamente la giurisprudenza ritiene che la scrittura privata autenticata — che fa piena prova fino a querela di falso della provenienza delle dichiarazioni da chi l'ha sottoscritta se colui contro il quale l'ha prodotta ne riconosce la sottoscrizione ovvero se questa è legalmente considerata come riconosciuta — non costituisce, sotto il profilo della validità del negozio, un tertium genus rispetto alla scrittura privata non autenticata e all'atto pubblico, atteso che l'autenticazione opera esclusivamente sul piano della prova e non della validità sostanziale dell'atto (Cass. lav., n. 10375/2000). L'autenticazione opera dunque sul piano della prova e non della validità sostanziale dell'atto. Si evidenzia come l'efficacia di prova legale di cui alla norma in commento sia esclusa in quei casi in cui il pubblico ufficiale attesta la verità della firma ma non l'apposizione della stessa in sua presenza (c.d. autentica minore). In tali occasioni l'autenticità della sottoscrizione può essere contestata e liberamente valutata dal giudice senza bisogno di esperire la querela di falso (Cass. n. 691/1967). Per quanto riguarda la natura dell’atto di conciliazione in sede sindacale, secondo Cass. VI- L, n. 9255 /2016 essa non riveste natura di atto pubblico o di scrittura privata autenticata, considerato che il rappresentante sindacale non è un pubblico ufficiale, né ha il potere di autenticare le sottoscrizioni delle parti, ma in funzione di garante di parità di ruoli tra datore di lavoro e lavorato. Costituisce un esempio di autentica minore l'accertamento dell'identità del sottoscrittore dell'originale del telegramma nei modi stabiliti dai regolamenti dell'amministrazione postale (Tommaseo 182; in proposito art. 2705). PresuppostiL'autenticazione della sottoscrizione deve essere compiuta da un notaio o da un soggetto a tal fine incaricato. Va evidenziato come l'autenticazione operata dal pubblico ufficiale non riguardi in alcun modo il contenuto della scrittura cui la sottoscrizione autenticata è apposta (Trib. Perugia 8 gennaio 1997). Requisito essenziale per poter operare l'autenticazione è la sottoscrizione della scrittura, onde consentire di riferire la stessa al suo autore. Ciascuno dei diversi pubblici ufficiali autorizzati ad autenticare la sottoscrizione è tenuto al rispetto delle norme specificamente disciplinanti la sua attività, e non può applicare analogicamente le norme speciali previste per un altro pubblico ufficiale (Cass. n. 2937/1972). A tal riguardo il notaio in sede di autenticazione risponde di falso ideologico se la sottoscrizione non è avvenuta in sua presenza previo accertamento dell'identità del suo autore (Cass. pen. V, n. 11867/1997), ma non risponde della verità intrinseca delle affermazioni delle parti, per esempio intorno alle loro qualità di rappresentanti (Cass. II, n. 9567/1999), né in generale risponde dell'idoneità dello strumento negoziale a conseguire i risultati voluti dalle parti poiché tale responsabilità sorge dal conferimento dell'incarico di redigere un vero e proprio atto pubblico, e non dalla mera autentica di firme in calce a una scrittura privata predisposta dagli stessi contraenti (Cass. II, n. 23934/2004). Secondo la S.C. nella procura alle liti la certificazione dell'autografia della sottoscrizione del cliente da parte del difensore può essere contestata soltanto con la querela di falso. Infatti, la dichiarazione della parte è destinata a fare propri gli effetti degli atti compiuti dal difensore e, pertanto, pur traendo essa origine da un negozio privatistico i suoi effetti si producono nell'ambito del processo con la conseguenza che l'autentica realizza un negozio di diritto pubblico dove il difensore riveste la qualità di pubblico ufficiale. (Fattispecie in tema di inammissibilità pronunziata dal giudice di pace avverso un decreto di espulsione per carenza di una valida procura, ritenuta, con ciò, l'impossibilità d'identificare con sicurezza la persona che aveva rilasciato la detta procura conclusa con la cassazione della decisione) (Cass. II, n. 17015 /2018). Inoltre è possibile autenticare anche la c.d. firma digitale e la c.d. firma elettronica qualificata. Infatti, secondo il d.P.R. n. 513/1997 (Regolamento per la formazione, l'archiviazione e la trasmissione di documenti con strumenti informatici e telematici) anche la firma digitale può ricevere autenticazione da parte di un notaio o altro pubblico ufficiale competente, con effetto pari al riconoscimento ex art. 2702. Tale possibilità è stata ribadita dal d.lgs. n. 82/2005 (Codice dell'amministrazione digitale) avendo stabilito che il pubblico ufficiale attesta che l'apposizione della firma digitale delle parti è avvenuta in sua presenza e conclude l'autenticazione apponendo anche la sua firma digitale. Secondo la S.C. va cassata la sentenza di merito che esclude dal piano di riparto il credito di una banca basato su di una scrittura privata autenticata formata anteriormente all'entrata in vigore del novellato art. 474 c.p.c. nondimeno posta in esecuzione successivamente, poichè le scritture private autenticate formate anteriormente al 1° marzo 2006 – (data a cui risale la modifica dell'art. 474 c.p.c. in esito al d.l. n. 35/2005), ove poste in esecuzione successivamente a tale data, considerata la loro natura di titoli esecutivi stragiudiziali che ha inciso sulla loro efficacia processuale, con la conseguenza che, secondo il principio tempus regit actum, ad esse si applica la legge processuale vigente nel momento in cui vengono azionate (Cass. III , n. 5823/2019). BibliografiaCendon, artt. 2697-2739. Prove, in Commentario al codice civile, Milano, 2009; Comoglio, Le prove civili, Torino, 2004; Conte, artt. 2697- 2730. Prove, Commentario al cod. civ., a cura di Cendon, Milano, 2008; Denti, La verificazione delle prove documentali, Torino, 1957; Patti, Della prova documentale, Bologna-Roma, 1996; Rizzo, Data, data certa, in Dig. civ., V, Torino, 1989; Tommaseo, in Comm. Cendon, VI, Torino, 1991; Verde, Prova documentale, in Enc. giur., XXV, Roma, 1991. |