Codice Civile art. 2709 - Efficacia probatoria contro l'imprenditore.

Donatella Salari

Efficacia probatoria contro l'imprenditore.

[I]. I libri e le altre scritture contabili [2214 ss., 2421] delle imprese soggette a registrazione [2195] fanno prova contro l'imprenditore. Tuttavia chi vuol trarne vantaggio non può scinderne il contenuto [178 c. nav.].

Inquadramento

La norma in esame disciplina l'efficacia probatoria dei libri e delle scritture contabili delle imprese soggette a registrazione, stabilendo l'utilizzabilità delle stesse nei confronti degli imprenditori. Viene sottolineato che la disposizione opera soltanto per le imprese di maggiore dimensione, ovvero quelle sottoposte a registrazione.

La norma pone una regola generale, cioè la piena efficacia probatoria delle scritture contabili di una società registrata nei confronti dell'imprenditore, imponendo ad ogni modo una valutazione globale delle stesse. Ciò in quanto le scritture contabili stesse forniscono una valutazione d'insieme di tutto l'operato dell'impresa medesima.

La giurisprudenza tende ad ampliare la categoria delle scritture contabili utilizzabili, comprendendo anche quelle relative alla c.d. contabilità in nero.

Istituto e regime dell'efficacia probatoria

L'art. 2708 attribuisce efficacia probatoria ai libri ed alle scritture contabili in possesso dell'imprenditore, i quali, ancorché non sottoscritti, possono essere utilizzati nei confronti di quest'ultimo. La norma in esame fa implicitamente rinvio ad altre fonti normative per quanto riguarda la tipologia e la tenuta di siffatti libri e scritture.

È, quindi, necessario il coordinamento dell'art. 2709 con gli articoli del codice civile che disciplinano la tenuta delle scritture contabili in generale (artt. 2195 e 2214 ss., 2302,2421,2490), nonché con le altre norme di legge che impongono speciali prescrizioni in materia a determinate categorie di imprese (Comoglio, 351).

Disposizione a tutela del soggetto che venga a contrarre con un imprenditore, la norma in esame pone, in ogni caso l'espressa regola per cui le scritture devono essere utilizzate nella loro globalità (Cendon, 141).

A tal riguardo la dottrina ha affermato che i libri e le altre scritture contabili delle imprese, che esercitano un'attività commerciale e sono quindi soggette a registrazione, pur in mancanza di sottoscrizione, forniscono prova in sfavore dell'imprenditore nei rapporti con i terzi, ma chi ne vuol trarre partito non può pretendere poi, di scinderne il contenuto (Comoglio, 351).

Anche la giurisprudenza depone nello stesso senso (Cass. III, n. 22896/2005).

Controverso è il valore di prova da attribuire ai libri e alle scritture contabili, richiamati dall'articolo in esame.

In dottrina, si può dire pacifico il principio per cui tali documenti, ai sensi dell'art. 2709, non hanno il valore di prova legale piena e sono, quindi, soggetti al prudente apprezzamento del giudice (Nigro in Tr. Res., 1986, 1337). In sostanza, si è detto, le risultanze delle annotazioni contabili fanno sorgere una presunzione legale contraria all'imprenditore, presunzione iuris tantum, dato che l'imprenditore può liberamente contrastare le proprie registrazioni con qualunque mezzo di prova (Panuccio, 21).

Anche in giurisprudenza si afferma per lo più che le annotazioni in esame siano liberamente valutabili dal giudice (Cass. I, n. 936/1996); ma non sono mancate contrarie pronunce che sostengono il valore di piena prova contro l'imprenditore delle risultanze delle scritture di cui all'art. 2214.

Con riferimento al contenuto di tali scritture la dottrina ha segnalato che la previsione normativa riguarda il contenuto delle stesse in senso positivo, non potendosi far ricavare alcunché dall'inesistenza di alcune annotazioni nei libri medesimi (Comoglio, 359).

In ogni caso, la mancata annotazione di un'operazione o di un bene, non può costituire prova dell'inesistenza degli stessi (Cass. II, n.12585/1995), ma l'omessa indicazione di operazioni economiche che avrebbero dovuto essere contabilizzate ha un valore indiziario, discrezionalmente valutabile dal giudice di merito (Cass. I, n. 3229/1994).

Alle annotazioni del registro IVA non si applica la disciplina dettata per i libri e le altre scritture contabili delle imprese soggette a registrazione, exartt. 2709 e 2710; tuttavia, esse sono idonee come prove scritte  rispetto all'esistenza di un credito, considerato che  la relativa annotazione, che richiama la fattura ad essa inerente, ha effetto ricognitivo in ordine ad un fatto produttivo di un rapporto giuridico sfavorevole al dichiarante ex art. 2720 (Cass. III, n. 32935/2018).

Sebbene l'art. 2709 regoli l'efficacia probatoria delle scritture contabili soltanto contro l'imprenditore, la giurisprudenza prevalente ritiene che non sia preclusa al giudice la possibilità di trarre dai libri contabili di una delle parti, regolarmente tenuti, validi indizi atti a supportare, in concorso con altre risultanze.

Secondo Cass. I, n. 35649/2022 non è esperibile la querela di falso contro un brogliaccio contenente annotazioni di ricavi non contabilizzati redatto da un dipendente all'insaputa di un imprenditore, né trova applicazione l'art. 2709 atteso che esso si riferisce alle scritture contabili provenienti dall'imprenditore, sicché le mere annotazioni provenienti da terzi, diversi dall'imprenditore, non possono essere considerate scritture contabili dello stesso.

Casistica

La giurisprudenza ha inserito tra le categorie di atti ricompresi tra i libri e le scritture contabili anche quelli relativi alla contabilità in nero (Cass. n. 25610/2006).

Il giudice di legittimità con Cass. II, n. 26801/2019 ha ritenuto che la fattura commerciale abbia non soltanto efficacia probatoria nei confronti dell'emittente, quanto a prestazione e prezzo, ma può costituire piena prova nei confronti di entrambe le parti dell'esistenza di un corrispondente contratto nel caso in cui risulti accettata dal contraente che risulti destinatario della prestazione medesima.

Bibliografia

Casanova, Libri di commercio e scritture contabili, in Nss.D.I., IX, Torino, 1963; Cendon, artt. 2697-2739. Prove, in Commentario al codice civile, Milano, 2009; Comoglio, Le prove civili, Torino, 2004; Ferri, Scritture contabili, in Enc. dir., XLI, Milano, 1989; La China, Esibizione delle prove, in Enc. dir., XV, Milano, 1966; Panuccio, La natura giuridica delle registrazioni contabili, Napoli, 1964.

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