Codice Civile art. 2728 - Prova contro le presunzioni legali.

Giusi Ianni

Prova contro le presunzioni legali.

[I]. Le presunzioni legali dispensano da qualunque prova coloro a favore dei quali esse sono stabilite.

[II]. Contro le presunzioni sul fondamento delle quali la legge dichiara nulli certi atti o non ammette l'azione in giudizio non può essere data prova contraria, salvo che questa sia consentita dalla legge stessa.

Inquadramento

La norma in commento disciplina le presunzioni legali, nelle quali, cioè, è direttamente la legge a far discendere un fatto ignoto da un fatto noto. Le presunzioni legali possono essere assolute o relative, a seconda che il meccanismo normativo che le deduce ammetta o meno prova contraria da parte degli interessati.

Le presunzioni legali

Diversi sono gli esempi di presunzioni relative (c.d. iuris tantum) stabilite dal legislatore (ad esempio, le presunzioni in materia di possesso, stabilite dagli artt. 1141 e ss.; quelle in materia di proprietà stabilite dagli artt. 880, 881, 897, 898 e 899; quelle di cui agli artt. 1335 e 1352 per la materia contrattuale). Esse, come ricavabile dal primo comma dell'art. 2728, hanno l'effetto di sollevare la parte in favore della quale sono stabilite dall'onere di provare il fatto presunto dal legislatore, ferma restando, tuttavia, la possibilità di prova contraria da parte dei controinteressati.

In presenza di una presunzione relativa, come chiarito dalla giurisprudenza di legittimità, la prova contraria può essere offerta con ogni mezzo, anche attraverso una presunzioni semplici, purché gravi, precise e concordanti, e tali da prevalere sull'indicata presunzione legale (Cass. n. 4328/1997). 

Configura, ad esempio, una presunzione relativa, quella di cui all'art. 1590, comma 2, secondo la quale, in mancanza di descrizione delle condizioni dell'immobile alla data della consegna, si presume che il conduttore abbia ricevuto la cosa in buono stato locativo; essa, quindi, può essere vinta solo attraverso una prova rigorosa (Cass. n. 15361/2016). È presunzione iuris tantum anche quella di onerosità del mandato, stabilita dall'art. 1709, che può essere superata dalla prova della sua gratuità, desumibile anche dalle circostanze del rapporto, come la qualità del mandatario, le relazioni che intercedono fra questi e il mandante, il contegno delle parti, anteriore e successivo allo svolgimento delle prestazioni (Cass. n. 14682/2014). Integra, inoltre, presunzione iuris tantum valevole nei confronti dell'assicuratoreil modulo CAI a doppia firma in caso di sinistro stradale (Cass. 25468/2020), superabile, quindi, dal medesimo assicuratore con prova contraria.

Meno frequenti appaiono le presunzioni assolute (c.d. iuris et de iure), rispetto alle quali, come detto, non è ammessa prova contraria, salvo che essa sia consentita dalla legge stessa, come disposto dal secondo comma dell'art. 2728. Sono, ad esempio, presunzioni legali assolute, quelle stabilite dall'art. 232 (che stabilisce la presunzione assoluta di concepimento in costanza di matrimonio del figlio nato quando sono trascorsi centottanta giorni dalla celebrazione del matrimonio e non sono ancora trascorsi trecento giorni dalla data dell'annullamento) o dall'art. 599 (che considera interposte talune categorie di persone in rapporto di parentela o coniugio con soggetto incapace a succedere). Anche l'art. 889, nello stabilire le distanze minime dal confine per pozzi, cisterne, fosse e tubi, configura una presunzione assoluta di danno per il fondo vicino in caso di distanze inferiori (Cass. n. 27642/2013).

Bibliografia

Patti, Prova testimoniale. Presunzioni. Artt. 2721-2729, Bologna, 2001, 1 e ss.; Andrioli, Presunzioni, in Nss. D.I., 1957, 766.

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