Codice Civile art. 2741 - Concorso dei creditori e cause di prelazione.

Giusi Ianni

Concorso dei creditori e cause di prelazione.

[I]. I creditori hanno eguale diritto di essere soddisfatti sui beni del debitore [500 c.p.c.], salve le cause legittime di prelazione.

[II]. Sono cause legittime di prelazione i privilegi [2745 ss.], il pegno [2784 ss.] e le ipoteche [2808 ss.].

Inquadramento

La norma in commento sancisce il principio della par condicio creditorum, conferendo a tutti i creditori la facoltà di partecipare alla distribuzione del ricavato dell'espropriazione anche qualora l'azione esecutiva sia stata esperita da uno o più soltanto di essi. Vengono fatte salve, tuttavia, le cause legittime di prelazione  che attribuiscono una posizione preferenziale ai creditori che ne sono titolari nel riparto del ricavato dall'esecuzione forzata.

La par condicio creditorum e le sue deroghe

Il principio della par condicio creditorum trova applicazione ogni qual volta rispetto ad uno stesso debitore vi siano più creditori: per garantire, infatti, l'uguaglianza e la parità di trattamento, ciascun creditore può esperire l'azione esecutiva individuale e ogni altro creditore può intervenire nella procedura esecutiva intrapresa da altri, concorrendo alla ripartizione del ricavato. Vi sono, tuttavia, delle preclusioni di natura processuale, in quanto solo i creditori legittimamente e tempestivamente intervenuti non oltre la prima udienza fissata per la autorizzazione della vendita o per l'assegnazione hanno diritto di partecipare alla distribuzione della somma ricavata dalla esecuzione ed anche di prendere parte all'espropriazione e di provocarne i singoli atti; invece, i creditori che intervengono successivamente a tale momento partecipano soltanto alla distribuzione di quanto residua dopo soddisfatti i diritti del creditore pignorante e di quelli intervenuti tempestivamente. Diverso il caso delle procedure concorsuali, in cui è la legge ad assicurare la parità di trattamento tra tutti i creditori vietando l'azione individuale (ad esempio, nel caso di fallimento, concordato fallimentare, liquidazione coatta amministrativa). Il legislatore prevede, poi, delle cause legittime di prelazione, in presenza delle quali il creditore che ne sia titolare è preferito, nel riparto della vendita forzata, rispetto ai creditori che ne siano privi (c.d. chirografari). Sono cause tipiche di prelazione i privilegi, i pegni e le ipoteche (figure per la definizione delle quali si rinvia al commento degli articoli codicistici che le disciplinano).

Altra eccezione alla regola della par condicio creditorum è la nozione di prededuzione exartt. 111 e 111-bis r.d. n. 267/1942 (v. ora gli artt. 221 e 222 d.ls. n. 14/2019 “Codice della crisi di impresa e dell'insolvenza”), che nelle procedure concorsuali attribuisce non una causa di prelazione ma una precedenza processuale, in ragione della strumentalità dell'attività, da cui il credito consegue, agli scopi della procedura (Cass. n. 15724/2019).

Bibliografia

Giorgianni, L'inadempimento, Milano, 1975, 9 e ss.; Rojas Elqueta, Autonomia privata e responsabilità patrimoniale del debitore, Milano, 2012, 1 e ss.; Roppo, Responsabilità patrimoniale, in Enc. dir., Milano, 1988, 1048; Sicchiero, La responsabilità patrimoniale, in Trattato di diritto civile a cura di Sacco, Torino, 2011, 1 e ss.

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