Codice Civile art. 2751 - Crediti per spese funebri, d'infermità, alimenti (1).

Donatella Salari

Crediti per spese funebri, d'infermità, alimenti (1).

[I]. Hanno privilegio generale sui mobili [2776], nell'ordine che segue, i crediti riguardanti:

1) le spese funebri necessarie secondo gli usi [2778 n. 17];

2) le spese d'infermità [2778 n. 17] fatte negli ultimi sei mesi della vita del debitore;

3) le somministrazioni di vitto, vesti e alloggio [2778 n. 17], nei limiti della stretta necessità, fatte al debitore per lui e per la sua famiglia negli ultimi sei mesi;

4) i crediti di alimenti [2778 n. 17] per gli ultimi tre mesi a favore delle persone alle quali gli alimenti sono dovuti per legge.

(1) Articolo così sostituito dall'art. 1 l. 29 luglio 1975, n. 426.

Inquadramento

La norma che vanta illustri scaturigini dal diritto romano, fa riferimento a particolari ipotesi di privilegi generali su beni mobili prese in considerazione per ovvi motivi di rilievo sociale e di solidarietà.

Tuttavia la norma ha avuto scarso rilievo applicativo e risulta inoltre penalizzata dalla preminenza accordata ai privilegi previsti dall'artt. 2777 e 2778. In ogni caso la norma si preoccupa di fissare limiti temporali ai crediti elencati limitandoli a quelli degli ultimi sei mesi ( presumibilmente non voluttuari) per quelli riferibili ad infermità, vitto, alloggio e vestiario, per converso il termine è di mesi tre per spese alimentari.

Secondo la dottrina il termine dei sei mesi decorre non dalla morte del debitore, ma dall'inizio del concorso tra i creditori (Gualandi, 1186).

Non si registrano applicazioni giurisprudenziali degne di nota ed anche la dottrina non vi si è soffermata particolarmente.

Si tratta in definitiva di riconoscere, nei limiti appena ridetti, la precedenza di alcuni crediti di rilevanza solidaristica sui beni mobili del debitore, ossia il creditore privilegiato sarà soddisfatto nel rispetto dell'ordine dei privilegi sui beni del debitore.

I crediti da spese funebri e le spese di infermità

Secondo la dottrina, un caso particolare tra i privilegi previsti dalla norma in commento è quello avente per oggetto le spese funebri. In tal caso si verificherebbe — nei limiti del privilegio e della natura dei beni — una sorta di segregazione particolare del patrimonio del defunto rispetto a quello dell'erede — nonostante la confusione — perché il privilegio opera solo sui beni del defunto con la conseguenza che il credito preferito prevaricherebbe sia i creditori dell'erede che quelli personali del defunto ed i legatari rispetto al compendio mobiliare, nonché nel caso d'incapienza mobiliare anche l' erede beneficiato, (Cendon, in Comm. Cendon 2009, 205 e bibliografia ivi riportata) sempre che gli oneri affrontati siano in linea con quanto presumibilmente può dirsi conforme agli usi e ragionevole in quel determinato contesto sociale ed economico ex art. 8 disp. prel. (Miglietta, Prandi, in Comm. Utet 1995, 114).

Il credito da somministrazioni di vitto, vestiario e alloggio

Le spese affrontate per la salute dell'infermo si estendono anche a quelle farmaceutiche, ma secondo la dottrina (Cendon, in Comm. Cendon 2009, 205) non possono essere limitate a quelle strettamente necessarie dal momento che è in gioco il bene assoluto della salute.

Per le spese di cui al n. 3 anche queste devono essere intese come indispensabili per una dignitosa sopravvivenza, salvo distinguere, eventualmente, in considerazione dell'estrazione sociale del debitore oppure no (Miglietta, Prandi, in Comm. Utet 1995, 119) e della sua famiglia indipendentemente dalla convivenza e dall'autonomia economica di ciascun componente.

I crediti alimentari

Il privilegio, nonostante il silenzio della norma è stato oggetto di due significative riletture costituzionale. La prima (Corte cost. n. 84/1992) ha ritenuto che la disposizione di cui al n. 4 della norma in commento, in uno con gli artt. 2770 e 2776 sia riferibile all'assegno di mantenimento a favore del coniuge separato o divorziato, così ampliando al categoria degli assegni alimentari di cui all'art. 433 ss. giudicando inammissibile la questione.

Successivamente, con una decisa sentenza di rigetto (Corte cost. n. 17/2000) la Corte costituzionale, in riferimento all'artt. 2, 3, 29, 30, 31 Cost., ha ritenuto — con lettura estensiva — conformi alla Carta Costituzionale gli articoli 2751, numero 4, e 2778, numero 17, interpretando la loro riferibilità a crediti aventi privilegio generale sui mobili del debitore quali crediti del coniuge, separato o divorziato, al mantenimento.

Bibliografia

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