Codice Civile art. 2772 - Crediti per tributi indiretti (1).Crediti per tributi indiretti (1). [I]. Hanno pure privilegio i crediti dello Stato per ogni tributo indiretto, nonché quelli derivanti dall'applicazione dell'imposta comunale sull'incremento di valore degli immobili, sopra gli immobili ai quali il tributo si riferisce. [II]. I crediti dello Stato, derivanti dall'applicazione dell'imposta sul valore aggiunto, hanno privilegio, in caso di responsabilità solidale del cessionario, sugli immobili che hanno formato oggetto della cessione o ai quali si riferisce il servizio prestato. [III]. Eguale privilegio hanno i crediti di rivalsa, verso il cessionario ed il committente, previsti dalle norme relative all'imposta sul valore aggiunto, sugli immobili che hanno formato oggetto della cessione o ai quali si riferisce il servizio. [IV]. Il privilegio non si può esercitare in pregiudizio dei diritti che i terzi hanno anteriormente acquistato sugli immobili. [V]. Per le imposte suppletive il privilegio non si può neppure esercitare in pregiudizio dei diritti acquistati successivamente dai terzi. [VI]. Lo stesso privilegio, per quanto riguarda l'imposta di successione, non ha effetto a danno dei creditori del defunto che hanno iscritto la loro ipoteca nei tre mesi dalla morte di lui, né ha effetto a danno dei creditori che hanno esercitato il diritto di separazione dei beni del defunto da quelli dell'erede. (1) Articolo così sostituito dall'art. 8 l. 29 luglio 1975, n. 426. InquadramentoIn questa disposizione emerge una stretta correlazione tra causa del credito ed oggetto del credito considerato che la prelazione prevista riguarda i tributi che vanno ad incidere su quegli atti giuridici o accadimento materiale idonea a manifestare la capacità patrimoniale del contribuente ed incide sugli immobili cui il tributo si riferisce (Tucci in Tr. Res., 1997, 733) ed essa nasce con il sorgere del credito tributario (Pratis, 1286; Ruisi, Palermo A., Palermo C., 481). La prelazione appare più stringente rispetto a quella mobiliare si ispira al principio per il quale nel caso dei tributi indiretti essa graverà solo sull'immobile per cui è dovuta l'imposta e non su altri beni del contribuente (Miglietta, Prandi, 351). I crediti per tributi indiretti sono quelli relativi ai crediti erariali per l'imposta di registro, quella di bollo, l'imposta ipotecaria, sulle successioni e donazioni (a sua volta eliminata dall'art. 8 l. n. 448/2001) (Pratis Della tutela dei diritti - artt. 2740-2783, II, 1, in Comm. cod. civ., Torino, 1976, 1285; Tucci, in Tr. Res., 1997, 564), e la prelazione si estende anche ai crediti per l'applicazione delle soprattasse e pene pecuniarie (Tucci, in Tr. Res., 1997, 568). La prelazione in discorso non può esercitarsi in pregiudizio dei diritti acquisiti anteriormente dai terzi e, quindi, è inopponibile all'ipoteca trascritta anteriormente dai terzi medesimi, dato che l'art. 2772 non distingue tra diritti di godimento e diritti di garanzia (Cass. I, n. 1878/1979). Nel caso di privilegio speciale su bene immobile che presidia i crediti del promissario acquirente in esito alla mancata esecuzione del contratto preliminare trascritto ex art 2645-bis poiché ci si trova davanti ad una particolare forma di pubblicità costitutiva (art. 2745, ultimo comma), esso resta sottratto alla regola generale di prevalenza del privilegio sull'ipoteca, sancita, se non diversamente disposto, dall'art. 2748, comma 2, e soggiace agli ordinari principi in tema di pubblicità degli atti . Secondo Cass. I, n. 17141/2016 in tal caso ove il curatore del fallimento della società costruttrice dell'immobile scelga lo scioglimento del contratto preliminare (ai sensi dell'art. 72 l.fall.; per la nuova disciplina, v. l’art. 172 d.lgs. n. 14/2019 “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza”), il conseguente credito del promissario acquirente, benché assistito da privilegio speciale, deve essere collocato con grado inferiore, in sede di riparto, rispetto a quello dell'istituto di credito che, precedentemente alla trascrizione del contratto preliminare, abbia iscritto sull'immobile stesso ipoteca a garanzia del finanziamento concesso alla società costruttrice . L'imposta di registroPoiché l'imposta di registro incide sul negozio giuridico di trasferimento ( imposta principale) della ricchezza, la prelazione va ad incidere sul bene immobile cui il valore si riferisce e che va tassato mentre il credito derivante dalla registrazione riguarda l'imposta suppletiva o complementare. (Tucci, in Tr. Res., 1997, 736; Miglietta, Prandi, 362). Questo privilegio immobiliare si estingue al maturare del termine di decadenza di cinque anni dalla data di registrazione dell'atto previsto dall'art. 56, ult. comma, d.P.R. n. 131/1986; in proposito secondo la giurisprudenza di legittimità (Cass. n. 11357/2003), riguardo ai crediti relativi all'applicazione dell'Invim ha chiarito che maturata la decadenza quinquennale dalla data di registrazione non possa più discriminarsi tra imposta principale, complementare o suppletiva, anche nell'ipotesi nella quale sia in corso il procedimento per la determinazione dei valori e non vi sia stata, ai sensi dell'art. 76 d.P.R. n. 131/1986, decadenza dell'azione della finanza nei confronti dell'alienante, soggetto passivo dell'imposta). Va tuttavia ricordato che l'imposta comunale sull'incremento di valore degli immobili è stata abrogata con la l. n. 421/1992, anche se rimane applicabile ai presupposti d'imposta che si verificheranno nel decennio successivo alla data del 31 dicembre 1992 (Miglietta, Prandi, 365). Da ricordare poi che il privilegio grava, inoltre, sui singoli beni acquistati dai legatari (Pratis, 1287; Tucci, in Tr. Res., 1997, 572). Da notare che secondo la giurisprudenza di legittimità (Cass. n. 5016/2015) in tema di tributi erariali indiretti (imposta di registro) nel caso di compravendita immobiliare registrata telematicamente dal notaio rogante isoggetti obbligati al pagamento dell'imposta sono sempre le parti sostanziali dell'atto essendo il notaio rogante soggetto meramente responsabile d'imposta. L'imposta sulle successioniLa disposizione esclude l'opponibilità della prelazione immobiliare ai creditori che hanno iscritto ipoteca nei tre mesi dalla morte del de cuius, nonché nei confronti di quelli che hanno esercitato il diritto di separazione dei beni del defunto da quelli dell'erede, nondimeno sulla questione della opponibilità dello stesso privilegio ai terzi acquirenti di un immobile anteriormente all'apertura della successione, considerato che l'art. 9, d.P.R. n. 637/1972 — presume facenti parte del compendio ereditario i beni e i diritti che siano stati trasferiti, a titolo oneroso, negli ultimi sei mesi di vita del defunto. La giurisprudenza di legittimità (Cass. I n. 945/1996) ha precisato che vi è invece valenza generale del principio che dispone che il privilegio sugli immobili non si può esercitare in pregiudizio dei diritti che i terzi hanno anteriormente acquistato sull'immobile che pertanto va applicato anche con riferimento agli immobili trasferiti dal defunto a terzi nell'ultimo semestre della sua vita. Ne consegue che l'amministrazione finanziaria non può pretendere da costoro il pagamento del tributo inevaso dai soggetti di imposta, quale onere per la liberazione del bene dal diritto di garanzia, neppure nei limiti del valore del bene medesimo e con una responsabilità patrimoniale limitata al suo valore. Nondimeno in linea generale i terzi acquirenti dell'immobile sottoposto al privilegio non sono debitori d'imposta, ma terzi possessori assoggettati all'esecuzione, responsabili di un debito altrui pertanto, essi hanno diritto di regresso nei confronti degli effettivi debitori d'imposta, purché un accertamento vi sia stato. Secondo al giurisprudenza di legittimità (Cass. III, n. 9859/2014) laddove la pretesa erariale sia confluita nel concordato fiscale concluso dal venditore con l'Amministrazione, senza coinvolgere l'acquirente il venditore non ha azione di regresso nei confronti dell'acquirente. BibliografiaChesi, Nuovo codice delle cause di prelazione, Bologna, 1990; Ciccarello, Privilegio (dir. priv.), in Enc. dir., XXXV, Milano, 1986, 730; Del Vecchio, Le spese e gli interessi nel fallimento, Milano, 1988, Garri, Acque (dir. pubbl.), in Nss.D.I., app., I, Torino, 1980; Miglietta, Prandi, I privilegi, in Giur. sist. Bigiavi, Torino, 1995, 192; Paolini, Alcuni aspetti problematici aspetti nel decreto legislativo in tema di tutela degli acquirenti di immobili da costruire, in Riv. not. fasc. 4, 2005 887; Parente, Nuovo ordine dei privilegi e autonomia privata, Napoli, 1981, 77; Pratis, Privilegio (diritto civile e tributario), in Nss.D.I., app., V, Torino, 1984; Ravazzoni, Privilegi (parte speciale), in Dig. civ., XIV, Torino, 1996; Ruisi, Palermo A., Palermo C., I privilegi, in Giur. sist. Bigiavi, Torino, 1980. |