Codice Civile art. 2879 - Rinunzia all'ipoteca.

Donatella Salari

Rinunzia all'ipoteca.

[I]. La rinunzia del creditore all'ipoteca deve essere espressa e deve risultare da atto scritto, sotto pena di nullità.

[II]. La rinunzia non ha effetto di fronte ai terzi che anteriormente alla cancellazione dell'ipoteca abbiano acquistato il diritto all'ipoteca medesima ed eseguito la relativa annotazione a termini dell'articolo 2843.

Inquadramento

La norma è finalizzata a sancire precise regole in tema di rinunzia all'ipoteca, in quanto si tratta di un atto unilaterale (art. 1324) e di straordinaria amministrazione (v. art. 320), il quale deve essere obbligatoriamente espresso, non essendo ammessa in nessun caso la dimostrazione per facta concludentia.

Rinunzia all'ipoteca

La rinuncia del creditore ipotecario è configurata in dottrina come un atto unilaterale (senza che però si debba escludere la possibilità di operare la rinuncia nell'ambito di un contratto a prestazioni corrispettive), di straordinaria amministrazione (Ravazzoni, in Tr. Res., 1985, 94).

Si distingue, la rinuncia alla sola iscrizione ipotecaria, che comporta unicamente una rinuncia al grado, e che normalmente è seguita da una reiscrizione dell'ipoteca in base allo stesso titolo, e la rinuncia in senso stretto all'intero titolo ipotecario di concessione (Gorla, 421). In ogni caso, occorre operare un'interpretazione, secondo le normali regole ermeneutiche, della volontà del rinunciante, per stabilire se abbia inteso rinunciare al titolo o esclusivamente alla iscrizione (Tamburrino, 347).

In relazione alla forma della rinuncia, la norma richiede a pena di nullità che essa sia effettuata in modo espresso, e che risulti da atto scritto ad substantiam.

La rinunzia è opponibile ai terzi solo se viene resa pubblica mediante cancellazione dell'iscrizione anteriore all'annotazione del loro acquisto (Fragali, 839).

Bibliografia

Fragali, Ipoteca (dir. priv.), in Enc. dir., XXII, Milano, 1972; Tamburrino, Della tutela dei diritti. Delle ipoteche, in Comm. cod. civ., a cura di Cendon, VI, Torino, 1976.

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