Codice Civile art. 2903 - Prescrizione dell'azione.Prescrizione dell'azione. [I]. L'azione revocatoria si prescrive in cinque anni dalla data dell'atto [2934 ss.]. InquadramentoLa norma in commento assoggetta a termine di prescrizione quinquennale l'esperimento dell'azione revocatoria. La prescrizione dell'azione revocatoriaPer individuarsi il dies a quo del termine di prescrizione quinquennale fissato dall'art. 2903 deve farsi riferimento alla generale disciplina di cui all'art. 2935, secondo cui la prescrizione inizia a decorrere dal giorno in cui il diritto può essere fatto valere. Ne consegue che, nel caso in cui sia esercitata un'azione ex art. 2901 per la revoca di un atto di trasferimento di un immobile, la prescrizione inizia a decorrere non già dalla data di stipulazione ma da quella di trascrizione dell'atto, necessaria affinché il trasferimento sia reso pubblico, conoscibile ai terzi ed a loro opponibile (Cass. n. 4049/2023; Cass. n. 491/2022; Cass. n. 5889/2016). Esiste, peraltro, anche un orientamento difforme, più datato secondo cui il termine decorre dalla data di stipulazione e non da quella della trascrizione dell'atto dispositivo (Cass. n. 3379/2007). La prescrizione dell'azione revocatoria volta a far dichiarare inefficace la compravendita di un bene dissimulante una donazione comincia, invece, a decorrere dalla declaratoria di simulazione, in quanto solo da tale momento può essere fatto valere il relativo diritto (Cass. n. 11815/2014, cit.). Si ritiene, invece, decorra sempre dalla dichiarazione di fallimento (oggi liquidazione giudiziale) il termine di prescrizione (quinquennale, in forza dell'applicazione analogica dell'art. 2903) dell'azione revocatoria fallimentare di cui all'art. 67 r.d. n. 267/1942 oggi art. 166 d.lgs. n. 14/2019 (Cass. n. 16152/2000). Se, però, il curatore fallimentare esperisca, come in sua facoltà, l'azione revocatoria ordinaria, il termine di prescrizione decorrerà comunque dalla data dell'atto impugnato e non da quella della dichiarazione di fallimento (Cass. n. 18607/2003). Quanto, infine, all'azione revocatoria penale di cui all'art. 192 c.p., poiché essa presuppone la declaratoria di colpevolezza dell'autore del reato, il termine di prescrizione dell'azione decorre dalla data cui risale tale declaratoria e non da quella del compimento dell'atto di disposizione contestato, poiché solo con la prima si identifica il momento in cui l'azione, ai sensi dell'art. 2935, può essere utilmente esercitata, fermo restando che la durata di tale termine, nonché la sua interruzione e sospensione, sono disciplinate dalle regole dettate in via generale dal codice civile in materia di prescrizione, in quanto l'azione in esame è pur sempre riconducibile al più ampio genere della «actio pauliana» (Cass. n. 23158/2014). Le Sezioni Unite hanno poi chiarito che poiché il principio di scissione (degli effetti della notificazione per il notificante e il destinatario) si applica nei casi in cui il diritto non può essere esercitato se non attraverso l'inizio del giudizio, la prescrizione dell'azione revocatoria ex art. 2901 è interrotta dalla consegna dell'atto (introduttivo del relativo giudizio) all'ufficiale giudiziario per la notifica, non essendo appunto necessaria, a tal fine, la ricezione dell'atto da parte del destinatario (Cass. S. U., n. 24822/2015). Si è esclusa, tuttavia, l'applicabilità del principio enunciato agli atti negoziali unilaterali, sulla base della previsione legislativa contenuta nell'art. 1334. BibliografiaGiampiccolo, Azione surrogatoria, in Enc. dir., Milano, 1959, 950; Quatraro-Giorgetti-Fumagalli, Revocatoria ordinaria e fallimentare. L'azione surrogatoria, Milano, 2009, 1 e ss. |