Codice Civile art. 2914 - Alienazioni anteriori al pignoramento.

Donatella Salari

Alienazioni anteriori al pignoramento.

[I]. Non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignorante e dei creditori che intervengono nell'esecuzione [498 ss. c.p.c.], sebbene anteriori al pignoramento:

1) le alienazioni di beni immobili [812] o di beni mobili iscritti in pubblici registri [815], che siano state trascritte successivamente al pignoramento;

2) le cessioni di crediti [1260 ss.; 547 c.p.c.] che siano state notificate al debitore ceduto o accettate dal medesimo successivamente al pignoramento;

3) le alienazioni di universalità di mobili [816] che non abbiano data certa [2704];

4) le alienazioni di beni mobili [812] di cui non sia stato trasmesso il possesso anteriormente al pignoramento, salvo che risultino da atto avente data certa [2704].

Inquadramento

La disposizione dispone l'inefficacia degli atti di alienazione compiuti antecedentemente al pignoramento (come pure gli artt. 2915 e 2918) a differenza di quanto previsto dagli artt. 2913, 2916 e 2917 che disciplinano al contrario, gli atti di alienazione compiuti successivamente al pignoramento regolando il conflitto tra creditore procedente ed acquirente della cosa pignorata nel quale il creditore procedente viene, sostanzialmente, assimilato ad un avente causa dal debitore esecutato attraverso il richiamo ai principi generali in materia di circolazione dei beni al fine della risoluzione dei conflitti tra due acquirenti dello stesso dante causa.

La funzione della norma

In questo caso la disposizione provvede ad equiparare i terzi acquirenti ai creditori procedenti e intervenuti. Il concetto di atto di alienazione non va intesa stricto sensu. (Busnelli, 291; Mazzamuto, 218; Verde, 805; Bove, par.3). Infatti, laddove si parla di atti «anteriori al pignoramento» o “successivi al pignoramento” ex artt. 2915 e 2916 essi vanno riferiti propriamente alla trascrizione di esso ( ex art. 2693) considerata la natura costitutiva del pignoramento immobiliare (art. 555 c.p.c., Mazzamuto, 218) che sotto questo aspetto è insostituibile, compresa l'effettiva conoscenza da parte dei creditori dell'avvenuta alienazione.

Le alienazioni immobiliari anteriori al pignoramento

La disposizione in commento determina, come detto, inopponibilità, nei confronti del creditore pignorante e dei creditori intervenuti nell'esecuzione) delle alienazioni di beni immobili successive al pignoramento.

La giurisprudenza di legittimità ha precisato che nel conflitto tra diritti anche reali limitati incompatibili la trascrizione ( art. 2644) ovvero l'intavolazione, nell'ambito territoriale previsto (Cass. n. 9525/1997) è, infatti, funzionale non solo alla risoluzione ma anche all' opponibilità verso i terzi del vincolo che limita la disponibilità relativamente a beni o diritti immobiliari ( Cass. n. 20292/2004).

Come ha chiarito la giurisprudenza di legittimità gli atti di alienazione di cui all'art. 2914 n.1 ancorché inefficaci nei confronti dei creditori pignoranti vanno comunque assoggettati all'imposta di registro (Cass. 6759/1981).

La disposizione è applicabile anche nelle procedure concorsuali, e, pertanto, in considerazione del fatto che l'opponibilità al fallimento del venditore di un suo atto di compravendita immobiliare l'atto medesimo deve rivestire non soltanto abbia data certa (art. 2704), ma anche regolarmente trascritto in data anteriore alla dichiarazione di fallimento (Cass. n. 23784/ 2007).

Secondo la giurisprudenza di legittimità rientra nella previsione dell'art. 2914 n. 1 anche il caso di liquidazione coatta amministrativa ( Cass. n. 9810 /2003) e, pertanto, nel caso di compravendita di un bene immobile che, quantunque anteriore all'assoggettamento del venditore a fallimento o a liquidazione coatta amministrativa, risulti trascritta solo successivamente non è opponibile, giusta disposto dell'art. 2914, alla massa concorsuale, nei cui confronti, pertanto, resta inefficace anche il contratto con il quale il compratore abbia concesso il bene in locazione.

L'art.2914 n.1 non trova applicazione nel caso di acquisto del bene immobile pignorato per effetto di usucapione poiché si tratta di acquisto a titolo originario (Cass. n. 15698/2012; Cass. n. 27668/2009).

Cessioni di crediti

La disposizione in esame prevede l'opponibilità della cessione del credito ai creditori a condizione che sia stata notificata al debitore ceduto o da questi accettata prima del pignoramento. Secondo la dottrina si tratterebbe di un'applicazione del principio di cui all'art. 1265, e, pertanto, che l'accettazione della cessione deve avere data certa (Busnelli, 302; Bonsignori, 82, conformemente al principio contenuto nell'art. 2704, nonché dagli artt. 2914, nn. 3 e 4, 2915, comma 1 e 2918, Mazzamuto, 220).

L'art. 2914, n.2 nel sancire l'inefficacia, nei confronti del creditore pignorante e di quelli intervenuti nell'esecuzione, delle cessioni di credito notificate al debitore o da lui accettate successivamente al pignoramento riguarda anche il caso di fallimento del creditore cedente, stante l'equivalenza del fallimento al pignoramento (generale) del patrimonio del fallito in favore della massa fallimentare (Cass. n. 4090/ 2001).

Secondo la giurisprudenza di legittimità ( Cass. n. 1684/2012) le caratteristiche della notificazione della cessione e dell'accettazione la giurisprudenza di legittimità, ai fini dell'opponibilità a terzi della cessione del credito, non esigano la notifica a mezzo ufficiale giudiziario, con la conseguenza che, ai fini dell'art. 2914 n. 2 e, comunque, rispetto agli artt. 1264 e 1265 e 2914, n. 2, la notificazione della cessione e dell'accettazione non avendo rilevanza processuale, costituisce atto a forma libera (in dottrina Terenghi, 1244).

Per la cessione di crediti futuri si è consolidato nella giurisprudenza di legittimità un orientamento secondo il quale ( Cass. n. 8961/2010) perché la cessione di crediti «futuri» in pregiudizio del creditore pignorante sia valida (e dunque del fallimento del cedente), ex art. 2914, n. 2, è sufficiente che la notifica — o l'accettazione — della cessione sia stata effettuata con atto avente data certa (art. 1265) anteriore al pignoramento (o al fallimento), giacché per il successivo effetto traslativo della cessione (rinviato al momento del sorgere del credito), sottratto alla disponibilità delle parti, non si pone un problema di opponibilità ai sensi dell'art 2914 cit.; invece, per i crediti soltanto eventuali, non identificati in tutti gli elementi oggettivi e soggettivi, la prevalenza della cessione richiede che la notificazione o accettazione siano non solo anteriori al pignoramento (o al fallimento), ma altresì posteriori al momento in cui il credito sia venuto ad esistenza.

Alienazioni di beni mobili e di universalità di mobili

Il principio della data certa ai fini dell'opponibilità ai creditori delle alienazioni ricorre sia al n. 3, che al n. 4, per gli atti di alienazione di universalità di mobili e di beni mobili rispetto all'anteriorità al pignoramento (Busnelli, 299).

In effetti la disposizione di cui all'art. 2914, n. 3, rappresenta un limite al principio dell'efficacia traslativa del consenso ai sensi dell'art. 1376 che si giustifica in virtù della garanzia dei creditori soprattutto allorché (Bonsignori, 83), si voglia impedire che le universalità di mobili, non soggette ad alcune forma di pubblicità, consentano al debitore di disporne senza controllo.

Per gli atti di disposizione ( n. 4) l'articolo 2914 completa il principio della data certa con quello della trasmissione del possesso anteriormente al pignoramento (Busnelli, 300; contra, Verde, 806)

Ne deriva che ove il debitore abbia alienato il bene prima del pignoramento, pur restandone in possesso a diverso titolo, il terzo acquirente vedrebbe prevalere le sue ragioni nel giudizio d' opposizione di terzo ex art. 619 c.p.c., soltanto fornendo la prova della data certa del proprio acquisto (Bonsignori, 84).

Secondo la giurisprudenza di legittimità un ulteriore limite riferibile al n.4 è quello dell'efficacia traslativa dell'atto di disposizione riferita a beni non iscritti in pubblici registri con effetti traslativi immediati di cui sia stata differita la consegna( Cass. n. 11792/1990).

Casistica

Secondo la giurisprudenza di legittimità con riferimento al regime anteriore alla riforma di cui al d.lgs. n. 5/2006, le azioni esecutive individuali pendenti al momento del fallimento, in esito alla declaratoria dichiarativa, vengono assorbite dalla procedura concorsuale, che si sovrappone ad esse, tuttavia gli effetti anche sostanziali degli atti già compiuti che non siano incompatibili con il sistema dell'esecuzione fallimentare, e in particolare il vincolo d'indisponibilità dei beni derivante dal pignoramento, restano salvi in favore della massa dei creditori, nei cui confronti, quindi, la cessione crediti verso terzi già pignorati è priva di effetti. (Cass. n. 16158/2015).

Per quanto riguarda la conversione del sequestro in pignoramento la giurisprudenza di legittimità ( Cass. n. 54/2016) non comporta la retroattività del vincolo alla data della misura cautelare. Ne consegue che il creditore che intervenga nel procedimento di esecuzione instaurato dallo stesso sequestrante non può opporre gli effetti del pignoramento rispetto agli atti pregiudizievoli sui beni del debitore disposti tra misura cautelare ed il pignoramento medesimo, mentre l'ipoteca iscritta sul cespite successivamente alla trascrizione del sequestro conservativo riveste efficacia limitata nel senso che essa è inopponibile al solo creditore sequestrante.

Per quanto riguarda le procedure concorsuali, la giurisprudenza di legittimità, nel regime anteriore al d.l. n. 35/2005, convertito con modificazioni in l. n. 80/2005, ed il d.lgs. n. 5/2006, contenente «Riforma organica della disciplina delle procedure concorsuali», ha precisato che, come noto, una volta proposta domanda di concordato preventivo non è consentita la cessione dei crediti se non stipulata per estinguere debiti sorti durante la procedura di concordato, Ove invece, la stipulata sia conclusa prima della domanda di concordato, la cessione è opponibile ai creditori concordatari, e pertanto non trova applicazione l'art. 2914, n. 2. ( Censoni, 765).

Secondo Cass. III n. 20170/2017  il conflitto tra pignorante ed acquirente la partecipazione a società a responsabilità limitata  va risolto ex art. 2914, n. 1), e, pertanto, non hanno effetto in pregiudizio del creditore pignoratizio le alienazioni che siano state iscritte nel registro delle imprese successivamente all'iscrizione del pignoramento, escluso, peraltro. lo stato soggettivo di buona fede, non trovando applicazione l'art. 2470, comma 3.

Bibliografia

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