Codice Civile art. 2926 - Diritti dei terzi sulla cosa assegnata.

Donatella Salari

Diritti dei terzi sulla cosa assegnata.

[I]. Se l'assegnazione ha per oggetto beni mobili, i terzi che ne avevano la proprietà possono, entro il termine di sessanta giorni dall'assegnazione, rivolgersi contro l'assegnatario che ha ricevuto in buona fede il possesso [1147], al solo scopo di ripetere la somma corrispondente al suo credito soddisfatto con l'assegnazione. La stessa facoltà spetta ai terzi che avevano sulla cosa altri diritti reali, nei limiti del valore del loro diritto.

[II]. L'assegnatario conserva le sue ragioni nei confronti del debitore, ma si estinguono le garanzie prestate da terzi.

Inquadramento

La disposizione regola i rapporti tra assegnatario e terzo proprietario o titolare di altro diritto reale sulla cosa mobile aggredita dall'esecuzione, nondimeno sulla base di due elementi: a) il terzo non può azionare la rivendicazione nei confronti dell'assegnatario considerata la buona fede di costui e trattasi di bene mobile non iscritto in pubblici registri (vedasi art. 2927); b) l' assegnazione sia satisfattiva poiché in questo caso attraverso la pronuncia dell'ordinanza di assegnazione il credito dell'assegnatario viene a spirare e non vi è necessità di un riparto dell'attivo.

Diritti dei terzi sulla cosa assegnata

Queste le premesse affinché il terzo proprietario o titolare di altro diritto reale sul bene mobile possa esercitare nel termine di giorni sessanta dall'assegnazione esercitare l'azione di ripetizione nei confronti dell'assegnatario la somma corrispondente al credito soddisfatto con l'assegnazione stessa in favore dell'assegnatario medesimo. Si tratta di un'azione di ripetizione del tutto particolare e di natura residuale considerato che il termine di decadenza di 60 giorni, consente di salvaguardare le ragioni del proponente il quale proprio a ragione della natura satisfattiva dell'assegnazione non può azionare l' opposizione tardiva all'esecuzione (art. 620 c.p.c.): per questa ragione l'assegnatario è parificato ad un mero detentore del prezzo corrispondente all'assegnazione, considerato che se fosse un creditore soddisfatto, in base all' art. 2920 non sarebbe possibile per questa categoria di terzi agire in ripetizione, salva la mala fede del creditore procedente che rimarrebbe responsabile per i danni e le spese. Nondimeno questi ultimo articolo potrebbe trovare spazio con la disposizione in esame nell'ipotesi di assegnazione c.d. “mista” ex art. 162 disp. att. c.p.c. che come noto dispone che la parte del valore della cosa assegnata che eccede il credito dell'assegnatario deve essere depositata nelle forme dei depositi giudiziari).

Rari i precedenti, da segnalare che la giurisprudenza di legittimità (Cass. n. 4375/1976) ha precisato che l'azione di ripetizione nel termine di decadenza dei sessanta giorni, non può essere sostituita da una richiesta stragiudiziale.

Bibliografia

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